Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 02/02/2011, 2 febbraio 2011
CASE, FAVORI E RISTRUTTURAZIONI. I 400 NOMI DELLA LISTA ANEMONE —
Ci sono politici, alti funzionari dello Stato, prefetti e poi ministeri, caserme, istituzioni religiose nella nuova lista di 400 nomi che ha beneficiato di ristrutturazioni gratuite. Ci sono soprattutto decine di milioni di euro sottratti alle casse dello Stato. La magistratura di Perugia chiude le indagini sugli appalti concessi per i «Grandi Eventi» ed individua i potenti che hanno beneficiato di soldi e favori. Nei 40 faldoni di atti processuali messi a disposizione della difesa è raccontato il sistema messo in piedi dal costruttore Diego Anemone e dai suoi sponsor principali — il provveditore ai Lavori pubblici Angelo Balducci e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso — per fare soldi con i lavori concessi dallo Stato e con le ristrutturazioni gratuite. Un meccanismo che secondo la Guardia di finanza ha consentito al rampante imprenditore di evadere al fisco oltre 70 milioni di euro. Soldi che le fiamme gialle chiedono di recuperare con il sequestro di tutti i suoi beni, compreso l’ormai famoso Salaria Sport Village per un totale di circa 50 milioni di euro. Balducci e Bertolaso sono accusati di aver ottenuto denaro e altre «utilità» . E adesso si scopre che entrambi avrebbero utilizzato alcuni prestanome per occultare i benefici ricevuti. Mentre il provveditore avrebbe avuto un «cassiere» presso il ministero dei Trasporti, il capo della Protezione civile avrebbe dirottato alcuni contratti sulla moglie e sul cognato. Tra i documenti depositati c’è anche la lettera che il commissario dei Mondiali di nuoto Claudio Rinaldi inviò nel maggio 2009 a Berlusconi, dopo essere stato interrogato dai pm, per evitare il «possibile sequestro del Salaria Sport Village» . La lista delle «commesse» L’incrocio delle testimonianze di fornitori e operai utilizzati per le ristrutturazioni nelle case private ha consentito di ricostruire la mappa dei favori fatti da Anemone. Nella maggior parte dei casi il costruttore addebitava allo Stato gli interventi effettuati negli appartamenti dei privati. Proprio come avvenuto con l’ex ministro Claudio Scajola: i costi per la famosa casa di via del Fagutale— che l’imprenditore aveva provveduto a saldare con 900 milioni di euro— furono conteggiati a carico del Sisde. Il Viminale era una delle istituzioni che Anemone curava in esclusiva grazie all’incarico ottenuto da Balducci e così si spiegano gli interventi nelle strutture della polizia, nei commissariati e nelle case dei prefetti. Nel nuovo elenco compaiono l’ex prefetto di Roma Carlo Mosca, l’ufficiale della Finanza Stefano Salari, l’alto funzionario della Funzione pubblica Maurizio Cavoli, l’economo dell’Esercito Roberto Gelosi, l’ingegnere del Genio civile Vittorio Rapisarda. Il Gruppo Anemone, dice l’accusa, «ha posto in essere una contabilità parallela "criptata", intellegibile solo attraverso la conoscenza di appositi "codici numerici", individuati grazie ad un’analisi meticolosa ed attenta della documentazione» . E questo ha consentito un’evasione di oltre 77 milioni e mezzo di euro che adesso giustificano la richiesta di blocco dei beni. I film con la Medusa Bertolaso ha sempre detto che sua moglie Gloria Piermarini «ha avuto un incarico dal Salaria Sport Village per il rifacimento dei giardini» , mentre il cognato Francesco Piermarini «l’ho scelto perché si tratta di un bravo ingegnere» . Gli accertamenti patrimoniali svolti dai carabinieri del Ros hanno mostrato una realtà ben diversa. Nel 2003 con la società «le Grand Bleu» , il cognato si occupa di cinema. E così si espone per il finanziamento del film «Il servo ungherese» che arriva in sala l’anno successivo. La produzione della pellicola «è in parte coperta da un finanziamento dello Stato» , ma non basta. I diritti vengono ceduti alla Medusa Film, la società controllata dal gruppo Mediaset. La svolta arriva nel 2005 quando Anemone gli propone di sovrintendere alla contabilità dei lavori di ristrutturazione della caserma Zignani, destinata a sede del Sisde, il servizio segreto civile. Piermarini ottiene un contratto da 35 mila euro e riesce a entrare nel giro degli appalti. E per farlo, almeno a leggere la relazione della Guardia di finanza, non deve faticare molto. Scrivono gli investigatori: «Sulla base degli accertamenti finora eseguiti, le prestazioni rese da Piermarini non appaiono idoneamente documentate e, pertanto, i relativi costi si ritengono, allo stato, non deducibili dal reddito di impresa della società» . Resta comunque nel «giro» . E così, come documentano le verifiche bancarie, tra il 2007 e il 2009 ottiene «4 bonifici dell’importo complessivo di 287 mila euro per lo svolgimento dei lavori per il G8 e per le celebrazioni dell’Unità d’Italia» , oltre a 67 mila euro per «l’emergenza socio economico ambientale nella Laguna di Marano Lagunare e Grado» . I bonifici alla signora Bertolaso Incarichi ben remunerati anche per la moglie di Bertolaso che tra il 2004 e il 2007 ha ottenuto 4 incarichi per 114.550 euro. Il 15 ottobre 2004 arriva un bonifico da 25.650 euro da Italferr spa. Il 30 maggio 2005 altri soldi: 27.750 dalla stessa ditta. Il 22 settembre 2006 la cifra sale e a pagare è la Sac, società «riferibile all’imprenditore Cerasi Emiliano collegata al Gruppo Anemone che si è aggiudicata i lavori di restauro del teatro Petruzzelli di Bari e quelli del Nuovo Teatro di Firenze (programma Celebrazioni 150 ° Anniversario dell’Unità d’Italia, per l’importo contrattuale di euro 69.820.170,00). Per entrambe le gare di appalto, il presidente di gara era Salvo Nastasi» , capo di gabinetto del ministro Sandro Bondi. E infine a Gloria Piermarini il 5 aprile 2007 è arrivato un bonifico di 24.750 euro dalla Redim che fa parte del Gruppo Anemone «per la progettazione preliminare relativa alla sistemazione paesaggistica degli spazi verdi e dei parcheggi del Centro Salaria Sport Village» , l’unico contratto che Guido Bertolaso aveva ammesso. Il «cassiere» di Balducci È stata una segnalazione anonima, poi verificata dalla Finanza, a far scoprire come il «cassiere» di Angelo Balducci possa essere Giancarlo Farinelli, responsabile della divisione qualificazione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Un ruolo nella gestione delle finanze del provveditore viene attribuito anche a sua moglie, Anna Maria Leonetti, che secondo la denuncia «risulta essere intestataria di un conto corrente bancario acceso presso la Bmp di Roma, di conti correnti in Svizzera ed in San Marino, dove sono transitati svariati miliardi e che la stessa, unitamente al marito, possiede quote societarie importanti, il tutto derivante da proventi illeciti e tangenti frutto di collaborazioni con Balducci» . A destare l’interesse degli investigatori è soprattutto la donna, non solo perché possiede quote di diverse società, ma per alcune segnalazioni di operazioni bancarie sospette. Sul loro ruolo gli accertamenti dei magistrati risultano tuttora in corso.
Fiorenza Sarzanini