il venerdì di Repubblica 28/1/2011, 28 gennaio 2011
LETTERE
Abito a Napoli, ho un bimbo di sei mesi e da quattro giorni non usciamo di casa. Nessun virus influenzale ci tiene a letto. La nostra malattia si chiama camorra. Qualche giorno fa, infatti, uomini non identificati hanno sparato all’impazzata in piazza Calenda, in pieno centro storico. Azione dimostrativa, lotte per il controllo della zona, cani sciolti che tentano di soppiantare il clan storico. Le interpretazioni non si contano. I bambini che abitano a ridosso di Forcella hanno smesso di andare al catechismo e, come testimoniato dalla dirigente scolastica di zona, le assenze alle elementari sono cresciute del 50 per cento. Come se non bastasse le forze dell’ordine hanno
invitato la popolazione alla prudenza e sui giornali sono apparse le cartine che evidenziano i percorsi a rischio e quelli, invece, consigliati. Come se fossimo in una zona di guerra. O forse lo siamo?
Lettera firmata, Napoli