Massimo Gaggi, Corriere della Sera 03/02/2011, 3 febbraio 2011
UN QUOTIDIANO SOLO PER
iPAD, IL PATTO MURDOCH-APPLE — Popolare, molto colorato, facile da sfogliare, molte immagine e relativamente poco testo. A pagamento ma decisamente low cost: 99 centesimi di dollaro la settimana. «Appena 14 centesimi al giorno» scandisce Rupert Murdoch presentando la sua nuova creatura, The Daily, il primo quotidiano sviluppato solo per le «tavolette» iPad, a un ristretto pubblico di «addetti ai lavori» convocato in una saletta del museo Guggenheim di New York. Arrivato sulla soglia degli 80 anni, l’ «editore globale» che ha ereditato e diretto il suo primo quotidiano nel 1954 e che controlla un impero multimediale che copre America, Europa, Australia e parti dell’Asia, lancia un’altra sfida: quella del quotidiano senza carta. Lui, il più grande stampatore del mondo, presenta il nuovo prodotto indicando la strada di un’editoria che in futuro imparerà piano a «fare a meno di rotative e camion» . Il prototipo di questo che vorrebbe essere il giornale di una nuova era viene mostrata a giornalisti e blogger delle tecnologie digitali dal direttore della nuova testata, il giovanissimo Jesse Angelo, che viene dalle fila del New York Post, il quotidiano popolare del gruppo. Murdoch è affiancato anche dal «partner tecnologico» Eddy Cue, il capo dei contenuti della Apple che produce l’iPad e col quale NewsCorp ha negoziato un complesso (e tormentato) accordo sui sistemi di pagamento. Anche Richard Johnson, il capo di «Page Six» , la seguitissima sezione di gossip del Post, è stato messo in pista per il Daily. Il risultato, almeno a giudicare dal primo numero presentato ieri, non è proprio mozzafiato: Murdoch, da buon venditore, ha detto di aver voluto creare un prodotto unico che, per attirare lettori disposti a pagare informazioni che sono abituati a trovare gratuitamente su Internet, sia capace «di far pensare il suo pubblico, di farlo sorridere, di coinvolgerlo» . Quello che è stato presentato ieri, però, è un giornale digitale con un’impostazione a metà strada tra il classico tabloid popolare (un argomento per pagina con grandi titoli) e il settimane con molti colori e molti reportage fotografici. Più immagini — anche foto che possono essere fatte ruotare a 360 gradi— e filmati in alta definizione che testo. Facile far scorrere le pagine col carousel, difficile trovare testi e storie davvero significativi. Il primo numero dedica la copertina («La caduta del Faraone» ) all’Egitto e per il resto si occupa della bufera di neve in America, dell’anno d’oro di Nathalie Portman e del Superbowl di football, più qualche evergreen come Venezia che affonda. Per adesso nessuna traccia di scoop o di inchieste da giornalismo investigativo. «Faremo anche quelle» ha assicurato Jesse Angelo. Complessivamente il prodotto sembra gradevole, gli esperti dicono che è più facile da sfogliare delle applicazioni iPad di altre riviste come Wired del gruppo Condè Nast o The Project il primo magazine pensato per l’iPad presentato alcune settimane fa, sempre a Nel York dal miliardario britannico Richard Branson. Non c’è, però, nulla di rivoluzionario rispetto alla grafica e alle tecnologie già adottate da questi media. Le immagini tridimensionali di cui si era parlato sono probabilmente riservata a una fase successiva dello sviluppo. Murdoch ha sottolineato che, anche se le ambizioni sono immense, la struttura dei costi è ridotta all’osso: 30 milioni di investimento iniziale e mezzo milione di dollari a settimana per mandare avanti il Daily e i suoi 120 giornalisti. Un prodotto low cost, insomma, che avrò anche un breakven abbastanza basso.
Massimo Gaggi