Pietro Grilli da Cortona, Leggo 8/2/2011, 8 febbraio 2011
I PRIVILEGIATI DI BOLZANO CONTRO L’UNITA’
È di oggi la notizia che la provincia di Bolzano non parteciperà alle celebrazioni per l’Unità d’Italia. Certe prese di posizione forse si possono spiegare storicamente, ma non sono assolutamente giustificabili.
L’attuale status dell’Alto Adige è frutto di un accordo internazionale firmato da tutte le parti, Austria compresa, che prevede la provincia di Bolzano parte dello Stato italiano. Una soluzione che tra l’altro l’Italia paga a prezzo carissimo, visti i vantaggi e i privilegi di cui la provincia gode. Tutto ha origine con l’annessione all’Italia dell’Alto Adige dopo la Prima Guerra mondiale e i ripetuti tentativi del regime fascista di italianizzare quest’area, imponendo l’emigrazione italiana, italianizzando i toponimi, obbligando all’uso della lingua italiana come lingua ufficiale al posto del tedesco. Tentativi che hanno stizzito e provocato l’ostilità di queste popolazioni che obiettivamente non si sono mai sentite italiane.
Oggi, però, questa polemica appare del tutto anacronistica. Gli altoatesini tedeschi infatti possono usare la loro lingua, ricevono risorse e vantaggi che assai difficilmente avrebbero se facessero parte dell’Austria.
Il problema, come si vede, ha radici antiche, ma certamente la riforma federale in atto tende ad incoraggiare queste spinte secessioniste e disgregatrici. Per evitarle bisognerebbe che la riforma federale venisse attuata in un contesto caratterizzato da un più forte senso dello Stato e della coesione nazionale che purtroppo in Italia manca, soprattutto al Sud. E poi dovrebbero essere varate riforme come l’abolizione delle province, la riduzione del numero di comuni e contestualmente la riforma della parte alta del sistema politico, con un rafforzamento dei poteri governativi centrali. Invece da noi, purtroppo le riforme si fanno in un clima di contrapposizione accompagnato solo da fenomeni disgregativi. Non c’è da essere ottimisti.