Augusto Grandi, Il Sole 24 Ore 3/2/2011, 3 febbraio 2011
FALSA PARTENZA PER L’AUTO 2011
L’importante è accontentarsi. Di fronte al calo del 20,7% delle immatricolazioni a gennaio (si veda il Sole 24 Ore del 29 gennaio) dal mercato italiano dell’auto il presidente del Centro studi Promotor Gl Events, Gian Primo Quagliano, sottolinea che il dato è indubbiamente negativo, ma che siraffronta con il gennaio dello scorso anno che beneficiava ancora degli incentivi. Inoltre «alcune case hanno annunciato – assicura Quagliano – di non voler più fare "chilometri zero"». Mentre all’Unrae aggiungono che la flessione è conseguenza del basso numero di ordini rimasti inevasi.
In ogni caso le 164.356 consegne dello scorso mese confermano il momento particolarmente difficile del settore. Ma le analisi relative ai prossimi mesi sono profondamente discordanti. Da un lato Federauto stima il mercato complessivo del 2011 intorno a 1,8 milioni di consegne, cioè il 28% in meno rispetto al 2007. E l’indice di fiducia dei consumatori, sceso da 109,1 a 105,9 dovrebbe confermare le previsioni improntate al pessimismo. E questo, secondo alcuni concessionari, potrebbe portare ad una riduzione degli addetti presenti nelle reti vendita.
In realtà sia l’Unrae sia Quagliano ritengono che ci siano le condizioni per una seppur modesta ripresa. Da un lato la crescita del Pil, lentissima ma comunque positiva. D’altro lato le novità dei modelli già presentati e di quelli che arriveranno nei prossimi mesi. Tutto questo dovrebbe favorire un incremento delle immatricolazioni. Per Quagliano il 2011 dovrebbe chiudersi con consegne comprese tra 1.850.000 e 1.950.000 unità. Volumi in ogni caso molto lontani da quelli degli anni d’oro e inferiori anche a quelli del 2010, chiuso con 1.961.312 immatricolazioni e una flessione del 9,18 per cento.
Ovviamente se la modesta ripresa economica venisse accompagnata da misure strutturali per favorire il rinnovo del parco circolante, e si evitassero misure episodiche di restrizione della circolazione o interventi che creano solo intasamenti nel traffico privato, la situazione potrebbe migliorare ulteriormente.
Per il momento, comunque, i costruttori devono fare i conti con la realtà e non con le speranze. Una realtà che, a gennaio, vede ancora una volta il gruppo Fiat penalizzato maggiormente rispetto al mercato complessivo (mentre la Chrysler, controllata da Fiat, ha visto crescere del 23% le consegne negli Stati Uniti). Il Lingotto ha consegnato il mese scorso 48.045 vetture, con un calo del 27,72% e la quota è scesa dal 32,07 al 29,23 per cento. Ma al gruppo torinese ricordano che la quota era del 27,5% ad ottobre, del 28,5% a novembre e del 29,7% a dicembre. Per affrontare il momento di particolare difficoltà, determinato per Fiat dalla fine degli incentivi, il gruppo ha lanciato una serie di iniziative commerciali all’insegna degli sconti e della trasparenza.
A gennaio, comunque, i marchi Fiat e Lancia hanno accusato cali rispettivamente del 34,3 e del 21,8% mentre Alfa Romeo, trainata dalla Giulietta, è in progresso del 28,58 per cento.
Tra le marche straniere crescita a due cifre per Seat e Skoda (Volkswagen), per Mini (Bmw), Jeep, Nissan, Dr Motor e Porsche. Exploit a tre cifre per Mistubishi (+195%) e Saab (+212%), ma su volumi limitati. A livello di gruppo Volkswagen conquista il primo posto tra gli stranieri, davanti a Psa e Ford, entrambi con cali intorno al 30 per cento.