Deborah Ameri, Il Messaggero 2/2/2011, 2 febbraio 2011
LA MAPPA DEL CRIMINE
Molto più precisa di Google Street View e sicuramente più esauriente di una normale cartina su internet. «E’ la prima mappa del crimine al mondo», si vanta il ministro dell’Interno britannico Theresa May. Basta un click sul sito della polizia (www.police.uk) per controllare quali e quanti crimini sono stati commessi in un quartiere, via per via, in tutta la Gran Bretagna. E’ sufficiente inserire il codice postale per veder comparire la cartina della zona di residenza punteggiata di pallini rossi.
All’interno dei quali compaiono i numeri che indicano la somma dei reati commessi. Una legenda a parte spiega come sono suddivisi: furti con scasso, rapine, crimini violenti (tra cui gli omicidi), furti di auto, comportamento antisociale (che di solito si riferisce a schiamazzi e disturbi) e altri reati, che raggruppano anche gli stupri, per fare in modo che non vengano identificati gli indirizzi delle vittime. Da ieri il sito avrebbe dovuto funzionare a pieno regime, ma è stato ripetutamente inaccessibile per gran parte del giorno a causa dei numerosi contatti. «Si tratta di problemi tecnici temporanei - è stato costretto a puntualizzare l’imbarazzato Home Office - stiamo ricevendo 5 milioni di richieste all’ora».
E’ la prima volta che questo genere di mappa interattiva viene resa disponibile per un intero Paese. Negli Stati Uniti esperimenti del genere sono stati già condotti ma su un’area limitata a pochi quartieri. I britannici, invece, potranno consultare la loro cartina colorata per decidere dove abitare, per esempio. O per bacchettare il commissariato di zona in caso di aumento dei crimini. L’iniziativa va di pari passo alla decisione del premier David Cameron di rendere i dirigenti delle stazioni di polizia direttamente eleggibili dai cittadini, che in caso di scarsi risultati potranno anche richiederne la rimozione.
Il tutto è costato 300.000 sterline, una bella cifra in tempo di austerity. Ma oltre a rendere disponibili i dati dei crimini mese per mese, il sito fornisce anche video di eventuali incidenti o rapine, registrati dalle telecamere a circuito chiuso, e persino i numeri telefonici e i contatti Twitter degli agenti di pattuglia.
«Chiunque potrà tenere sotto controllo la zona in cui vive - ha dichiarato il ministro May - invece di affidarsi ai titoli dei giornali». Ma le polemiche non mancano. Si teme che questo termometro della criminalità possa far crollare i prezzi delle case nelle aree più malfamate. O che possa stigmatizzare certi quartieri, a rischio di diventare dei ghetti. «Persone che magari pensano di vivere in una zona sicura guardando le cifre potrebbero accorgersi del contrario. E questo potrebbe provocare ansia o panico», ha spiegato al Times Roger Matthews, docente di Criminologia alla South Bank university di Londra. Ma il sottosegretario alla Sicurezza, Nick Herbert, ha definito il progetto una rivoluzione del «crime mapping» e ha annunciato che presto sarà disponibile anche sul cellulare come applicazione