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 2011  febbraio 04 Venerdì calendario

NUOVO SEQUESTRO DI OPERE NELLA VILLA DI CALISTO TANZI

Evitato il carcere, per Calisto Tanzi arriva una nuova tegola. Ieri mattina gli uomini della Guardia di Finanza hanno suonato al cancello della sua villa a Fontanili di Vigatto, alle porte di Parma, per eseguire il sequestro chiesto lo scorso giugno dalla Procura di Parma e disposto un mese fa dal Tribunale, dei beni riconducibili all’ex cavaliere e custoditi nella sua villa. Una concomitanza di fatti «del tutto casuale» tiene a precisare il suo avvocato Gian Piero Biancolella, smentendo l’interpretazione di un’azione ritorsiva dopo la decisione della Cassazione di due giorni fa di annullare la richiesta di arresto.

Dalla villa di Tanzi ieri sono usciti, smontati e imballati, 83 tra mobili antichi, quadri, lampadari tra cui due trumeau del ’700, una scrivania del ’600 valutata 300mila euro, una statua di bronzo firmata da Giorgio De Chirico, un lampadario di Murano a gocce da 1,5 milioni di euro: quest’ultimo per ora è rimasto in villa perché troppo difficile da smontare senza rovinarlo. Un viaggio breve fino al centro della città emiliana per essere depositati nella sede della Soprintendenza nel Palazzo della Pilotta di Parma, dove sono già custoditi gli altri quadri dell’ex patron della Parmalat.

Oggetti di valore già catalogati dalla procura nel dicembre 2009 quando venne sequestrata per la prima volta la «pinacoteca segreta», perché allora si è atteso fino ad ora? «Gli oggetti erano stati lasciati nell’abitazione di Tanzi in attesa di trovare un luogo consono per essere depositati e conservati», spiega Biancolella. Alcuni degli oggetti sequestrati sarebbero di proprietà della moglie e risalirebbero a 25 anni fa, secondo la ricostruzione del legale. Lo dimostrerebbero alcuni assegni e le foto che mostrano i mobili nella casa paterna della signora Chiesi. Ma per la procura di Parma, sarebbero in parte stati acquistati con i soldi distratti dalla Parmalat.

La galleria si arricchisce così di nuovi "pezzi" di valore che si aggiungono a quelli della maxi operazione della procura di Parma e dei Carabinieri del nucleo patrimonio artistico che aveva già portato al sequestro di un centinaio di quadri per un valore complessivo di trenta milioni. Il blitz delle forze dell’ordine era scattato dopo la trasmissione di Rai Tre «Report» che aveva svelato come un mediatore d’arte stesse cercando di vendere alcuni dipinti in possesso dell’ex cavaliere, tra cui un Picasso, un Boccioni, un Segantini, ma anche Kandinsky e Chagall.

I quadri vennero sequestrati, oltre che in un seminterrato della villa di Tanzi, anche nell’abitazione del mediatore d’arte Paolo Dal Bosco a Rovereto (Trento) e nelle residenze di alcuni parenti dello stesso Tanzi. Proprio il ritrovamento dei quadri aveva spinto la Procura di Milano a chiedere il ritorno in carcere di Tanzi. Dopo la condanna a 10 anni confermata in Appello del Tribunale di Milano per aggiotaggio (a maggio è attesa la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dai legali di Tanzi) e a un risarcimento ai risparmiatori truffati per 100 milioni di euro, la procura aveva chiesto l’arresto immediato dell’ex patron di Parmalat perché ritenuto in grado di fuggire all’estero, ritenendolo in possesso di ingenti risorse finanziarie.

Una prima richiesta nel luglio 2010 era stata respinta dalla corte d’appello di Milano ma, dopo il ricorso della procura al riesame, quest’ultimo ad ottobre aveva ribaltato la situazione disponendo gli arresti in carcere per l’ex patron di Parmalat che oggi ha 73 anni. Due giorni fa la decisione della Cassazione che ha detto no alla richiesta rinviando però la decisione al tribunale del riesame di Milano. Nello scorso dicembre Tanzi era stato condannato a 18 anni dal Tribunale di Parma.