Avvenire 3/2/2011, 3 febbraio 2011
IL SUMO SCOMMETTE E FINISCE AL TAPPETO
Incapace di ritrovare il suo spirito originario e nobile, il sumo manda ancora in crisi un intero Paese inciampando in un altro scandalo che prende la forma di incontri combinati con un giro di centinaia di migliaia di yen. L’ultima ombra sulla disciplina sportiva più antica del Giappone, condita di elementi filosofico-religiosi, ha origine da un’altra inchiesta, quella partita nel 2010 sulle scommesse illegali fatte dai lottatori sul campionato di baseball, che hanno fatto emergere legami con gli uomini della yakuza (la mafia nipponica), ricatti incrociati e uso di droga.
La polizia di Tokyo, infatti, ha confermato il ritrovamento di messaggi su telefoni cellulari di una decina di “sumotori”, di cui ben 9 in attività, subito ascoltati anche dalla Japan Sumo Association ( Jsa). La federazione è stata sollecita dal ministro dello Sport, Yoshiaki Takaki, ad aprire immediatamente un’indagine interna anche se, dal rapporto della polizia, non risultano scommesse di persone fuori dal circuito dei lottatori: così la vicenda, pur illegale, non avrebbe i caratteri sufficienti per l’illecito penale. In altri termini, la mancanza di prove di gioco d’azzardo o di “bande” esterne coinvolte impedirebbe di provare le ipotesi di reato.
Le vittorie, dalla lettura delle mail, sono segnalate in acquisto o vendita per diverse centinaia di migliaia di yen (pari a diverse migliaia di euro) per ogni incontro. Già in passato sono state lanciate accuse su ipotetici brogli, ma la Jsa ne ha sempre negato l’esistenza e anche questa volta ha promesso di fare luce e di prendere misure severe. «Provo rabbia e dolore e e sono terribilmente dispiaciuto », ha commentato il presidente federale, Hanaregoma dopo una riunione d’emergenza del board. «È un tradimento contro i tifosi, coloro che hanno amato e amano il sumo», ha continuato, aggiungendo che dai lottatori ascoltati in giornata non era stato ancora possibile avere una conferma sugli incontri combinati. «Voglio andare fino in fondo e in modo che gli eventuali responsabili siano in condizione di rispondere al pubblico e alle aspettative dei tifosi molto presto», ha concluso Hanaregoma.