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 2011  febbraio 04 Venerdì calendario

Imperia, anche il nipote di Scajola nell’ex giunta indagata per il porto - Ancora un’inchiesta sulla gestione di un porto mette più in crisi l’Amministrazione comunale d’Imperia

Imperia, anche il nipote di Scajola nell’ex giunta indagata per il porto - Ancora un’inchiesta sulla gestione di un porto mette più in crisi l’Amministrazione comunale d’Imperia. Questa volta l’attenzione della Procura - indaga il pm Alessandro Bogliolo, considerato un duro - si è spostata di qualche centinaio di metri e dopo l’indagine sul nuovo approdo turistico in costruzione in Regione San Lazzaro, uno scalo da 1300 posti barca «made by Caltagirone», per cui è indagato anche l’ex ministro Claudio Scajola, l’occhio dei magistrati s’è rivolto alla banchina di Oneglia, un tempo esclusivamente commerciale. Per truffa e abuso d’ufficio risultano indagati gli otto componenti della giunta che, nel settembre 2007, dopo che la Regione aveva tolto la conduzione alla società Porto d’Imperia Spa, di cui il Comune detiene il 33 per cento delle quote, affidandola al Comune stesso, aveva riconsegnato la banchina e gli attracchi nelle mani della Porto d’Imperia Spa. Nei guai sono finiti l’ex sindaco Luigi Sappa, attuale presidente della Provincia, l’ex vice sindaco e attuale consigliere regionale Marco Scajola, nipote di Claudio, poi gli assessori Luca Lanteri, Angela Ardizzone, Sergio Lanteri, Nicola Falciola, Claudio Baudena, Gianfranco Gaggero. La pratica per cui si permetteva alla Spa di rientrare dalla finestra dopo essere stata cacciata dalla porta principale, era stata votata in blocco da Forza Italia. Al momento di votare non c’erano Benedetto Adolfo, in forza all’Udc e l’attuale sindaco Paolo Strescino (An). Non risulta a verbale l’assessore alle Finanze Rodolfo Leone, mentre l’altro componente di An Giuseppe Fossati si era alzato per protesta dopo una furiosa litigata: era assolutamente contrario a ridare il porto alla Spa. Particolare curioso: alla riunione di giunta era presente il segretario comunale, che era Paolo Calzia, contemporaneamente presidente della Porto d’Imperia Spa. Le indagini sono state compiute dalla Guardia di Finanza, che ha attinto elementi anche da un esposto della Compagnia portuale Ludovico Maresca. I «camalli» erano furiosi per non essere mai stati coinvolti nelle scelte gestionali. La Porto d’Imperia Spa infatti aveva a sua volta ceduto la gestione della banchina alla Porto di Oneglia che, in un gioco infinito di frazionamenti e porzioni, aveva consegnato gli approdi a quattro società di amici degli amici, create per l’occasione. Le Fiamme Gialle hanno mandato al pm una relazione frutto di accertamenti durati mesi in cui si sospetta una conduzione più che disinvolta dei posti barca. A Oneglia, fino a poco tempo fa erano ormeggiati yacht da favola battenti bandiere delle isole Cayman e di altri Paesi sedi di paradisi fiscali. Si indaga sui proventi: pare non ci sia traccia degli affitti pagati dagli armatori. A chi sono stati versati i soldi? Si parla di almeno due milioni di euro di cui non c’è più traccia.