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 2011  febbraio 03 Giovedì calendario

«QUATTRO CLIC E 200 EURO, ECCO I CERTIFICATI ONLINE» —

«Lo ammetto: ho violato la legge...» . Giulio Nati, 54 anni, sorride: fa il medico di famiglia da oltre 20 anni con una specializzazione in Endocrinologia. Lo studio è a Roma, in via Giovanni Schiaparelli, quartiere Parioli: centinaia di malati, più anziani che giovani, visitati e curati ogni settimana con impegno, passione e cervello. Da molto tempo, infatti, con il computer cataloga gli assistiti e registra in una database patologie e cure. «Sono sempre stato favorevole alle nuove tecnologie — ricorda —. Il primo software per gestire i malati l’ho creato io stesso» . Martedì il dottor Nati ha compilato due certificati di malattia cartacei e li ha consegnati a suoi pazienti: da due giorni, però, è entrata in vigore la Riforma Brunetta che impone ai camici bianchi di inviare certificati di malattia on line. Ieri, invece, per 4 volte la certificazione su Internet ha funzionato alla perfezione. «Martedì pomeriggio il sito era fuori uso e dopo aver provato per mezz’ora a chiamare il call center, ci ho rinunciato — spiega in una breve pausa del suo lavoro—. Avevo più di dieci malati nella sala d’attesa. Non potevo perdere altro tempo» . I pazienti sono stati comprensivi. Per evitare brutte sorprese, il medico ha deciso di scrivere sui certificati che la registrazione sul web era inutilizzabile. Poi, però, ha pensato che sarebbe stato meglio procurarsi qualche prova e ha stampato la pagina del sito sulla quale c’era scritto che il sistema era bloccato. Nella stanza usata per le visite, da una parte c’è la lettiga dietro un separé e dall’altra la scrivania con un computer, circondati da testi di medicina e foto dei figli al mare e sulla neve poggiate sulla libreria. Le dita del dottor Nati scivolano veloci sulla tastiera: «Ecco, vede: questo è il sito per fare le certificazioni on line — fa notare mostrando il pc —. Bisogna compilare 4 maschere di dati» . Se tutti fila liscio «non è un grosso problema, ci impiego 5-10 minuti» , aggiunge. Per velocizzare l’operazione sul web il medico usa un «add on» , cioè un’appendice di un’applicazione software in grado di interagire con il portale dell’Inps. «In pratica mi sono semplificato la vita e con 4 cliccate compilo ogni campo del documento informatico, senza rischiare di fare errori di battitura— precisa —. Ovvio che mi costa 200 euro l’anno a una software house, ma così il certificato arriva subito a destinazione» . Tra i camici bianchi c’è malcontento per le sanzioni destinate a chi usa il vecchio sistema cartaceo: «Sono troppo severe, esagerate— commenta il dottor Nati —. Non siamo dei mafiosi, ma forse Brunetta non se n’è accorto. O forse ci ha scambiati per cani da guardia che devono vigilare se uno prova a fare il furbo» . Di certo, a causa degli ultimi provvedimenti, «lavoriamo di più, i disagi sono aumentati, i vantaggi diminuiti e diamo un servizio peggiore ai malati veri— sottolinea— che avrebbero bisogno di un medico a tempo pieno, non di un professionista che part time fa anche il burocrate» . Il dialogo finisce qui: in sala d’attesa ci sono otto pazienti. Il dottor Nati taglia corto: «Per me il diritto alla salute è sacro» .
Francesco Di Frischia