Gian Antonio Orighi, La Stampa 3/2/2011, 3 febbraio 2011
La Catalogna, la regione più ricca della Spagna che produce il 18% del Pil nazionale, è al verde. Nonostante la regione di Barcellona, come le altre 16 «comunidades autonomas» gestisca il 50% dell’Irpef, il 50% dell’Iva ed il 60% delle imposte speciali raccolti a livello nazionale, Oriol Pujol, il capogruppo al parlamento catalano di CiU, il partito nazionalista di centro-destra che governa in minoranza, ha avvertito martedí scorso: «Potremo pagare gli stipendi fino a marzo se non torniamo a indebitarci»
La Catalogna, la regione più ricca della Spagna che produce il 18% del Pil nazionale, è al verde. Nonostante la regione di Barcellona, come le altre 16 «comunidades autonomas» gestisca il 50% dell’Irpef, il 50% dell’Iva ed il 60% delle imposte speciali raccolti a livello nazionale, Oriol Pujol, il capogruppo al parlamento catalano di CiU, il partito nazionalista di centro-destra che governa in minoranza, ha avvertito martedí scorso: «Potremo pagare gli stipendi fino a marzo se non torniamo a indebitarci». Già, il problema, che la dice lunga sulla «corresponsabilità fiscale», è proprio questo: la Catalogna ha sforato il limite massimo imposto del deficit imposto dal governo di Madrid nel 2010, il 2,4% del Pil, toccando il 3,6%. Ed ha un debito di ben 30 miliardi di euro. «La situazione finanziaria della Generalitat (il governo catalano, ndr) è drammatica», ha insistito ieri Pujol jr., figlio del mitico presidente regionale che ha guidato la Catalogna per 18 anni -. Poi, gettando acqua sul fuoco e per calmare gli animi dei dipendenti, ha aggiunto. «Il mio era solo un modo di dire». «Speriamo che Madrid autorizzi nuove operazioni di debito», gli ha fatto eco l’assessore all’Economia, Mas-Colell. Il mare di debiti è cosí grande che la Generalitat vuole vendere immobili come alcuni ospedali per conseguire liquidità. Per il 2011, la regione deve raccogliere tra i 10 e gli 11 miliardi di euro. Il quotidiano nazionalista La Vanguardia di Barcellona ha calcolato che il debito regionale è aumentato del 244% negli ultimi 14 anni. E spiega: «Il precedente governo di sinistra ( CiU è al potere da dicembre) si giustifica sostenendo che la Catalogna ha sofferto per prima la crisi per la composizione della sua economia ed anche per essere stata tra le prime a mettere in campo misure di stimolo». Però ieri il conservatore e madrileno Abc metteva il dito sulla piaga.«La Generalitat spende 256 milioni di euro annui per affitti nelle zone più esclusive del capoluogo catalano, e ben 2, 4 miliardi di euro in politiche di tutela della lingua catalana, più altri 485 milioni nella regionale Tv3». Travolto dai debiti, il governo di Barcellona ha lanciato in ottobre «bond patriottici» propri ad 1 anno per 2 miliardi di euro perchè non riusciva a trovare finanziatori istituzionali. Cosí non solo ha contribuito a superare il tetto imposto da Madrid per lottare contro il debito statale, ma ha offerto interessi letteralmente greci: il 4,75% quando quelli di Atene, in piena tempesta, erano al 5,3%. Il finanziario Expansión ha fatto i conti per bene ed ha stabilito che, pagando il 3% di commissione alle banche collocatrici, il prestito patriottico comporterà un tasso del 7, 75%. Un record mondiale. Non solo. A nulla è servita la potestà, permessa dalla legge, di aumentare imposte come l’Irpef, incrementando il tasso marginale per i contribuenti con reddito superiore ai 120 mila e 175 euro annui, passando dal 43% statale al 47%, incassando 2 mila euro in più rispetto ad un madrileno con lo stesso introito. «Dobbiamo riformare il sistema», chiosa l’ex premier popolare Aznar.