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 2011  febbraio 02 Mercoledì calendario

IL DÉJÀ VU CHE SPAVENTA IL CAVALIERE "VOGLIONO ROVINARMI COME A NAPOLI" - ROMA - È

lo spettro del ‘94 quello che sta tormentando il Cavaliere. Il trauma vissuto a Napoli, alla conferenza internazionale sulla legalità, con i carabinieri a pietrificarlo con l´invito a comparire per le tangenti Fininvest. E fu l´inizio della fine. Una congiunzione astrale che potrebbe ripetersi fra poche ore, quando Berlusconi venerdì sarà a Bruxelles per il consiglio europeo sull´Energia. Lì, nella grande sala con gli altri 26 leader, il premier potrebbe essere travolto dalla richiesta di rito immediato per reati agghiaccianti come la prostituzione minorile. Tanto che il Cavaliere starebbe meditando di non presentarsi proprio al summit, accampando come scusa lo spostamento del Consiglio dei ministri a venerdì. Un Consiglio ovviamente «epocale», che dovrebbe dare il via alla «rivoluzione liberale nell´economia» con la riforma Tremonti dell´articolo 41 della Costituzione.
Anche ieri il Rubygate ha monopolizzato il lungo vertice a palazzo Grazioli. Ed è stato proprio Berlusconi, mentre si discuteva di allargamento della maggioranza e di sottosegretari da nominare, a dar voce alla paura che lo sta tenendo sveglio in queste notti: «Mi accusano di cose infami nonostante le ragazze coinvolte abbiano tutte smentito con dichiarazioni incontestabili. In un paese normale questo sarebbe bastato per archiviare tutto e chiedere scusa al sottoscritto. Invece no, puntano a dare la spallata finale, vogliono rovinarmi». Il sospetto del premier è che, contestualmente alla richiesta di processarlo, i pubblici ministeri milanesi rovescino sulla scrivania del Gip qualche carta pesante, tenuta finora coperta. Nel Pdl sono terrorizzati per le eventuali «foto» dei festini, è quasi un´ossessione. E non è forse un caso che Luca Barbareschi, reduce da un lungo incontro ad Arcore con Berlusconi, ieri abbia parlato con certezza di «foto fatte con strumenti professionali usati per lo spionaggio». Non scatti catturati dalla ragazze con i telefonini dunque, ma immagini realizzate «grazie ad apparecchi che costano più di 25 mila euro». E chi può averlo rivelato a Barbareschi se non il diretto interessato?
Con questo timore sullo sfondo si comprende quindi meglio il contesto in cui è maturato «l´equivoco» (come è stato definito da Paolo Bonaiuti) del comunicato sulla nomina della Brambilla e della Santanché a responsabili per le «mobilitazioni a difesa del premier dalle aggressioni mediatico-giudiziarie». A finirci in mezzo sono stati i vasi di coccio di via dell´Umiltà, da cui materialmente è partito il comunicato, ma la verità è che lo stesso Berlusconi aveva dato via libera a una pressante richiesta della Brambilla per una iniziativa di gazebo anti-pm. Una mossa che ha fatto infuriare, nell´ordine, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Paolo Bonaiuti e Giuliano Ferrara. Da qui la precipitosa marcia indietro. Senza contare l´irritazione del Quirinale per il possibile riattizzarsi dello scontro istituzionale tra palazzo Chigi e la magistratura inquirente. E tuttavia, al di là delle responsabilità personali, il giallo del comunicato rivela la confusione che regna alla corte di Silvio, dove si vivono ore nevrotiche in attesa che si abbatta il diluvio. Anche il contropiede sul terreno dell´economia, iniziato con la lettera al Corriere della sera, appare come il frutto dell´improvvisazione. Raccontano infatti che Tremonti non ne fosse a conoscenza e che abbia vissuto come una forzatura questa accelerazione su provvedimenti che ancora non hanno raggiunto una sufficiente maturazione. Per questo ieri il premier ha sentito il bisogno di chiamare il ministro dell´Economia e oggi è già in agenda un chiarimento faccia a faccia tra i due. Per cercare di spostare l´attenzione sul piano del "fare", Berlusconi ha già prenotato un´intervista al Tg1 di questa sera, dedicata appunto a illustrare come intende dare la «frustata al cavallo». E il caso Ruby? In attesa delle mosse della procura, il premier prova a scherzarci su: «Venite, il "bunga bunga" è di qua», ha detto ieri a una festa indicando la sala del ricevimento.