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 2011  febbraio 04 Venerdì calendario

SALE LA TENSIONE TRA I SOCI DI RCS

Il chiarimento tra i grandi soci Rcs è rinviato al 16 febbraio, quando è stato convocato il patto. A sollecitare la riunione sarebbe stato il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, a quanto si dice abbastanza piccato dalle manifestazioni di insofferenza di Diego Della Valle per quello che, riassumendone il pensiero, è un modo poco trasparente di esercitare un’influenza sul Corriere della Sera.

Che fosse quella la vera partita a cui mirava il patron della Tod’s è evidente dall’ultima mossa al cda Generali di mercoledì scorso. Al termine della riunione, che potrebbe definirsi di routine, Della Valle ha chiesto formalmente che si discutesse in una successiva occasione dell’ipotesi di cedere la partecipazione in Rcs, pari al 3,7%. Una partecipazione di lunga data quella di Generali, finora gestita con una presenza discreta secondo lo stile triestino della casa. Gestione alla quale è stato impresso un maggior attivismo con l’approdo alla presidenza della compagnia di Cesare Geronzi, che già, quando era ancora al vertice di Mediobanca, era entrato nel board di Rcs Quotidiani (l’interfaccia diretta col giornale), al rinnovo del cda con l’ingresso dei pesi massimi dell’azionariato.

E probabilmente è proprio lo "stile Geronzi" l’oggetto delle sparate dell’imprenditore marchigiano, dal momento che ieri all’agenzia Ansa ha precisato di non aver nel mirino l’asse Geronzi-Bazoli perchè «in realtà non c’è un asse. È solo un vecchio sistema ormai al tramonto e il problema come si è poi visto non era Bazoli». A un sito informativo online (Lettera43) ha parlato di «bizantinismi di vecchia scuola», sostenendo di aver reagito alle «tensioni alimentate da altri contro persone che non avevano fatto nulla». Negando peraltro ripercussioni sulle altre partecipazioni "rilevanti" della compagnia, Telco-Telecom e Mediobanca: «In fondo ho chiesto a Generali di liberarsi di una piccola partecipazione». Tuttavia, secondo quanto riferito da Vincent Bollorè, il finanziere transalpino che ha sostenuto il ricambio al vertice del Leone e oggi è vice-presidente di Generali, Geronzi avrebbe risposto che se ne parlerà in un prossimo cda quando sarà trattato il tema più ampio delle partecipazioni. La quota in Rcs, vincolata a un patto che scadrà il 14 marzo 2014, vale circa 30 milioni, senza minusvalenze rispetto al valore (a fair value) iscritto nel bilancio consolidato al 30 settembre 2010.

Una sponda all’istanza sollevata da Della Valle, è arrivata dall’ad di UniCredit, Federico Ghizzoni, convenendo sul fatto che «le società finanziarie dovrebbero focalizzarsi sul core business», come del resto ha fatto la banca uscendo da Rcs sotto la gestione di Alessandro Profumo. «Non è un discorso su Generali, ma un discorso in generale», ha sdrammatizzato poi con una battuta Ghizzoni.

L’uscita di Massimo Pini, vice-presidente di Fon-Sai, che ha rilanciato l’ipotesi di allargamento del patto all’imprenditore della sanità, Giuseppe Rotelli, non sembra invece per ora aver registrato aperture nella compagine dei grandi soci.