DARIO PAPPALARDO, la Repubblica 30/1/2011, 30 gennaio 2011
IL RE DELLE ASTE È LUCIO FONTANA
Lucio Fontana è il re delle aste. L´outsider Roberto Crippa vende più di Cattelan. Il mercato dell´arte contemporanea in Italia è in ripresa e il rapporto dell´Osservatorio Nomisma, presentato ieri a Bologna Artefiera Art First, ne restituisce una curiosa fotografia. La prima notizia è che, dopo il crollo del 2009 (-60,6%), torna il segno positivo. Nel 2010, il giro d´affari italiano del contemporaneo è stato di 157,7 milioni di euro (+2,7), contro i 153,6 milioni dell´anno precedente. Sono ancora lontani i risultati del 2008 (389,9 milioni di euro), ma nel settore si torna a sperare: il 60% dei galleristi prospetta per il 2011 una situazione invariata, se non di miglioramento. Si confermano loro, i galleristi, riuniti fino a oggi a Bologna, l´asse portante del sistema: coprono il 52% del mercato, contro il 42% delle case d´asta e - sorpresa - il 10% delle vendite in tv, che hanno retto meglio l´urto del crac, mantenendo una quota costante.
Alle grandi aste italiane dell´anno scorso (Sotheby´s, Christie´s, Farsetti e Porro & C.), la caccia è stata tutta a Lucio Fontana. L´artista dei tagli, scomparso nel 1968, ha venduto 127 opere per 4,4 milioni di incasso totale. Il centenario del Futurismo ha trainato Giacomo Balla, secondo con 80 opere e 2,9 milioni di euro. Seguono Giorgio de Chirico (2,3 milioni e ben 174 dipinti), Enrico Castellani, primo dei vivi e in ascesa costante (2 milioni di euro per 46 opere), Giorgio Morandi (1,8; 51 opere) e Alighiero Boetti (1,6; 97 opere). Che però, considerando anche le gallerie, risulta essere il più venduto in assoluto in Italia. E proprio incrociando i dati di vendite di aste e gallerie italiane si scopre l´avanzata di Crippa, quarto più venduto (preceduto da Fontana e Mimmo Rotella): una vera e propria "rivincita" per il pittore spazialista vicino a Fontana e morto nel 1971. Tengono bene Mario Schifano, Piero Dorazio, Mario Sironi e i viventi, ottantenni di ferro, Carla Accardi ed Enrico Castellani.
Ma dove sono i bestseller Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft? Ormai super quotati, dominano il mercato straniero e sono quasi "invisibili" in patria. Cattelan è il migliore italiano all´estero: l´anno scorso ha segnato un nuovo record (6.245.000 euro a Sotheby´s, New York) con il suo Untitled del 2001, dove si autoritrae con la testa che sporge da un buco del pavimento. Nel 2010, la genovese Beecroft ha mantenuto la sua solidità, vendendo per 63 mila euro la fotografia VB 52.166. nt.
Per trovare l´identikit del collezionista italiano tipo, invece, secondo Nomisma non bisogna necessariamente cercare tra esperti o addetti ai lavori. L´opera d´arte ha perso il suo potere intimidatorio ed entra nelle case di chi la considera un elemento di prestigio, o nei caveau di chi, più concretamente, pensa che l´acquisto di un autore rappresenti un buon investimento. E non è un caso che anche le banche offrano sempre più spesso servizi di consulenza per l´acquisto o la vendita di beni artistici. L´arte si conferma bene rifugio, anche perché, nonostante la crisi, il suo valore rimane pressoché invariato: il 48% delle opere di arte moderna ha mantenuto lo stesso prezzo dal 2009 al 2010.
Per quelle di arte contemporanea la percentuale scende al 31,2, però il 28,1% dei "capolavori" ha visto addirittura salire il proprio costo. I piccoli collezionisti - quelli che acquistano opere che valgono dai tremila ai 20 mila euro - sono la maggioranza: il 77,42% di chi ha comprato dipinti o sculture nel 2010. Eppure sale il numero di chi sceglie artisti più costosi (oltre i 500 mila euro): sono lo 0,58%, è vero, ma prima erano lo 0,07. La crisi sembra rimasta fuori dalla cornice.