ALESSANDRA BADUEL , la Repubblica 30/1/2011, 30 gennaio 2011
PRIGIONIERI IN AEROPORTO, L´ODISSEA DEGLI ITALIANI
«Venerdì notte i saccheggiatori sono arrivati sotto casa nostra, hanno svuotato l´ipermercato. Per fortuna è arrivato anche l´esercito a disperderli». Quella scorribanda nel Maadi, quartiere residenziale fino ad allora rimasto tranquillo, ha convinto l´ingegnere Paolo Patrizi che l´idea di partire era stata giusta. Già giovedì aveva prenotato cinque posti per lui, la moglie, la figlia dodicenne e i due gemelli di 11 anni, su un volo Egypt Air di ieri pomeriggio. Erano in aeroporto dalla mattina. Ma il volo è rimasto bloccato e infine è stato cancellato. «Durante il coprifuoco - racconta al telefono - dalle quattro del pomeriggio fino alle otto di mattina, le strade si scatenano. E oggi gli equipaggi non sono riusciti a raggiungere l´aeroporto. Così almeno ci ha detto il personale della compagnia».
Ma i Patrizi sono comunque contenti di essere in aeroporto e sperano di imbarcarsi su un nuovo volo questa mattina. «Qui c´è folla e confusione - prosegue l´ingegnere - siamo in molti a cercare di partire. Restare non aveva senso, anche la scuola francese ha chiuso, dando due settimane di vacanza a tutti i ragazzi. Fino a giovedì loro andavano a scuola e io al lavoro, ma stare chiusi in casa dalle sei e poi dalle quattro di sera è abbastanza pesante. Sei lì, isolato, con fuori il rumore continuo di urla, spari, gente che corre». Patrizi al Cairo lavora da tempo, impegnato per la ditta francese Systra nella costruzione della metropolitana. «Fino a venerdì vivevamo una certa tensione psicologica, ma con quella nottata è peggiorata: c´è poco da fare, vedere la strada dove abiti piena di gente che saccheggia, ti fa pensare che potrebbero anche non accontentarsi del supermercato, entrarti in casa. Ora i voli partono a singhiozzo, magari dormiremo un accampati, ma prima o poi da qui dovremmo arrivare a Roma».