Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 03 Giovedì calendario

IL SUMO SCOMMETTE E FINISCE AL TAPPETO

Incapace di ritrovare il suo spirito originario e nobi­le, il sumo manda anco­ra in crisi un intero Paese in­ciampando in un altro scan­dalo che prende la forma di incontri combinati con un giro di centinaia di migliaia di yen. L’ultima ombra sulla di­sciplina sportiva più antica del Giappone, condita di e­lementi filosofico-religiosi, ha origine da un’altra in­chiesta, quella partita nel 2010 sulle scommesse illega­li fatte dai lottatori sul cam­pionato di baseball, che han­no fatto emergere legami con gli uomini della yakuza (la mafia nipponica), ricatti in­crociati e uso di droga.

La polizia di Tokyo, infatti, ha confermato il ritrova­mento di messaggi su te­lefoni cellulari di una deci­na di “sumotori”, di cui ben 9 in attività, subito ascoltati anche dalla Japan Sumo As­sociation ( Jsa). La federa­zione è stata sollecita dal mi­nistro dello Sport, Yoshiaki Takaki, ad aprire immedia­tamente un’indagine inter­na anche se, dal rapporto della polizia, non risultano scommesse di persone fuo­ri dal circuito dei lottatori: così la vicenda, pur illegale, non avrebbe i caratteri suf­ficienti per l’illecito penale. In altri termini, la mancan­za di prove di gioco d’azzar­do o di “bande” esterne coinvolte impedirebbe di provare le ipotesi di reato.

Le vittorie, dalla lettura delle mail, sono segnalate in ac­quisto o vendita per diverse centinaia di migliaia di yen (pari a diverse migliaia di eu­ro) per ogni incontro. Già in passato sono state lanciate accuse su ipotetici brogli, ma la Jsa ne ha sempre negato l’esistenza e anche questa volta ha promesso di fare lu­ce e di prendere misure se­vere. «Provo rabbia e dolore e e sono terribilmente di­spiaciuto », ha commentato il presidente federale, Hana­regoma dopo una riunione d’emergenza del board. «È un tradimento contro i tifo­si, coloro che hanno amato e amano il sumo», ha conti­nuato, aggiungendo che dai lottatori ascoltati in giornata non era stato ancora possi­bile avere una conferma su­gli incontri combinati. «Vo­glio andare fino in fondo e in modo che gli eventuali re­sponsabili siano in condizio­ne di rispondere al pubblico e alle aspettative dei tifosi molto presto», ha concluso Hanaregoma.