Federico Fubini, Corriere della Sera 04/02/2011, 4 febbraio 2011
SE CHANOS VEDE NELLA CINA IL PROSSIMO CASO ENRON
Jim Chanos (foto), dello hedge fund newyorkese Kynikos Associates, ha sviluppato un modo di investire che lo ha reso celebre. Si disinteressa delle opinioni diffuse, non cavalca le ondate speculative. Preferisce un’attenta analisi fondamentale in cerca di miti da smontare pezzo a pezzo. Il suo momento di fama arrivò dieci anni fa quando per primo si rese conto che qualcosa non quadrava nei conti di una potente società elettrica chiamata Enron. Puntò sul suo ribasso e divenne ricchissimo. Ora Chanos non ha cambiato metodo, ha solo cambiato l’oggetto delle sue attenzioni. Non più un’impresa, bensì un Paese: la Cina, seconda economia del mondo. Ma Chanos ha assunto una serie di posizioni ribassiste sulle attività cinesi dopo aver fatto i compiti a casa. Secondo le sue stime, gli investimenti fissi (immobili per abitazioni, uffici o impianti produttivi, infrastrutture pesanti) rappresentano il 70%del prodotto interno lordo cinese. Al picco della bolla, negli Stati Uniti questo valore era al 18%ed era comunque troppo alto. Chanos osserva che l’eccesso di costruzioni si sta propagando in fretta da Pechino e Shanghai alle città meno importanti e minori. Ai redditi correnti, i nuovi immobili sono troppo cari perché il 99%della popolazione possa acquistarli o affittarli a prezzi che permettano ai costruttori di non fallire. Le autorità cinesi lo sanno e stanno limitando il credito per nuovi progetti. Ma in fondo quel che accade è solo l’effetto di anni di politiche volte a tenere lo yuan irragionevolmente debole, per esportare di più. Questi prima o poi nodi verranno al pettine e quello sarà un momento difficile per l’economia globale. Ma se l’America insegna qualcosa, è che una bolla può gonfiarsi più a lungo di quanto credano i primi che la riconoscono. La Cina rischia. Chanos anche.
Federico Fubini