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 2011  febbraio 03 Giovedì calendario

THORPE, IL RIPOSO È FINITO IL NUOTO RITROVA UN SUO MITO

Torna. Anche lui. Nel mondo liquido. Si rituffa in acqua, sulla sua scia immensa. Ha avuto tutto: fama, successo, riconoscimenti. Nessun campione australiano ha vinto quanto lui. Nove medaglie olimpiche, 5 d´oro,11 titoli mondiali, 23 record. Rivuole quel tutto, quello spasmo straziante che ti fa stringere i denti e alzare i pugni. Ian Thorpe a 28 anni ci riprova. Punta ai Giochi di Londra 2012. Ai 100 e 200 stile libero, alla 4x100 e alla 4x200. «Voglio tornare in cima, ci ho riflettuto molto. La molla mi è scattata a settembre, quando ho visitato l´impianto che ospiterà le gare di Londra: era straordinario, potevo gustarlo, una sensazione che non provavo da molto tempo. La mia condizione fisica, ovviamente, non è quella ideale: ho buttato giù 5 chili, ma ne devo perdere altrettanti. Mi sono fermato per quattro anni e avevo bisogno di farlo».
Aveva detto basta nel novembre 2006. A 24 anni si sentiva ossidato, stanco di galleggiare, di virate che lo facevano tornare sempre indietro. «Non voglio che il nuoto diventi la mia coperta di Linus». Provava noia, disgusto, indifferenza. Il cloro era una puzza. Voleva alzare gli occhi, non trovare più tabelle, né corsie. Nuotava da quando avevi cinque anni, da 19 stagioni, con la sveglia sempre puntata all´alba, alle quattro. Gli scappò una frase: «Non ho vissuto come avrei voluto». Il nuoto è fatica solitaria, faccia sotto, pensieri capovolti. Sei schiavo della linea sul fondo, di un navigator che non cambia mai percorso, se un giorno te ne liberi, scappi fuori dall´acqua, torni sulla terra, tutto cambia. Disse anche di essere stanco dello stress, della curiosità della gente che lo voleva gay, perché ancora single. Non voleva più traguardi, ma allungare il respiro, il fiato, il mondo. Avere altre curiosità. Amavaa godersi la mattina, guardare il mare di Sydney e bersi un doppio espresso. Gli sponsor fecero pressing. Ma il suo infinito era cambiato l´11 settembre 2001: stava andando a visitare le Torri Gemelle, proprio a quell´ora lì, ma aveva dimenticato la macchina fotografica in albergo. Tornò indietro, si salvò. Dall´attentato terroristico, non dai pensieri sul tempo, che è sempre un avversario scomodo. Gli affiancarono uno psicologo, perché chi è stato tutto e si sveglia che è niente, magari si lascia andare. Gli dissero di tenere un diario e di non ingrassare troppo. Thorpe ha preso chili, fianchi e pancetta, ma anche un filo di nostalgia. E in gran segreto si è ributtato in acqua. «Ho girato otto piscine per passare inosservato e con il ct Leigh Nugent mi sono sentito solo per sms, ai miei amici ho imposto il silenzio. Ho informato la mia famiglia solo qualche settimana fa. Mi manca la lotta, il lavorare duro».
Per puntare a Londra 2012 deve essere inserito nell´archivio internazionale antidoping almeno 9 mesi prima di essere convocato in nazionale. I trials australiani sono in programma a marzo del prossimo anno: Ian ha quattro mesi per regolarizzare la propria posizione. «Sarete sorpresi dai miei tempi». Niente mondiali a Shanghai. Si allenerà ad Abu Dhabi e in Europa, gareggerà a livello internazionale in una gara di Coppa del Mondo, e poi in Australia. E´ tornata per due volte l´americana Dana Torres, non ce l´ha fatta Mark Spitz, ci sta pensando Laure Manaudou. Fare Moby Dick piace a tutti.