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 2011  febbraio 04 Venerdì calendario

DOMANDE

& RISPOSTE - Con quale motivazione il governo ha approvato in via definitiva il decreto legislativo sul fisco municipale?

Secondo la maggioranza, dopo il pareggio in commissione bicamerale il parere sul decreto legislativo è da considerarsi non espresso. In una visione del genere la norma che conta è la prima parte dell’articolo 2, comma 4, secondo cui «decorso il termine per l’espressione dei pareri di cui al comma 3, i decreti possono essere comunque adottati». A ogni modo, nel comunicato del ministero dell’Economia si fa riferimento al parere favorevole espresso dalla commissione Bilancio del Senato


Qual era il termine per approvare il parere parlamentare?

Essendo arrivato in parlamento l’8 novembre il decreto andava approvato entro l’8 gennaio. Ma la commissione ha scelto di avvalersi della proroga una tantum di 20 giorni concessa dalla delega e dunque la deadline è stata spostata al 28 gennaio 2011. La settimana scorsa maggioranza e opposizione si erano accordate per prorogare informalmente questo termine di qualche giorno. Da qui la fissazione al 3 febbraio del voto finale


Il capo dello stato deve firmare il provvedimento?

Il provvedimento è un decreto legislativo con cui il governo attua una delega affidata dal parlamento. I decreti legislativi non vengono promulgati come le leggi ma emanati. Tuttavia, secondo alcuni giuristi, l’emanazione non è un atto formale, bensì un adempimento che comporta una valutazione del presidente della Repubblica e, in determinate circostanze, potrebbe dare luogo a una procedura simile a quella seguita in passato, in alcuni casi limitati, per il rinvio dei decreti legge. Una volta emanato, per entrare in vigore il provvedimento dovrà poi essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale


Perché l’opposizione contesta la scelta dell’esecutivo?

Sia Pd che terzo polo hanno avuto da ridire sulla scelta del governo. Partendo dalla identica premessa: l’articolo 7 del regolamento della bicamerale dice che in caso di pareggio il parere s’intende respinto. E quindi bisogna applicare il secondo periodo dell’articolo 2, comma 4, della delega, secondo cui «il governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dal governo». Mentre per il Pd sarebbe bastata questa procedura aggravata, il terzo polo ha chiesto che si ripartisse dal testo originario perché il nuovo testo era incorporato nel parere di La Loggia e, quindi, respingendo il parere è venuto meno anche il nuovo testo