Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 03/02/2011, 3 febbraio 2011
LAUREA FACILE PER LE STELLETTE. IL TITOLO ALLA CARRIERA PER I GENERALI IN PENSIONE —
Sono 170 generali in pensione. Una pattuglia di arditi che fino a pochi anni fa ricopriva ruoli anche importanti. E che per una «evidente lacuna» normativa non ha la «possibilità di fregiarsi del titolo di laurea» . Una beffa. Ma in aiuto della categoria accorre una leggina su misura all’esame del Senato. Un articoletto appena per allietare la pensione con un riconoscimento alla carriera sotto forma di laurea. Così il generale, insieme ai nipotini, si può godere anche il titolo di dottore. A firmare il disegno di legge è Luigi Ramponi, senatore del Pdl, ex comandante della Guardia di finanza e direttore del Sismi, il servizio segreto militare. «Si tratta di una piccola questione di giustizia che non costerebbe neanche un euro» minimizza lui. Oggi chi frequenta un’accademia militare, per poi diventare ufficiale e magari generale, una laurea la prende direttamente durante il corso grazie agli accordi che ci sono con le università. Non solo. Chi ha fatto l’accademia quando questi accordi ancora non c’erano, almeno La legge Luigi Ramponi (foto), senatore Pdl, ex comandante della Guardia di Finanza e direttore del Sismi, ha presentato un disegno di legge per assegnare a 170 generali in pensione la laurea alla carriera Il parere La commissione Cultura e Senato ha dato parere negativo. La discussione torna alla commissione Difesa 15 anni fa, può chiedere il riconoscimento degli studi fatti allora. E, magari con l’aggiunta di qualche esame, diventare dottore pure lui. Ma la laurea alla carriera resta un miraggio per un «ridotto numero di ufficiali ormai in congedo» . Sono proprio quei 170 generali che non hanno fatto l’accademia ma hanno seguito un altro percorso: ufficiali di complemento, scuola di guerra e via a salire. Ramponi l’accademia l’ha fatta e quindi non ha problemi. Ma sulla questione si scalda: «A chi ha fatto quel percorso io di lauree ne darei due. La scuola di guerra, i corsi di Stato maggiore... Altro che università: sono molto più duri» . Resta da capire cosa diavolo ci può fare un generale in pensione con la laurea nel cassetto? È una questione di onore e pennacchi, che solo chi conosce i militari può capire. Oggi anche un maresciallo si guadagna una laurea con i corsi fatti durante la carriera. E persino i soldati semplici possono diventare dottori, specie se impiegati nelle missioni internazionali. Un generale diplomato e un maresciallo laureato: non è facile, per chi ha comandato tutta la vita, avere un titolo in meno di un sottoposto. Nemmeno in pensione. Ma serve davvero una leggina come questa, specie in un Parlamento praticamente fermo? La commissione Cultura del Senato pensa di no e per questo ieri ha dato parere negativo. La riforma dell’università, appena entrata in vigore, ha reso più difficile per i dipendenti della pubblica amministrazione incassare la laurea facendosi riconoscere i corsi di formazione. Si possono ottenere al massimo 12 crediti e non più 60. «Estendere il beneficio sarebbe un segnale in controtendenza» hanno scritto nel parere. Adesso la palla torna alla commissione Difesa dove il Pd si prepara all’astensione e anche nella maggioranza affiora qualche dubbio. Ma il senatore— generale Ramponi ci crede ancora: «Loro dicono che non si può fare per colpa della legge Gelmini? E allora ce lo potevano dare prima questo benedetto parere» .
Lorenzo Salvia
LA LEGGE – Luigi Ramponi, senatore Pdl, ex comandante della Guardia di Finanza e del settore del Sismi, ha presentato un disegno di legge per assegnare a 170 generali in pensione la laurea alla carriera
IL PARERE – La commissione Cultura e Senato ha dato parere negativo. La discussione torna alla Commissione Difesa