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 2011  febbraio 02 Mercoledì calendario

Benedetti Elisa

• 1985 (~), 29 febbraio 2011 (il cadavere fu trovato la mattina del 31 gennaio a pochi metri dalle acque del torrente Ventia, in località Casa del Diavolo, provincia di Perugia) • «[...] Sabato sera [...] Elisa esce con Vanessa, l’amica conosciuta ai tempi di ragioneria che passa a prenderla con la sua Punto grigia. Alle 21,30 le due amiche sono nel bar del distributore Ip di Ponte Rio, alla prima periferia di Perugia. Bevono un paio di birre con quattro tunisini incontrati al bancone. Alle 23 lasciano il locale e risalgono sull’auto per tornare a casa. Allo svincolo per la E45 però la Punto grigia viene tamponata da un’altra auto. Vanessa scende per conciliare i danni con l’automobilista. È allora che Elisa prende il suo posto alla guida e fugge dando inizio al mistero. Un mistero alimentato dalla prima telefonata ricevuta dal centralino del 112 verso mezzanotte e mezza. “Mi hanno violentata, aiutatemi, mi sono persa” urla Elisa al carabiniere in ascolto. Nella centrale dell’Arma cercano di capire da dove chiami quella ragazza confusa, le consigliano di restare in auto, di accendere luci e frecce. La ragazza chiama in tutto tre volte, poi la batteria si esaurisce, il cellulare non dà più segnali. Nel frattempo anche Vanessa ha chiamato il 112: “Sono preoccupata per la mia amica, forse abbiamo bevuto un po’ troppo”. Carabinieri, vigili del fuoco e volontari della protezione civile cercano Elisa per tutta la domenica, perlustrando i boschi intorno a Casa del Diavolo. La cassetta dell’impianto di sorveglianza del bar di Ponte Rio viene sequestrata. Nelle immagini si vede Elisa ridere allegra mentre parla con i quattro tunisini. “Sembra un po’ sopra le righe” ammettono i carabinieri che però hanno rintracciato i quattro nordafricani in poche ore e li hanno interrogati a lungo. “Sono risultati del tutto estranei, la telecamera li ha ripresi mentre salgono sulla loro Golf e prendono la direzione opposta alle ragazze” spiegano ora gli investigatori. Lunedì mattina le ricerche di Elisa riprendono all’alba. Sono le 11,30 quando il pilota dell’elicottero dei vigili del fuoco nota una macchia viola tra gli arbusti, il maglione della giovane scomparsa. Gli basta abbassarsi un poco per vedere, al di là del torrente, un corpo infangato. Pochi minuti e le pattuglie di vigili del fuoco e carabinieri che stanno perlustrando a piedi la campagna sono di fronte al cadavere di Elisa. La Punto grigia su cui era fuggita è stata ritrovata poco più in là, in fondo a una strada sterrata, bloccata dal fango. Anche il corpo di Elisa è coperto dal fango che rende irriconoscibili i leggings non calzati del tutto e la camicia leggera. Il suo giaccone è stato ritrovato in auto. Il maglione invece è appeso a un ramo poco distante. Forse si era bagnato. La ragazza potrebbe anche essere morta di freddo. Il medico legale Annamaria Verdelli, dopo una prima ricognizione esterna del corpo, spiega: “Non ci sono tracce di violenza ma si dovrà aspettare l’autopsia per capire” [...] Per gli investigatori Elisa potrebbe essere fuggita per evitare controlli dopo l’incidente (l’amica Vanessa ha confidato ai carabinieri: “Non abbiamo solo bevuto, abbiamo preso qualcosa di più forte”), poi si sarebbe persa e caduta accidentalmente nel tentativo di trovare una via d’uscita dal pantano in cui era finita. Resta però il mistero di quelle telefonate al 112. E l’inquilina di una casa da cui parte la strada che porta al torrente dice che Elisa le ha citofonato. “Barcollava, era strana ma non impaurita. È salita in auto e se n’è andata dopo che mi sono affacciata. Dopo sono passate altre due auto”» (Meo Ponte, “la Repubblica” 1/2/2011) • «[...] Un’incomprensibile fuga, la ricerca di una casa misteriosa, due cellulari spariti e due sconosciuti marocchini. Diventa sempre più “gialla” la trama che si sviluppa intorno alla tragica fine di Elisa Benedetti, ritrovata cadavere nei boschi di Casa del Diavolo. La stessa procura di Perugia manifesta le sue perplessità sulla vicenda aprendo un fascicolo modello 44 dal titolo “morte conseguente ad altro reato” [...] i carabinieri hanno interrogato [...] a lungo Vanessa Coltrioli, l’amica con cui Elisa era uscita [...] Il suo racconto è infatti stato contraddetto dalla testimonianza di Ahmed Khelili, il tunisino che aveva incontrato le due ragazze al bar del distributore Ip di Ponte Rio. Vanessa aveva detto ai carabinieri che lei ed Elisa dopo aver bevuto qualche birra nel bar al margine della statale avevano deciso di tornare a casa. Ha invece raccontato Khelili: “Quelle due ragazze sono entrate nel locale e si sono sedute vicino a me. Elisa mi è parsa subito molto ubriaca e ha continuato a bere whisky, Vanessa era più sobria. Abbiamo iniziato a parlare. Mi hanno detto che stavano andando in discoteca, alla Red Zone di Ponte Pattoli e mi hanno chiesto se le volevo raggiungere. Nel frattempo è arrivata una Passat con due marocchini che si sono avvicinati alle ragazze. Non ho sentito che cosa hanno detto. Mi sono allontanato per prudenza. Quei due però si sono rivolti a me dicendomi: ‘Lascia perdere queste due ragazze’. E se ne sono andati. Anche Elisa e Vanessa hanno lasciato il locale. Ho telefonato a mio fratello per farmi venire prendere, io ho la patente sospesa e non posso guidare. Quando è arrivato ho telefonato alle ragazze, mi hanno risposto ma non ho capito nulla per il rumore nel bar. Poi non sono più riuscito a contattarle e sono andato in centro a Perugia con mio fratello’. La testimonianza di Ahmed quindi, oltre a contraddire Vanessa, fa irrompere nella vicenda altre due misteriose comparse. [...] I carabinieri hanno anche ricostruito l’incidente delle due ragazze all’incrocio con la E45: Vanessa che era alla guida non ha rispettato lo stop e ha speronato l’auto di due fidanzati. Dopo quello scontro che Elisa fugge con la Punto dell’amica. Sorpresa dalla "“uga” di Elisa, Vanessa si fa accompagnare al Red Zone dai due fidanzati. Il parcheggiatore del locale ammette di aver visto una Punto con una ragazza alla guida sbattere contro il muro di una casa vicina, chiedere scusa all’anziana inquilina e ripartire. Vanessa a quel punto chiama i genitori per tornare a casa. Soltanto alle quattro chiama i carabinieri dicendosi “preoccupata” per la sorte dell’amica. L´ultima persona a vedere Elisa ancora in vita è Raul Rosi, un tecnico del Cnr che vive in una villetta sulle colline di Casa del Diavolo, al margine della strada che porta al torrente Ventia. “Ho sentito suonare il clacson – ricorda – sono uscito e ho visto una Punto grigia nel mio cortile con alla guida una ragazza. Mi ha detto: ‘Scusi ho sbagliato casa’. Le ho spiegato che, dopo la mia, c’erano su quella strada due case abbandonate. Mi ha risposto con un cenno sgarbato ed è ripartita su quel sentiero senza sbocco...”. È mezzanotte e mezza quando Raul Rosi incontra Elisa. All’una meno un quarto la ragazza telefonata al 112 dicendo: “Mi hanno violentata, sto scivolando, mi sono persa”. Telefonerà ai carabinieri altre due volte e una al 118. L’ultima chiamata al 112 è alle 2.07 e dura 27 minuti. Elisa però dà indicazioni sbagliate, dice di essere sulla riva del Tevere e ripete: “Ho paura”. [...] Resta il mistero di chi doveva incontrare la ragazza e soprattutto quale casa cercasse. A.B., una sua amica, ai carabinieri ha dato un ritratto inquietante di lei e Vanessa dicendo: “Compravano spesso stupefacente da un personaggio che sabato sera non hanno trovato”. Gli investigatori cominciano a parlare di eroina, Vanessa avrebbe ammesso di averne comprato con Elisa in centro, prima di andare al bar Ip, nei primi interrogatori. Ed è inquietante anche il comportamento di Alex Pieraccini, il fidanzato brasiliano di Elisa. Resta a Firenze nonostante la ragazza sia scomparsa [...] si presenta in banca per un prelievo con la carta di credito cointestata con Elisa. I carabinieri lo bloccano, lo interrogano e lo rilasciano in serata» (Meo Ponte, “la Repubblica” 2/2/2011).