Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 3/2/2011, 3 febbraio 2011
SPESE PAZZE, MASI E MINZOLINI ALL’ESAME DEL CDA RAI
Mauro Masi ha capito di averla fatta grossa. L’assoluzione di Augusto Minzolini, spendaccione con la carta di credito Rai (86 mila euro in 14 mesi), l’ha messo nei guai. Il Consiglio di amministrazione di oggi, in sua assenza – almeno questa è la richiesta del consigliere Nino Rizzo Nervo –, dovrà valutare la complicità del direttore generale che ha ammesso di aver concesso un benefit a Minzolini per compensare l’esclusiva dell’ex giornalista de La Stampa: una carta aziendale con una disponibilità di 5 mila e 200 euro mensili che il direttorissimo del Tg1 ha utilizzato per viaggi turistici, pranzi e cene in comitiva.
IL BENEFIT va previsto nel contratto di assunzione, va tassato con l’aliquota ordinaria e vanno versati i relativi contributi previdenziali, siccome il benefit minzoliniano è sconosciuto al presidente Paolo Garimberti e al contratto stesso, Masi ha di fatto denunciato se stesso e l’azienda di evasione fiscale. Ora dovrà superare il controllo di un magistrato della Corte dei conti che assiste al Cda, Luciano Calamaro, e al collegio dei sindaci. Certo il sostegno numerico e morale dei consiglieri di destra, anche se imbarazzati per un errore clamoroso, meno certo il rischio di un’inchiesta giudiziaria: “Vogliamo una chiarezza fatta da chi è terzo e indipendente. Crediamo che la magistratura possa procedere di ufficio per dire a noi – spiega il segretario dell’Usigrai, Carlo Verna – e a tutti i cittadini se siano stati commessi reati. Immaginiamo possa eventualmente sanzionare anche chi aveva il dovere di vigilare e non lo ha fatto”. È anche l’auspicio di Beppe Giulietti di Articolo 21 e del senatore Pancho Pardi (Idv). Il Partito democratico, invece, chiede un’immediata audizione di Minzolini e del dg in commissione di Vigilanza (e le dimissioni dei due).
IERI MASI ha taciuto. Zero comunicati, zero spifferi, soltanto una piccata lettera a Rizzo Nervo: “La sua missiva era pesantemente intimidatoria – si riferiva al carteggio e ai quesiti su Minzolini dei giorni scorsi – Agirò in tutte le sedi”. Annuncia querela, ma preferisce sussurrarlo perché sarebbe l’ennesimo autogol. Masi conosce un capitolo molto scivoloso per Minzolini e la Rai nell’immenso volume “trasferte del direttorissimo”. L’ex notista politico per 19 volte risulta presente in redazione a Saxa Rubra, tecnicamente si dice “in servizio”, mentre la carta di credito strisciava all’estero in periodi di vacanza (e pagava con i soldi pubblici di viale Mazzini): tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 era a Marrakesh, ad aprile 2010 era a Dubai, a metà agosto 2010 era in crociera tra Palma di Maiorca, Barcellona, Marsiglia e Genova.
IL DIRETTORE generale ha risposto a Rizzo Nervo che si tratta “soltanto di lavoro di rappresentanza e diplomazia”, anche se a capodanno in Marocco. Un buon lavoro, quindi: pagava la Rai e, teoricamente a Roma, Minzolini per il soggiorno a Dubai non ha perso un giorno di ferie. Il dg per coprire l’illustre dipendente ha scoperto l’evasione fiscale di viale Mazzini, un errore che i consiglieri di destra non vogliono condividere. Ieri al nome Masi, tutti zitti.