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 2011  febbraio 03 Giovedì calendario

UN TUNNEL NEL CUORE DELLE APUANE A CACCIA DEL MARMO DI MICHELANGELO - LUCCA

Sarà un «braccio» di centocinquanta metri scavato nel Monte Altissimo. Un tunnel nel marmo bianco e prezioso delle Alpi Apuane, al confine fra Lucca e Carrara. Quello amato da Michelangelo, «il più puro e perfetto ch´i abbi mai visto». Croce e ricchezza di questo pezzo di Toscana con le montagne vista mare della Versilia.
A quota 1255 metri, nella vecchia e abbandonata cava «Granolesa» stanno per arrivare i macchinari e quando si scioglierà la neve, a primavera, aprirà il cantiere. Svuoteranno nel profondo il monte per andare a prendere il marmo dentro una galleria alta sei metri di altezza per otto di larghezza. È un progetto di ricerca finanziato dall´Unione Europea che vede insieme la Henraux, storica industria estrattiva della zona - 30milioni di fatturato, 120 addetti che raddoppiano con l´indotto - e il Centro di Geotecnologie dell´università di Siena. Se andrà bene, si passerà a una seconda fase (già prevista) per scavare delle ramificazioni sotterranee e raggiungere dall´interno alcuni giacimenti di questa straordinaria area mineraria che è anche un parco tutelato.
Dalle spiagge, i turisti di Forte dei Marmi e dintorni non si accorgeranno di niente: nessuno sfregio, nessuna nuova cava a cielo aperto, nessuna variazione al profilo della montagna. La sottrazione del marmo «statuario» lascerà intatta la superficie. Eppure gli ambientalisti sono preoccupati e chiedono maggiori controlli. Si è creato un comitato spontaneo e Legambiente fa sapere che non approva l´operazione: «Si finanzia un progetto di escavazione con risorse pubbliche nel cuore del parco delle Apuane, nato e finanziato per tutelare e proteggere il territorio: non è schizofrenico tutto questo?» domanda Paolo Panni. Altri chiedono che i blocchi vengano lavorati in zona per proteggere almeno i posti di lavoro.
La galleria bianca di Granolesa ha avuto tutti i lasciapassare necessari. «Sfrutteremo le strade esistenti, non ne costruiremo di nuove - promette Luigi Carmignani del Centro di Geotecnologie - l´impatto paesaggistico sarà pari a zero e quello ambientale molto ridotto». Oltretutto lo scavo avverrà sul versante Nord del Monte Altissimo, per il turismo, il retro della montagna, quello che non si vede dalla costa. L´Europa ha finanziato lo studio dell´ateneo senese, tramite la Regione, con 600mila euro, il resto per arrivare al milione e 189mila, ce li ha messi l´Henraux che, come spiega il suo amministratore delegato Paolo Carli, «utilizzerà nuovi macchinari per estrarre i blocchi di marmo in galleria». Si tratta di tagliatrici a secco, un procedimento sulla carta più oneroso che però risolverebbe i problemi legati all´uso dell´acqua e al rischio di inquinamento della falda. Ettore Neri, sindaco di Seravezza, il Comune dell´entroterra nel cui territorio si trova il Monte Altissimo, sa bene che la questione è delicata: «Ma noi dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra la tutela del patrimonio ambientale e il tenere in vita le attività estrattive legate al marmo che sono il perno della nostra economia».