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 2011  febbraio 05 Sabato calendario

La guerra di Miss Murphy “Ho vinto contro le pay tv” - «Se non lotto io, chi mai lo farà?»

La guerra di Miss Murphy “Ho vinto contro le pay tv” - «Se non lotto io, chi mai lo farà?». Karen Murphy, 47 anni, è una signora come tante, capelli castani lisci, una vita passata a spillare pinte di birra dietro ai banconi dei pub. Vedere in lei una riottosa, «una antagonista», è difficile, e bisogna forse abusare di tutto quello che c’è in vendita al suo Red White & Blue di Southsea, sobborgo di Porthsmouth, per riuscirci. Eppure Karen è riuscita in un’ardua impresa: far tremare i signori del calcio britannico: la Premier League, Sky (il canale controllato da Rupert Murdoch) e la Espn. Stanno tutti con le mani nei capelli. Dopo una lunghissima via crucis giudiziaria, infatti, il suo caso è finito sul tavolo della Corte di giustizia europea: l’avvocato generale, Juliane Kokott, ha espresso un parere positivo a suo favore. Che, se confermato dai giudici, rischierebbe di sconvolgere il sistema dei diritti tv nel Regno Unito. Ecco perché stanno tutti con le mani nei capelli. E pensare che - come forse ogni rivolta di questo mondo - tutto è partito da un gesto di ripicca: Karen, invece di sborsare le 7.200 sterline annue della licenza commerciale Sky, si è attrezzata con decoder e abbonamento greco. Che di sterline ne costa 800. La signora Murphy è chiaramente felice. «È straordinario - ha commentato a caldo con il Daily Mail -. Se le cose dovessero restare così, da questa storia potrebbe nascere una vera vittoria per il popolino». La sua ostinazione è stata dunque premiata. La Premier League, appena saputo del trucchetto, aveva preso delle contromisure: nel 2007 aveva trascinato la signora in tribunale, accusandola di violare le leggi che regolano il copyright. Il giudice deliberò a favore della Lega calcio, applicandole una sanzione e ordinandole di pagare la licenza. Poteva finire lì. Invece la combattiva signora Murphy non si è piegata, e ha risposto appello su appello. Non è dunque una sorpresa che la guerra di Karen abbia riscosso simpatie e sostegno in tutta la Gran Bretagna: non sarà l’Egitto, ma l’inglese medio inizia a non poterne più di pagare e tacere. Coincidenze. Nel 2007, quando Karen si abbona alla greca Nova - che ovviamente trasmette la telecronaca delle partite in greco - la crisi globale doveva ancora arrivare, i laburisti erano al potere, la Gran Bretagna cresceva e la City di Londra sembrava aver trovato il rapporto aureo tra Pil nazionale e bonus dei manager. Ma era il 2007. Tre anni dopo, la frase ricorrente della politica è «riduzione del debito», la Gran Bretagna è uscita stremata dalla peggior recessione a partire dagli Anni 30, i tagli alla spesa pubblica iniziano a farsi sentire, l’inflazione galoppa, i prezzi salgono e i salari, di fatto, scendono. E la «Middle Britain», il Paese fatto di gente come Karen, che il passaggio dell’Iva dal 17,5% al 20% lo sente, eccome, si sente «strizzata» - per usare l’espressione di grande successo coniata dal leader del Labour Ed Miliband. Il parere dell’avvocato generale Juliane Kokott non poteva cadere in un momento più propizio. I benefici, in caso di conferma della Corte europea, potrebbero infatti ricadere a vantaggio di tutti i consumatori britannici. «La sentenza - ha spiegato Beckett McGrath, esperto legale nel settore della competizione - assesterebbe un duro colpo al modo in cui i diritti vengono sfruttati». In sintesi: se gli operatori di un determinato Paese possono subire la concorrenza di operatori esteri, rischiano di dover rivedere le loro tariffe per restare competitivi sul loro mercato naturale. La sensazione è che i grandi colossi tv - non solo Sky - abbiano sfruttato un po’ troppo le tasche dei britannici. «Andate in Germania, Italia, Francia o Belgio - commenta un lettore sulla pagina del quotidiano locale di Portsmouth. Troverete decoder albanesi ovunque. Risultato: Sky ha rivisto le tariffe e abbonarsi costa la metà che da noi». Teoria economica fantasiosa, che spiega però molto bene il sentimento comune. «Alla fine - conclude il post - la maggior parte di noi sceglierebbero di non guardarsi la partita in greco, se solo Sky si comportasse in modo ragionevole sui prezzi». A ben vedere, però, non è solo una questione di soldi. In ballo c’è anche qualcosa di più sottile: il rifiuto di subire torti. «Qui abbiamo una società privata esosa che vuole dettare al popolino che cosa può e che cosa non può fare. E solo per trarne profitto. Non è giusto», chiosa la signora Murphy. Le sue parole galvanizzano i lettori del Daily Mail. «Ben fatto - scrive Scott McGarveys - ridiamo il potere alle persone». Miracoli della pay tv.