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 2011  febbraio 05 Sabato calendario

SAINT TROPEZ, LE DISCOTECHE E GLI AMORI. LA MORATTI HIPPY SVELA LA SUA GIOVINEZZA

Avevamo un sindaco hippy e non lo sapevamo. Un sindaco che vestiva da figlia dei fiori e tirava mattina nelle discoteche di Saint Tropez, che cambiava fidanzato ogni tre mesi, e non lo sapevamo. Un sindaco che andava di nascosto al Piper e al Bang Bang, e non lo sapevamo. Per fortuna ci viene ora in soccorso Io, Letizia. Il sindaco di Milano si racconta, il libro-intervista di Roberto Poletti, manifesto mondan-programmatico per la rielezione a Palazzo Marino. Da un po’ di tempo Letizia Brichetto Arnaboldi vuol dare di sé un’immagine diversa. È sempre stata descritta come una signora altera, high society, lo sguardo che scruta l’interlocutore in un’investigazione superba, secondo la perfetta imitazione di Paola Cortellesi. Ma ora la Signora — Donna Mestizia, la Madonna del Brokeraggio— prossima alla scadenza del mandato ma già ricandidata con la benedizione di Silvio Berlusconi, si presenta in una veste birichina (nonostante le foto posate). Chissà, quest’idea di una Letizia ye ye girl sarà venuta in mente a Red Ronnie, il Gianni Minà delle rotonde sul mare, diventato suo consulente «giovanilista» . O magari allo stesso Poletti, un tempo tribuno dei cittadini indifesi e ora direttore di una tv, Milano 2015, canale Dtt dove si cantano le lodi del sindaco e dell’Expo (memorabili i reportage sulle sue visite ai mercati rionali, assalita e un po’ spaventata dalle sciure Maria che vogliono stringerle la mano). Poletti prima si definiva «cane sciolto» , adesso lo accusano di essere un «cane al guinzaglio» . A ottobre dello scorso anno, camicia leopardata, Letizia si era presentata nel salotto di Victor Victoria e per fare la ragazzina, seduta accanto ad Antonio Cornacchione, aveva persino osato parlare di autoerotismo. Avvertita dalla Cabello che tutte le donne avevano risposto con sincerità, si era lasciata andare con nonchalance: «Tutte le donne dicono di sì? E io sono donna» . Un mese dopo sedeva nello Letizia show di Piero Chiambretti passione una a parlare del dito di Cattelan, della moda, della prima della Scala, dei graffitari «legalizzati» che colorano agli i muri della città. Persino dello Special One Mourinho: «Fosse per me, niente Ambrogino d’oro. Non mi è piaciuto come se ne è andato da Milano» . Red Ronnie, Poletti, Cabello, Chiambretti... Letizia Moratti ha fiuto giornalistico e, per valorizzare strategicamente la sua nuova immagine di donna alla mano, di sindaco sbarazzino, di benestante che si occupa dei meno fortunati (come nel brutto film Cuore sacro di Ferzan Özpetek), ha scelto quali partner della comunicazione alcuni incendiari diventati nel frattempo pompieri, ex bracconieri arruolati ora nei guardacaccia. Scopriamo così che negli anni 60, sulla Costa azzurra, ballava con Alain Delon, Brigitte Bardot e il playboy Gigi Rizzi (stesse scene raccontate da Teo Teocoli nel suo ultimo libro e chissà se fra i due è mai scoccata una scintilla...). Che a Milano, stufa del «Collegio delle fanciulle» , la scuola delle ragazze della buona borghesia milanese, frequentava il Nepentha, locale storico della Milano by night anni 60, dove ha conosciuto il suo futuro marito, il petroliere Gianmarco Moratti, figlio del mitico Angelo. Che il giorno del matrimonio non ha indossato l’abito bianco («Un grande sacrificio per una vanitosa come me» ) perché Gianmarco aveva già avuto un altro matrimonio. Che è scappata persino di casa, a 8 anni, perché i suoi non le lasciavano vedere Lascia o raddoppia?, un trauma superato solo anni dopo, con la presidenza Rai. Anche lei non è esente da grattacapi: «Ho dovuto anch’io— si confessa— affrontare dei problemi, degli alti e bassi, delle difficoltà che appaiono insormontabili. Da fuori non ci si rende conto di quanta fatica ci sia dietro. Quanti sacrifici» . Eh sì, come al solito, se si vede qualcuno pronto a sacrificarsi per noi, è certo che lui ne trarrà la massima letizia.
Aldo Grasso