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 2011  gennaio 31 Lunedì calendario

Il Talmud diventa best seller in Cina - Otto su dieci sono buddisti. Ma qui abita anche il Confuciane­simo, il Taoismo, il Falun Gong

Il Talmud diventa best seller in Cina - Otto su dieci sono buddisti. Ma qui abita anche il Confuciane­simo, il Taoismo, il Falun Gong. Senza contare che molti da queste parti sono atei perchè per decenni è stato, e per certi versi ancora lo è, il marxismo la religione di Stato. Ma l’aria a quanto pare è cambia­ta. C’è uno spirito diverso in Cina e nuova voglia di sacro. Hanno sco­perto il Talmud per esempio, uno dei testi sacri dell’Ebraismo, ed è piaciuto così tanto da diventare il best seller più venduto del mo­mento. Ma non per ragioni misti­che ma terra terra. Perchè sarebbe il manuale ideale per fare soldi. E la lunga marcia della Cina verso il capitalismo ha bisogno di guide più sicure della Michelin, sempre che non abbiano, com’è probabi­le, confuso il senso del testo sacro con il profano. Così il Talmud, che tradotto si­gnifica l’ «Insegnamento» è diven­tato un manuale per fare fortuna. Tipo: «Come diventare ricchi ed essere felici» o «101 metodi per fa­re soldi ».L’idea che l’ebreo comu­n­emente detto sia il migliore affari­sta del mondo pare però non sia accompagnata per niente da que­s­ta parte del pianeta dal solito sgra­devole stereotipo vagamente raz­zista che lo perseguita da secoli. Ma dalla sincera e autentica am­mirazione che si deve al migliore. E probabilmente ha avuto il suo inizio a metà del diciannovesimo secolo, quando molti investitori ebrei hanno cominciato ad affolla­re la Cina e mostrare, nell’econo­mia e nel commercio, di che pasta sono fatti. Molti dei primi magnati stranieri come Silas Hardoon e la dinastia Sassoon erano ebrei e al­tri oggi come Michael Kadoorie, che vive da sempre a Hong Kong e che con i generatori di energia è diventato uno degli uomini più ric­chi del mondo, sono diventati un punto di riferimento, un modello da imitare, se non da copiare visto che qui sono i migliori. Senza con­tare che alcuni ebrei hanno attra­versato senza passare inosservati la storia della Cina: Sidney Ritten­berg, il primo cittadino america­no ad aderire al Partito Comuni­sta Cinese, e il giornalista Israel Ep­stein, uno dei pochissimi occiden­tali ad aver intervistato Mao e al cui funerale hanno partecipato il presidente cinese Hu Jintao e il premier Wen Jiabao. L’ammirazio­ne per l’ebraismo insomma nasce da una storia che va oltre gli affari. Dicono ci siano questioni di affi­nità. Gli ebrei antichi e i cinesi mo­derni, è la tesi, hanno lo stesso ti­po di problemi, come l’immigra­zione e l’isolamento. Facile quin­di trovarsi sulla stessa barca. Non tutti però sono d’accordo. É vero che il Talmud parla di diritto con­trattuale, stime e interessi «ma non per questo deve essere consi­de­rata una guida per diventare ric­chi rapidamente » si indigna il rab­bino Eliezer Diamond, professore associato di Talmud al Jewish Theological Seminary di New York. «Ho sentito però un paio di persone dire che gli ebrei sono di­ventati più intelligenti per merito del Talmud...». Sarà. Ma sono stati manuali dai titoli come «Le 101 regole ebree per il Business», «Il libro illustrato della saggezza ebraica» e le biogra­fie di gente che ha fatto montagne di soldi come Warren Buffet e Bill Gates a far esplodere le vendite del Talmud. E il «Talmud Busi­ness Success Bibles» che svela la formula magica del successo eco­nomico degli ebrei è diventato in Cina l’immancabile cadeaux per un viaggio d’affari. Poi ci sono le esagerazioni, come se non lo fosse anche questa. A Taiwan c’è un al­bergo Talmud ispirato al «concet­to di successo». In ogni stanza, co­me fosse una Bibbia, ti trovi una copia del libro sacro sul comodi­no, tanto per non perdere l’allena­mento anche di notte. Se poi la mattina riesci ad andare via senza pagare il conto vuol dire che hai fatto tombola.