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 2011  febbraio 01 Martedì calendario

MADE IN CHINA (E YUAN), PER VOCE ARANCIO


26 MILIARDI Il “made in China” pesa sulla nostra economia per quasi 26 miliardi di euro: oltre un punto e mezzo di Pil (circa tre volte il prodotto interno lordo di un paese come il Nicaragua, l’equivalente del costo di quattro ponti sullo Stretto).

AFFARI L’interscambio (la somma dell’import e dell’export) tra Italia e Cina vale complessivamente 34 miliardi di euro.

IN ITALIA/1 Le imprese cinesi in Italia sono quasi cinquantamila (precisamente 49.854) e le loro attività si concentrano principalmente in Lombardia (10.129), Toscana (9.840), Veneto (5.798), Emilia Romagna (5.035), Lazio (4.587). I piccoli negozi di vicinato e gli ambulanti i settori dove sono più presenti. Segue il manifatturiero: tessile, abbigliamento, pelletteria, calzature.

IN ITALIA/2 Dal 2002 al 2009 gli imprenditori cinesi presenti nel nostro Paese sono aumentati del 131,1%, con punte del 406% in Calabria, del 390, 9 in Molise, del 387,5 in Basilicata, del 380% in Valle d’Aosta. Nonostante la crisi economica, tra il 2008 e il 2009 la loro presenza è aumentata su tutto il territorio nazionale del 7,8% con crescite interessanti in Piemonte (12,2%), in Lombardia (9,5), in Veneto (8,9).

GIOCATTOLI Per l’Italia l’interscambio mondiale di giocattoli vale circa 610 milioni di euro, quasi 120 milioni in più rispetto al 2009. Il 52,7% dei prodotti importati proviene dalla Cina, per un valore che supera i 234 milioni di euro. I giocattoli orientali arrivano soprattutto in Lombardia (44,8% del totale importazioni), Piemonte (20,7) e Emilia Romagna (10,5).

ALIMENTI Un terzo della produzione complessiva di prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un fatturato di 51 miliardi di euro, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute poi con il marchio “made in Italy”. Nel 2009 sono state importate in Italia 161.215 tonnellate di pomodori preparati o conservati di cui il 52,9% proviene dalla Cina.

IN CINA Il format televisivo italiano Ciao Darwin è sbarcato in Cina. Paolo Bonolis è andato personalmente a Pechino per assistere alla prima puntata del programma (il nome cinese è Ni Hao Darwin) ed essere così testimone della nuova vita della suo programma (oltre che da Bonolis, ideato anche da Stefano Magnaghi). La trasmissione è condotta da Mister Guo, che in Cina è uno dei conduttori più gettonati e amati, soprattutto dai bambini.

BAMBINI Su 51 libri per bambini, 19 contengono fibre di legno tropicale. Oltre un terzo dei libri importati dall’estero proviene dalla Cina, per un corrispettivo di 41mila tonnellate di carta. Circa il 17 per cento della cellulosa prodotta nel mondo viene ormai importata dalla Cina, che da sola consuma la metà della cellulosa indonesiana.

PLASTICA I libri per bambini sono spesso prodotti altamente sofisticati che richiedono un procedimento più complesso di stampa (detta serigrafica) rispetto a quello classico. Allo scopo di stimolare le capacità di osservazione del bambino, possono contenere dei pezzi di plastica in rilievo, decorazioni con polveri colorate, oppure dei liquidi. La stampa serigrafica rende possibile la realizzazione di strati e substrati multipli.

PIOMBO Intergraf, la federazione europea delle associazioni grafiche, denuncia che molti libri per bambini provenienti dalla Cina non rispettano gli standard europei di sicurezza e qualità. Alcune tipologie di diari e calendari sono state ritirate dal mercato per la presenza di inchiostri contenenti tracce di piombo.

BIBBIA Non solo capi d’abbigliamento a basso costo, giocattoli e libri per bambini: anche la Bibbia arriva da Pechino. Secondo l’agenzia di stampa Nuova Cina, 80 milioni di copie sono state stampate in Cina, attualmente uno dei primi paesi al mondo per la stampa dei testi sacri. Una Bibbia su quattro nel mondo è cinese.

ATEI La Repubblica Popolare è ufficialmente atea. La popolazione si divide però in confuciana, taoista e buddhista per il 95 per cento; cristiana per il 3,5 per cento; islamica per l’1,5 per cento. La Cina conta oltre 16 milioni di cristiani, 55mila chiese, 36mila missionari e 100mila volontari cattolici.

CONTRAFFAZIONI/1 Il settore tessile è uno dei più colpiti dal commercio illegale. Ogni anno migliaia di tonnellate di prodotti contraffatti entrano in Italia e vengono commercializzati per lo più da commercianti ambulanti, creando danni economici e di immagine alle aziende detentrici dei marchi. Si calcola che oltre il 30 per cento dei capi d’abbigliamento importati annualmente in Italia siano di provenienza cinese.

CONTRAFFAZIONI/2 È arrivato in Italia dalla Cina il portatarga che beffa gli autovelox. Sequestrato dalla polizia, era destinato al mercato napoletano. Il funzionamento: azionando un telecomando, un micromotore cala una copertura nera che copre la targa. Nelle confezioni, il kit completo per il montaggio: centralina, spinotti, manuale d’istruzioni. Le sanzioni previste dal nuovo Codice della strada vanno da 78 a 311 euro.

BAIONETTE Alcuni giorni fa la Guardia di Finanza di Ravenna ha intercettato una partita di baionette (del valore di circa 48mila euro) in un container proveniente dalla Cina. Nelle casse c’erano false Fulcrum: baionette da montare sulle canne dei fucili in dotazione all’esercito italiano e all’armée de terre francese.

PARMA In Cina è stata creata un’altra Parma, cioè una città con lo stesso nome della nostra dove si producono salumi e si allevano suini. Per il momento è solo un puntino a Sud-Ovest di Pechino nella provincia del Ganzu. È l’ultima frontiera della contraffazione alimentare.

EXPORT Lo scorso anno la Cina ha superato la Germania ed è diventata il primo Paese esportatore al mondo. Nel periodo gennaio-novembre 2009, le esportazioni tedesche hanno totalizzato 734,6 miliardi di euro, pari a 1.050 miliardi di dollari, mentre l’export cinese ha toccato quota 1.070 miliardi di dollari.

IPAD Foxconn, con i suoi 900mila dipendenti cinesi, è il più grande produttore tecnologico al mondo. L’azienda cinese di Shenzhen ha recentemente annunciato di voler assumere 400mila dipendenti per mantenere la produzione dei nuovi prodotti Apple. I nuovi lavoratori saranno chiamati sette giorni su sette per assemblare iPhone, iPod, iPad, computer Dell e Hp, telefonini Motorola, Sony e Nokia.

IPED I cinesi hanno copiato anche il tablet della Apple. Si chiama iPed, ma è simile all’iPad originale soltanto esteriormente. Infatti, il sistema operativo della tavoletta cinese è Android di Google, mentre il microchip interno è della Intel. Costa 105 dollari, al cambio 86 euro, contro i 499 di quello originale da 16 Gb.

MONETA Il renminbi è la valuta avente corso legale nella Repubblica Popolare Cinese. Viene emesso dalla Banca Popolare Cinese (la banca centrale del Paese). L’unità base del renminbi è lo yuan. Uno yuan è diviso in 10 jiao. Uno jiao è diviso in 10 fen. Il taglio più grande del renminbi è la banconota da 100 yuan. Il più piccolo taglio è la moneta o la banconota da 1 fen, (un centesimo di yuan). Yuan in cinese significa letteralmente “tondo” o “moneta rotonda”, quindi ha anche significato generico per moneta, ma spesso è anche usato al posto del termine renminbi.

CAMBIO Il tasso di cambio del renminbi è al centro di un teso dibattito internazionale. Pechino tiene artificialmente basso il valore dello yuan e questo ad americani ed europei non sta bene. Se una moneta viene venduta a poco, le merci rappresentate da quella moneta sono vendute a poco. Anche in Italia, ai tempi della lira, potevamo manovrare la valuta. Spesso si svalutava (cioè si toglieva valore alla lira) per vendere di più all’estero. I cinesi fanno lo stesso.

PREZZI Lo yuan non si può comprare nelle Borse del mondo (a parte Hong Kong da qualche mese e Wall Street da una settimana, ma con molte limitazioni), così il prezzo della moneta cinese è fissato artificialmente a Pechino: al 24 gennaio scorso 0,1518 dollari (0,111 euro) per 1 yuan. Artificialmente perché non obbedisce al normale ciclo di domanda e offerta. Se si potessero comprare yuan liberamente, la moneta cinese sarebbe molto richiesta, proprio perché è notoriamente sottovalutata del 20-40 per cento. Ma, se si rivalutasse lo yuan, crescerebbero anche i prezzi delle merci cinesi: il Paese esporterebbe di meno, quindi produrrebbe di meno, causando gravi problemi occupazionali.

SIGARETTE 5 yuan (0,55 euro): prezzo medio di un pacchetto di sigarette in Cina. Con 300 milioni di persone che fumano la Cina è il paese con più fumatori al mondo. Ogni anno ne muoiono 1,2 milioni per malattie derivate dal tabacco.

DOLLARO La scorsa settimana il presidente cinese Hu Jintao ha lanciato una provocazione per il futuro degli equilibri monetari internazionali. In due interviste rilasciate al Wall Street Journal e al Washington Post – in occasione del vertice con il presidente americano Obama a Washington – ha detto che «l’attuale sistema valutario (che poggia sul dollaro, ndr) è un prodotto del passato».

SORPASSO Nel 2010 l’economia cinese ha registrato una crescita del Pil del 10,3%, in netto rialzo rispetto al 9,2 messo a segno nell’anno precedente. Si è realizzato, così, il sorpasso al Giappone, che porta a Pechino il secondo posto mondiale dietro agli Stati Uniti. Tokyo deteneva saldamente la posizione sin dal 1968. Il Pil cinese è di oltre 10.084 miliardi di dollari.

SORPASSO/2 Secondo Goldman Sachs e altri analisti intorno al 2025 la Cina supererà anche gli Stati Uniti, affermandosi come la prima potenza economica mondiale. L’estate scorsa l’Agenzia internazionale per l’energia aveva già assegnato un primato a Pechino: quello di principale consumatore mondiale di energia.