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 2011  febbraio 05 Sabato calendario

ANCHE STEVE JOBS FINISCE NEL PANIERE - I

taliani sempre più tecnologici, globali a tavola, anziani. I tablet ci piacciono, non possiamo fare a meno dell’iPad e dei cellulari di ultima generazione, abbandoniamo con facilità tecnologie che erano d’avanguardia solo pochi anni fa. Le vendite, nonostante la crisi, lo confermano, l’Istat lo certifica: da ieri il nuovo paniere per il costo della vita ha imbarcato l’ultimo gioiellino di Steve Jobs, l’iPad e più in generale i tablet. I ricercatori statistici si sono messi a controllare i fast food etnici, hanno iniziato a rilevare le variazioni delle quotazioni del salmone affumicato. La crisi c’è, colpisce pesante, ma a tavola siamo sempre esigenti. Debuttano, nel paniere, le visite specialistiche private, la sanità pubblica perde sempre più credibilità e pezzi.

Il paniere Istat, aggiornato anno dopo anno diventa sempre più stringente, fotografa – attraverso aride variazioni statistiche – l’evoluzione sociale, tecnologica e consumistica degli italiani.Diventa sempre più difficile aggirare le statistiche.

L’inflazione rialza la testa, la tentazione è di non darle soddisfazione statistica. Il vero no-inflation man cerca di azzerare l’inflazione usando prodotti e servizi non censiti dall’Istat.

Il vero no-inflation man da ieri ricorre ai fiammiferi (usciti dal nuovo paniere Istat) per accendere la sigaretta, statisticamente ininfluente per motivi di salute. Beve vermouth e abbondanti dosi di camomilla, escluse dal calcolo del costo della vita nel lontano 2007. Compra tranquillamente le vecchie lampadine a incandescenza (soppiantate dalle luci a risparmio energetico). Non mangia, da ieri, involtini primavera spacciati per cucina cinese, gira alla larga da parchi nazionali, giardini zoologici e botanici, finiti sotto la lente dell’inflazione. Rivaluta le vecchie tecnologie declassate dall’Istat. Niente iPad, che ha debuttato ieri. Niente smartphone, imbarcati nel paniere dell’anno scorso. Pur di non dare soddisfazione all’inflazione usa le videocassette, uscite dal paniere dell’inflazione tre anni fa, affitta qualche dvd, da ieri esclusi. E può far riparare l’orologio, sicuro che i rincari del delicato intervento non finiranno nel computo ufficiale dell’inflazione.

L’Istat compitò il primo calcolo del costo della vita nel 1927. Primo, incisivo, ritocco al paniere solo nel 1947, vent’anni di radicate abitudini che nemmeno la guerra mondiale e la nascita della repubblica hanno saputo sconvolgere. Era un paniere che non teneva conto dei consumi, ma calcolava i rincari in base ai bisogni. Stabiliva che una famiglia tipo – genitori con tre figli – avesse bisogno di sei paia di scarpe l’anno, di cui solo due per i figli. Un terzo della spesa era per gli alimentari, al capofamiglia spettavano 400 grammi di pane, 150 di pasta, 6,5 di conserve di pomodoro, 34 grammi di burro 2 di zucchero, un grammo abbondante di sale oltre a mezz’etto di carne bovina. Si monitoravano le lamette da barba Tre Teste, le sigarette nazionali senza filtro e il sapone "tipo lysoformio", brillantina.

Nel 1957 è nato il paniere Nic, indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, negli anni 60 decolla l’indice Foi, prezzo per le famiglie degli operari e impiegati, nel 1997 la Ue ha voluto un indice armonizzato per confrontare le inflazioni di tutti i paesi. Indici diversi, che si differenziano e si sovrappongono, per fortuna è scomparso un quarto indice, quello utilizzato per adeguare la contingenza della scala mobile. Si chiamava indice sindacale, la Cgil fece una memorabile battaglia perché il paniere tenesse sotto controllo i rincari di prodotti che dovevano assicurare tremila calorie al giorno: il 12% doveva provenire da proteine, il 20% da grassi e il 68% da carboidrati. Lotta di classe per l’obesità. L’indice calcolava gli aumenti di 15 tubetti di dentrificio l’anno, 40 chili di detersivi, 120 francobolli che dovevano assorbire anche le variazioni delle spese telefoniche e radiofoniche. Il canone per la televisione no, ha debuttato solo nel 1980, mentre l’abbonamento internet è arrivato nel 1995.

Ora il dibattito su inflazione reale e inflazione percepita sembra superato, anche perché i panieri si sono raffinati, l’Istat utilizza metodologie e tecnologie d’avanguardia per monitorare 1.206 prodotti.

Una sola cosa rimane immutata, il linguaggio: "ricreazione" è un termine che si usava quando a scuola portavamo i grembiuli, ora è diventato un’esclusiva dell’Istat. L’anno scorso ha inserito le badanti nel paniere, definite nel liguaggio statistico "collaboratore familiare con compiti di assistenza alla persona". Per un altro debuttante è stato più facile: nuovo prodotto detto succo di frutta. Da ieri niente succhi per aggirare l’Istat. •