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 2011  gennaio 30 Domenica calendario

SUMMIT DRAGHI-BANCHIERI PER SOSTENERE L´ECONOMIA - ROMA

Il governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi, partecipa oggi ad una riunione straordinaria del comitato esecutivo dell´Abi. E´ la prima volta. Lo ha invitato il nuovo presidente dell´Associazione bancaria italiana, Giuseppe Mussari, perché ascoltasse da vicino i problemi di tutta la categoria, non solo quelli delle grandi banche che hanno peraltro un dialogo continuo con Via Nazionale: il prossimo incontro dei big è già fissato il 10 febbraio. Si parlerà di regole e remunerazioni, di capitale e di fisco ma, soprattutto, di come finanziare le imprese mentre la ripresa stenta a decollare. Dialogo franco, senza un ordine del giorno prefissato, e rigorosamente a porte chiuse. Al dunque, il confronto, per forza di cose, finirà per riguardare la realtà complessiva del Paese, stretto tra una economia ancora debole e una situazione politica fragile. Lo stallo che ne deriva è fonte di preoccupazione. Bisogna definire strategie e comportamenti. La presenza di Draghi a palazzo Altieri per un vertice come questo riveste un carattere eccezionale: di solito sono i manager ad andare nel suo ufficio. I precedenti oltretutto si contano sulle dita di una mano e risalgono davvero indietro nel tempo.
Prima di lui, per una occasione analoga, solo due governatori avevano varcato la soglia di questo storico edificio, con un cortile seicentesco che s´affaccia su piazza del Gesù, a due passi dalla residenza di Silvio Berlusconi: negli anni Cinquanta, Donato Menichella; un ventennio dopo Guido Carli. Poi più nulla. Nel recente passato hanno invece partecipato due ministri: Tommaso Padoa Schioppa e Giulio Tremonti.
Nel comitato esecutivo siedono oltre ai responsabili delle sei principali aziende bancarie del paese, i rappresentanti delle Casse di Risparmio, delle banche di credito cooperativo, delle Popolari e pure i top manager degli istituti stranieri in Italia: 30 persone, in tutto. In testa alle preoccupazioni c´è la necessità che le banche finanzino le imprese e quindi l´economia tuttora in difficoltà. Poi ci sono tutta una serie di questioni tecniche da sbrogliare. Per esempio il nodo del fisco, ritenuto dai banchieri troppo oneroso. O le sofferenze bancarie, in aumento. Ma Draghi vuole anche che le banche rispettino le nuove regole sul patrimonio. Punta sulla trasparenza nei rapporti con la clientela. Ci tiene all´applicazione di una direttiva comunitaria sulle remunerazioni che, in futuro, devono scoraggiare comportamenti rischio e dunque essere ancorate ai risultati reali dell´azienda bancaria. Senza contare le scadenze in arrivo, prima fra tutte, giusto quest´anno, una mole di bond bancari per qualcosa come 240 miliardi. L´esigenza di rinnovarli costringe gli istituti di credito a fare i conti con mercati già in tensione per i debiti sovrani; i banchieri vorrebbero che via Nazionale intervenisse in qualche modo per stemperare la situazione.