Stefano Sansonetti e Pierre de Nolac, ItaliaOggi 4/2/2011, 4 febbraio 2011
ARRIVA LA CONFINDUSTRIA DEI GIOCHI
Il cantiere è già a buon punto. Nei prossimi mesi è pronta a debuttare nella galassia confindustriale una federazione nuova di zecca, con una dote di numeri e fatturati in grado di far sentire tutto il loro peso ai piani alti di viale dell’Astronomia. Nell’ambiente qualcuno ha già iniziato a definirla la «Confindustria dei giochi», anche se poi il nome sarà diverso.
In ogni caso si tratta di una federazione che intende riunire la maggior parte dei big che operano nel settore dell’intrattenimento e dei giochi legali. Quindi va profilandosi un soggetto intenzionato a contare, e molto. Del resto parliamo di un settore che, stando agli ultimissimi dati 2010 diffusi dai Monopoli di stato, è in grado di fruttare una raccolta di più di 60 miliardi di euro, che significano 10 miliardi di incassi secchi da parte delle casse erariali. Insomma, i numeri al potere.
E così, la fetta più consistente dei big, Lottomatica, Sisal, Eurobet, Cogetech, Intralot, bwin, G.Matica e via dicendo, ha deciso di fare il grande passo. Che certo non arriva all’improvviso. L’iniziativa, infatti, è stata presa dalle cinque maggiori associazioni oggi esistenti: Acadi (concessionari degli apparecchi di intrattenimento), Giochi e società (scommesse), Acmi (costruttori di slot machine), Astro (gestori di apparecchi) e Federbingo (concessionari delle sale bingo). Insieme, questo network è in grado di esprimere circa il 70% del mercato. Per questo ora si sta cercando di fare il grande passo nell’organizzazione degli industriali. Le associazioni già adesso aderiscono a Confindustria servizi innovativi e tecnologici e da tempo hanno creato un’area giochi all’interno di viale dell’Astronomia. «Adesso vogliamo diventare federazione», spiega Massimo Passamonti, presidente di Giochi e società, «perché si tratta di un’operazione che ci consente di acquisire più autonomia e più peso nelle decisioni degli organi confindustriali». La speranza, continua Passamonti, è quella di vedere la nuova federazione costituita nell’arco di qualche mese, soprattutto perché i temi sul tavolo sono tantissimi. E già si pensa di organizzare, nel corso del 2011, un grande convegno sullo spinoso e dirimente tema della fiscalità dei giochi in Italia.
I passi compiuti, in ogni caso, non sono pochi. Li riassume Giovanni Emilio Maggi, alla guida dell’Acadi: «Le associazioni del network hanno deliberato o stanno deliberando di procedere, abbiamo discusso del progetto con il vicepresidente di Confindustria servizi innovativi, Ennio Lucarelli, e ora ci aspettiamo di ottenere l’accettazione da parte dei vertici di Confindustria». Maggi insiste sulla coerenza di un percorso che vede impegnate le associazioni da tempo, un tragitto durante il quale «ci siamo parlati, abbiamo ragionato sull’opportunità di fare questo salto di qualità e alla fine ci siamo decisi». Da registrare, almeno per il momento, la posizione di Snai e Bplus, due società che hanno deciso di non aderire al piano.
Ma come viene percepita l’iniziativa dai piani alti dell’associazione degli industriali? Per ora quello che trapela è che Lucarelli sta fornendo un appoggio non indifferente al progetto, così come esponenti politici e istituzionali che hanno voce in capitolo nel settore. Si tratta in particolare del sottosegretario del ministero dell’economia, con delega ai giochi, Alberto Giorgetti, e del direttore dei Monopoli di stato, Raffaele Ferrara. Entrambi vedrebbero di buon occhio un nuovo e più forte interlocutore.
Dalla leader degli industriali, Emma Marcegaglia, al momento non sembrano essere giunti segnali. Ma secondo alcune letture che vengono fornite dagli ambienti di viale dell’Astronomia, il numero uno potrebbe accogliere favorevolmente questa iniziativa, in particolare dopo i difficili rapporti con la Fiat di Sergio Marchionne. In pratica il rischio, più o meno reale, di perdere dall’associazione pezzi da novanta dell’impresa italiana, potrebbe anche spingere la Marcegaglia a guardare con soddisfazione il rafforzamento dell’associazione attraverso l’ingresso di un nuovo e incisivo organismo. La Federazione dei giochi, o comunque si chiamerà, da questo punto di vista potrebbe quindi essere molto utile. Chissà, magari si tratta di letture che eccedono un po’ troppo in dietrologia, ma c’è che è disposto a scommettere sulla loro aderenza alla realtà.
Di sicuro, tra qualche mese, un nuovo soggetto arriverà nella galassia confindustriale con tutta l’intenzione di contare.