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 2011  febbraio 12 Sabato calendario

Parla Iva Zanicchi

«Mamma rosa me lo diceva: Silvio è un uomo solo». Intervista a Iva Zanicchi - All’altro capo del filo, Iva Zanicchi ride di gusto. «Cos’è che vuole sapere?!». «Voglio sapere com’è vestita». «E perché vuole saperlo?». «Per immaginarla meglio». «Questa poi è carina, mi fa sentire Cappuccetto Rosso… Dunque, indosso dei ciabattoni tremendi, enormi, comodissimi. Per cinquant’anni ho portato tacchi da quindici centimetri, adesso non ce la faccio più. Poi, un paio di pantaloni pieni di tasche che adoro e una maglietta extralarge, non di lana, perché sono allergica, vesto solo cotone e cachemire, come Bertinotti. L’ho scoperto da bambina che ero allergica, mi svegliavo tutta piena di pustole e piaghe, finché un giorno il medico disse a mia madre: “butta via questi vestiti che fai morire tua figlia”». Dalla sua villa di Lesmo in Brianza, l’onorevole Zanicchi collabora. Ci racconta cosa si muove intorno. «La casa è grande, ma viviamo tutti quanti nel tinello, quattro metri per quattro. Mio fratello Antonio è al televisore che guarda una gara di sci, mia sorella Wiria è di là in cucina, la tavola è apparecchiata, il camino acceso brucia la faccia. Sa, noi il camino lo accendiamo anche ad agosto». Il marito, Fausto Pinna, non c’è. «Per fortuna, quando c’è lui si mangia solo sardo. Non ne possiamo più. Basta con i malloreddus (gli gnocchetti sardi). Liti furibonde sulla carne e sul pecorino. Oggi abbiamo lasagne emiliane, alla faccia sua… A me non fanno cucinare, dicono che ho già troppe cose da fare, ma sia chiaro, io sono una grande cuoca, nipote di una grandissima cuoca e di un grandissimo socialista». Iva Zanicchi è una cronista impeccabile. Dalla sua collinetta vede Arcore senza binocolo. Non più di due chilometri dalla casa del premier. Gli ha fatto una visitina dopo il gran rifiuto da Lerner? No. L’ultima volta l’ho sentito da Gad Lerner e, prima ancora a ottobre, quando è morta la mia mamma di 96 anni. L’ho visto anche prima di Natale in un albergo a Roma con tutti gli altri europarlamentari. Lui è stato carino come sempre, a noi signore ha regalato tre anellini con il tricolore e una pietrina. Ci risiamo… Ma no, è stato un gesto gentile, mi sa che i maschi si saranno pure risentiti. Ripartiamo dalla scena madre: la telefonata di Berlusconi a Lerner. Non sono stupida, accettando l’invito all’Infedele sapevo dove si andava a parare. Mi dicono, ma no, tranquilla, parleremo delle conseguenze dell’amore in generale. Mi siedo e parte subito il primo cazzotto. Berlusconi che non è intervenuto ai funerali del militare perché sarebbe stato a gozzovigliare… Mi ribello. “Berlusconi non è così, non conoscete la sua umanità”, dico e vedo attorno a me schierati tanti sorrisini ironici… Serata difficile. Io sola con un sindaco leghista, contro tutti. Non si spaventa per così poco l’Aquila di Ligonchio. Magari sarei dovuta essere più determinata nella difesa di Berlusconi, ma io non alzo la voce, non prevarico gli altri. Mi è scappata solo una battuta a Ilaria D’Amico, che forse ci stava anche. Quando lei, citando Piero Ostellino che l’aveva scritto sul Corriere, ha detto: “spesso e volentieri le donne siedono sulla loro fortuna”. “Allora rimani in piedi”, ho detto. Battutaccia monella, e il torvo Lerner? Mi ha fatto un cenno con la mano, tipo “non scendiamo a questi livelli”. E a quel punto arriva Berlusconi e invita l’onorevole Zanicchi a “lasciare il postribolo”. Sono rimasta basita dall’irruenza della telefonata. Lo giustifico. Non so come faccia a sopportare tutto questo, io non ce la farei nemmeno a uscire di casa. Mi ha invitato ad alzarmi e andarmene perché pensava fossi a disagio in quel contesto. Era a disagio? Per niente. E comunque non sarei mai uscita, ho troppo rispetto di me e delle persone. Un’infedele. La Santanchè, per dire, si sarebbe alzata un secondo dopo. Io non l’ho fatto e non mi pento. Sono rimasta anche perché volevo continuare a difendere il presidente. La Minetti? Grazie a Dio non la conosco, non l’ho mai vista; se ha combinato guai sarà la magistratura a occuparsene. Quindi, al telefono non era il padrone che richiama una dipendente, ma un gentiluomo che interviene in soccorso di un’amica in difficoltà. Io l’ho letta così. Sono convinta di questo. Non ha parlato con lui, ma le saranno arrivate di sponda le sue reazioni. Devo essere sincera? Nessuna telefonata da nessuno. Sono amareggiata, ma non per lui. Berlusconi ha altro da fare in questo momento. Tolto lui, uomo premuroso a cui vorrò sempre bene, questo è un partito della solitudine. Non posso rivolgermi a nessuno perché non c’è nessuno, e questo è un grande male. Senza Berlusconi, il Pdl collassa. Questo pensa la Zanicchi? No, il Pdl è oggi un partito vero con un leader unico in Italia, ma in questi ultimi tempi ho imparato ad apprezzare uno come Alfano. Lo stesso Tremonti è capacissimo. Quando parlo di partito della solitudine voglio dire che, in certe occasioni, senza Berlusconi, ci sentiamo abbandonati. Torniamo alle notti di Arcore. Anche qui due partiti: Berlusconi satiro che non controlla gli istinti e umilia le donne o Berlusconi uomo solo e generoso, assediato da frotte di ninfette rapaci. Berlusconi è un uomo profondamente solo. La morte della mamma è stata per lui un colpo letale. Subito dopo ha perso anche la sorella. Lui aveva un legame fortissimo con la madre. Me lo diceva anche lei, Rosa: «Silvio è un uomo solo». Non aveva torto. Era solo anche prima di separarsi? Questo mi diceva mamma Rosa. I tanti amici? Non so quanti gli vogliono veramente bene. Per compiacerlo sono disposti a tutto ma poi, finita la manfrina, se ne vanno a casa e lui rimane solo. Succede anche ai grandi artisti. Io ho fatto tournèe in tutto il mondo, folle adoranti in Giappone, Russia, poi torni in albergo e ti ritrovi sola come un cane. Anche Vasco lo dice spesso. Berlusconi come Vasco? Il presidente a modo suo è un artista. E, anche se ha una marcia in più, in fondo è un uomo come tutti. Eroina da Lerner, bacchettata il giorno dopo dalle vigili signore dell’opposizione. Per la storia della “carne fresca”. Mi aiuti a chiarirmi. Oddio, l’espressione è forte, ma andava ascoltata nel contesto. Quei due lazzaroni della radio mi chiedono: «Berlusconi, un benefattore o un puttaniere?». E io: «un benefattore a cui piacciono le belle donne». Aggiungo: «voi preferite andare a cena con giovani dalla carne fresca o con una vecchia babbiona come me?». Mi hanno massacrata. A cominciare da quella dipietrista a caccia di pubblicità, come si chiama... Sonia Alfano? Ha dichiarato su di me cattiverie da querela. La cosa più triste della politica è la mancanza di ironia. Guai sorridere. Poi arriva Berlusconi che fa cucù alla Merkel e apriti cielo. Parliamo del disordine dei sensi nella terza età? In che senso? Il tempo passa, precipita e, soprattutto per gli uomini, la fuga sta nella dissolutezza. Non può darsi che Berlusconi sia un uomo buono e generoso, ma dissoluto? Di Berlusconi non so. So che l’uomo, in generale, soffre molto di più della donna la vecchiaia, la perdita della virilità è devastante. Il disordine dei sensi, come lo chiama lei, può essere la conseguenza. Iva Zanicchi e i sensi. Capitolo chiuso? Quando avevo trent’anni, pensare che mamma potesse fare sesso con mio padre era sconvolgente. Diciamo che mi porto dietro un certo pudore. Poi, col tempo, mi sono liberata e ho fatto anche una copertina per Playboy. Di recente, dopo i settanta, ho fatto dei test, il medico era sbalordito: «lei ha l’età biologica di una cinquantenne». Da cinquantenne, allora, posso ancora fare sesso. È vero che prega per il pm Ilda Boccassini? Ho letto che Saviano ha dedicato la sua laurea al pool di Milano, io allora a messa prego perché lo Spirito Santo li ispiri a fare la cosa giusta, senza preconcetti. Che sarebbe? La lascio immaginare. Racconti agli italiani più distratti come la Zanicchi si guadagna lo stipendio da europarlamentare a Bruxelles. Come vicepresidente della commissione sviluppo, mi batto per la tempestività e la trasparenza degli aiuti nelle aree depresse. Sono stata in Congo e in Ruanda, ho visto cose terribili: la fame, la morte degli innocenti, la violenza, bambine di dieci anni incinte, l’aids, cosa vuole che m’importi di Lerner? Comunque, sui social network s’è parlato molto di lei. Ha saputo di Pierluigi Battista, vicedirettore del Corriere della sera? Su Facebook, l’ha ironicamente invitata anche lui ad alzarsi e lasciare. Berlusconi, però. Voglio dire al grande giornalista che io sono testarda, ho fortemente voluto il mio scranno al parlamento europeo, perché dovrei lasciarlo? Non mi voleva proprio nessuno nel partito, ho portato avanti la campagna elettorale da sola, con una fatica disumana, nei supermercati, tra la gente. Voti sudati, spendendo in tutto 4 mila e 800 euro, per il dispiacere di chi ha speso una fortuna. No, non mi alzo, anche se da europarlamentare ci rimetto un sacco di soldi. Quanto guadagna da europarlamentare? Seimila euro netti al mese, niente di quello che si favoleggia. Certo, abbiamo tante agevolazioni, viaggi gratis, rimborsi. E poi 19mila euro al mese, che però devi spendere per i tuoi assistenti, se no il parlamento se li riprende. Io non so se c’è chi fa il furbo, ma io con quei soldi faccio lavorare tre giovani molto preparati. Arriva il “suo” Sanremo, unica la Zanicchi ad averlo vinto tre volte. Belen e Canalis, “carne fresca” per l’amico Morandi? Altolà, non ci casco… Questo Sanremo non mi appassiona un granché, ma la scelta delle due è accattivante. Sarà curioso vedere come vestono, se ci sarà rivalità Io ho grande affetto per Morandi, abbiamo iniziato insieme, ricordo una tournèe trionfale negli Stati Uniti. Lui è molto amato, ma Sanremo è una macchina che ti può stritolare. Ci saranno Battiato e Patty Pravo. Mi ha fatto piacere sapere che Battiato canterà una mia canzone, bella ma non fortunatissima, La notte dell’addio. Patty Pravo è una star, la più diva di tutte, anche di Mina. Un repertorio meraviglioso e un’interprete straordinaria anche quando, ora verrò odiata dai suoi fan ma io dico quello che penso, magari le capita di stonare. La Patty come la Bertè possono permettersi delle sbavature, loro arrivano sempre al cuore. Duetterà con Morgan. Morgan è un grande, ma non prendiamoci in giro, certe scelte si fanno con uno scopo preciso. Ha fatto mai pace con Benigni, dopo quel Sanremo? Mi ha chiamato pochi giorni dopo e mi ha chiesto scusa. “Sai, mi sono lasciato prendere la mano”. L’ho perdonato subito, anche se quella sera ha detto di me cose che non si dicono neanche a una donna di strada. Non ho perdonato invece Bonolis, che stava lì a due passi e non è intervenuto. Dopo Benigni, sono entrata a cantare nel gelo più assoluto. La Pravo diva sempreverde, Mina chiusa nel suo bunker, Milva che lascia, la Vanoni che vuole cantare fino a cent’anni. E la Zanicchi? Una voce grandiosa, poco da invidiare alla Streisand. Un talento sprecato? Lei dice cose che mi toccano e mi fanno star male. È vero, sono consapevole, ho strapazzato la mia voce. Ho ricevuto da Dio un dono straordinario, adesso lo posso dire. Adoravo la mia voce blues, un’estensione pazzesca. Ora non mi ricordo neanche più quello che ho cantato. Il mio torto è stato non ribellarmi alle imposizioni dei discografici. Come quando mi mandarono a Sanremo con Claudio Villa a cantare un pezzo all’italiana, tradendo i miei fans e il mio passato blues alla Come ti vorrei. Ho saltellato troppo tra un genere e l’altro. E con l’avvento della disco music, ho accettato di fare il disco più brutto della mia vita. Il canto, la televisione, l’intrattenimento, la politica: un talento troppo zingaresco il suo. Le regalo, a questo proposito, un’anticipazione. A ottobre farò in Rai un programma in quattro puntate sulla mia vita. Si chiamerà: Una vita da zingara. I miei cinquant’anni di musica, tutti gli incontri, anche quello che non si sa, i duetti con Aznavour, Juliette Greco, Giuseppe Di Stefano, la collaborazione con Theodorakis, l’incontro con Ungaretti e tanti altri. Ci va come ospite da Santoro? Non sono stata invitata. E comunque non ci andrei. Non ora.