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 2011  febbraio 02 Mercoledì calendario

L’economia egiziana in caduta libera - L’Egitto, dal punto di vista economi­co, è in una situazione di grave precarietà, anche per la chiusura di molte attività (Bor­sa inclusa) a causa dei problemi di sicurez­za

L’economia egiziana in caduta libera - L’Egitto, dal punto di vista economi­co, è in una situazione di grave precarietà, anche per la chiusura di molte attività (Bor­sa inclusa) a causa dei problemi di sicurez­za. E un nuovo duro colpo è arrivato ieri da Standard and Poor’s che ha annun­ci­ato di aver abbassato il rating del debi­to da Bb+ a Bb, e di ipotizzare per il Pae­se un nuovo abbassamento entro tre mesi a causa dell’instabilità politica. Una decisione simile era stata presa lu­nedì da Moody’s: declassamento del ra­ting a Ba2. «L’instabilità politica e i di­sordini rallenteranno la crescita econo­mica dell’Egitto e avranno un effetto sulle sue finanze pubbliche», osserva S&P in una nota. Questo declassamen­to non toglie comunque che l’Egitto re­sti nel novero dei Paesi il cui debito è considerato «solvibile». S&P ha precisa­to di «mettere il debito a lungo termine sotto un outlook negativo», suscettibi­le cioè di essere ulteriormente tagliato nei prossimi mesi. Preoccupato è il nu­mero uno del Fondo monetario interna­zionale, Dominique Strauss-Kahn, il qua­le fa s­apere che rivolte come quella egizia­na possono scoppiare in qualsiasi altro Pa­ese con un alto livello di disoccupazione. Alcune grandi ditte straniere hanno in­terrotto l’attività e in queste ore stanno rim­patriando gran parte del personale. L’it­a­liana Pirelli sta monitorando la situazione. In Egitto il gruppo milanese è presente e negli ultimi giorni registra una produzio­ne ridotta «al 40%»,come ha spiegato il pre­sidente Marco Tronchetti Provera. A qua­si 2,5 miliardi, poi,ammonta l’export italia­no verso l’Egitto tra gennaio e ottobre 2010. Il valore delle importazioni è invece intorno a 1,5 miliardi, con un saldo in calo di 109 milioni.Intanto,a dare un po’ dire­spiro ai mercati, dopo le sofferenze dei giorni scorsi causate dalla rivolta contro il presidente Hosni Mubarak, sono stati al­cuni dati positivi sullo stato di salute del­l’economia globale. L’euro è volato sopra il muro di 1,38 dollari, toccando i massimi da oltre due mesi a questa parte, le Borse europee hanno recuperato le perdite di ve­nerdì, mentre il petrolio è sceso sotto i 91 dollari al barile. A Milano il titolo Italcementi, oggetto di pesanti vendite per la crisi egiziana, ieri ha chiuso con un +6,11%. Le azioni avevano perso terreno nei giorni scorsi a causa dei timori legati all’Egitto dove gli scontri ave­vano fatto impennare il prezzo del greg­gio. In tale contesto, tuttavia, in Borsa han­no ben tenuto i titoli energetici. Restano sempre non poche incognite come, se la situazione si dovesse aggravare, quella del­la chiusura dello strategico Canale di Suez.«Un’ipotesi-secondo Goffredo Gale­azzi, direttore della Staffetta Quotidiana ­che comporterebbe sicuramente un forte impatto sui prezzi petroliferi».