Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Scarpe strette, eppur bisogna andare. O almeno bisognerebbe perchè se poi i problemi con le calzature diventano tormenti insopportabili bisogna fermarsi. Come si fa a spazzare la strada con l’alluce che fa male o il tallone usurato dallo sfregamento con la tomaia? Accade anche questo a Palermo. Che i netturbini si mettono in sciopero perchè le nuove calzature anti-infortunistica non vanno bene. Poco eleganti, certamente. Ma su questo magari si può sorvolare. Ma troppo strette proprio no. Questo è motivo di sciopero. Accade ad Isola delle Femmine, piccolo comune alle porte di Palermo, dove sette operatori ecologici da due settimane hanno incrociato le ramazze. Lamentano anche l’inadeguatezza del guardaroba: un giubbotto ed un paio di pantaloni estivi. Che a Isola delle Femmine è proprio una pena. Perchè, a ben guardare, da quelle parti tanto freddo non fa nemmno a gennaio.
Come dice il nome stesso, il centro abitato è totalmente affacciato sul mare. Sta sulla terraferma anche se prende il nome da uno scoglio che, un tempo, avrebbe ospitato un carcere femminile. Racconto inventato. Tuttavia utile ad alimentare il mito della prevalenza del maschio siciliano sull’altro sesso. E chissà? Forse anche questo avrà generato la protesta. In fondo spazzare è lavoro per donne.
Perchè, a dirla tutta, è forte il dubbio che i sette netturbini di Isola delle Femmine più che di mal ai piedi soffrano di allergia al lavoro.
«Abbiamo invitato i responsabili della sicurezza a verificare – dice Antonio Geraci responsabile del servizio di raccolta dei rifiuti – Io non metto in discussionequantosostengonoi lavoratori, ma già in passato si sono lamentati per altre vicende. Abbiamo così deciso di ricomprare le scarpe antinfortunistica, spero che questa volta vadano bene. La situazione dovrebbe tornare normale nel giro di qualche giorno». Certamente sarà così. Ma non è escluso che la prossima volta i netturbini di Isola delle Femmine non si lamentino del bastone troppo corto.

N.SUN.