Andrea Curiat, Il Sole 24 Ore 31/1/2011, 31 gennaio 2011
COSÌ SI CERTIFICANO QUALITÀ E SICUREZZA
Certificazioni di qualità, di sicurezza, energetiche, etiche, ambientali; standard Iso, Sa, Ohsas, En; e ancora, regolamenti e schemi per settori specifici e di nicchia. Un mare di sigle e attestati nel quale è facile perdersi. Ecco un breve sunto delle principali e più diffuse certificazioni in Italia e all’estero, che traccia anche la storia di 15 anni di successi dalla pioneristica Iso 9001 del 1994 alla più recente Uni Cei En 16001 del 2009.
La famiglia delle Iso 9000 (9000, 9001, 9004) racchiude gli standard internazionali di qualità elaborati dall’International organization for standardization, l’Organizzazione internazionale per la normazione. La Iso 9000 è stata introdotta inizialmente nel 2000 (Iso 9000:2000) ed è stata aggiornata l’ultima volta nel 2005 (Iso 9000:2005). Descrive gli elementi di base del sistema di accreditamento della qualità e ne definisce i termini essenziali.
La Iso 9001, emessa dapprima nel 1994 e revisionata quindi nel 2000 e, più recentemente, nel 2008, sostituisce le vecchie 9002 e 9003, specificando i requisiti per i sistemi di quality management. In base a essi, un’organizzazione può dimostrare di offrire un livello della produzione tale da soddisfare non solo gli standard di legge, ma anche un livello minimo qualitativo adeguato alle esigenze dei consumatori.
La Iso 9004:2009, la cui prima versione risale al 1994, fornisce infine delle linee guida utili ad aziende e organizzazioni per perseguire il successo proprio attraverso un approccio di quality management.
Se la Iso 9001 è a tutt’oggi la certificazione più diffusa, sul fronte della responsabilità sociale ed etica d’impresa, lo standard internazionale di riferimento è invece la Sa 8000. Elaborata nel 1997 dalla Social Accountability International (Sai), trova le sue radici fondanti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nelle convenzioni internazionali delle principali organizzazioni umanitarie. Attesta che le aziende non utilizzino lavoro minorile o forzato; che non discriminino i dipendenti sulla base del l’etnia, il sesso, la religione, eventuali disabilità e altri fattori sensibili ancora; che garantiscano condizioni rispettose della dignità umana, con un massimo di 48 ore lavorative la settimana, salari adeguati alle esigenze dei dipendenti e delle loro famiglie, e in assenza di sanzioni disciplinari di natura corporale o pecuniaria.
In un ambito affine trovano applicazione le Ohsas 18000 (che includono la 18001 e la 18002) della British Standards Institution (Bsi), dove la sigla Ohsas sta per Occupational health and safety assessment series, ovvero Serie di accertamenti per la sicurezza e la salute sul lavoro. La Ohsas 18001 è stata emanata dapprima nel 1999 e rivista nel 2007. Prevede la designazione di un responsabile aziendale per la sicurezza, che curi anche l’individuazione e l’applicazione di procedure e controlli periodici per garantire il benessere dei lavoratori. Valuta che i luoghi di lavoro siano conformi a standard di health&safety; che i dipendenti non vengano esposti ad agenti chimici, fisici o biologici dannosi; che le attrezzature e le sostanze impiegate siano conformi a standard minimi di sicurezza; che vengano impiegati i dispositivi di protezione individuali; analizza le cause degli incidenti e degli infortuni nelle organizzazioni. La Ohsas 18002:2000 reca invece le principali linee guida per l’applicazione degli standard della 18001.
Tra le altre certificazioni internazionali vi sono quelle che riguardano l’ambito energeticho e ambientale. Sul primo fronte, le En 16001 sono state emanate inizialmente dal Bsi e sono state recepite in Italia nel 2009 con la sigla Uni Cei En 16001. Si basano su una strategia in quattro fasi denominata Pdca: Plan, do, check, act (ovvero: pianifica, realizza, controlla, agisci). Si parte con una pianificazione iniziale, che identifica i requisiti normativi e i possibili obiettivi di riduzione dei consumi energetici. Vi è quindi la fase attuativa, nella quale vengono messe in atto le strategie individuate in precedenza. Viene poi pianificata una serie di controlli sui risultati che forniscono i feedback necessari per innescare un processo virtuoso di miglioramento continuo delle performance energetiche d’impresa.
Le Iso 14001, infine, fissa i requisiti per la creazione di sistemi di gestione ambientale all’interno delle organizzazioni. Anche in questo caso si opera attraverso la metodologia Pdca; lo scopo, però, è identificare e ridurre al minimo i fattori di impatto ambientale delle attività umane, siano essi derivanti da scarichi chimici, emissioni inquinanti nell’atmosfera o produzione di scarti e rifiuti. Lo standard è applicato in Italia dal 2004.