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 2011  gennaio 28 Venerdì calendario

PALLINATO PRIMARIE NAPOLI-BOLOGNA PD


Bologna non ha tradito il Partito democratico. Le primarie del Pd per la scelta del candidato del centrosinistra alle elezioni municipali della prossima primavera, hanno premiato l’ex assessore all’Urbanistica Virginio Merola (il candidato ufficiale del partito), che ha vinto la consultazione col 58,3 per cento dei voti. Fabio Martini: «Una vittoria larghissima, molto più comoda rispetto a tante previsioni della vigilia, la conferma di una sensazione emersa negli ultimi giorni di campagna elettorale: la blindatura di Merola da parte del Pd, erede del mitico Pcb, il partito comunista bolognese». Seconda classificata (col 36 per cento) la cattolico-vendoliana Amelia Frascaroli, sostenuta dalle due donne più vicine a Romano Prodi, la moglie Flavia e la portavoce Sandra Zampa. 5,7 per cento per il terzo candidato Benedetto Zacchiroli. [1]

A Napoli è record: 44.751 presenze ai gazebo, più che alle primarie di Prodi. Scrive Repubblica: «Un ottimo risultato, che a un certo punto ha visto Andrea Cozzolino, il "delfino" dell´ex governatore Antonio Bassolino, proclamarsi vincitore con il 37 per cento su Umberto Ranieri battuto solo per mille voti di scarto. Terzo sarebbe arrivato l´ex magistrato Libero Mancuso, candidato di Sinistra, Ecologia e Libertà. Quarto l´assessore comunale democratico Nicola Oddati. Un risultato però "sporcato" dalle polemiche reciproche sui brogli». Ranieri ha chiesto di verificare il voto in alcuni sezioni e di annullare eventualmente i risultati. Richiesta di verifiche sono arrivate anche da Mancuso. Cozzolino nella notte aveva già dato il via ai festeggiamenti. [2]

La calma prima della tempesta. Per qualcuno la forza delle primarie è il futuro del centro-sinistra. Pietro Spataro: «Per Bologna il voto ha un di più che sta nel risultato finale. Il Pd riesce a evitare, grazie a un gruppo dirigente giovane e determinato, di fare il bis di Milano e di consegnare la vittoria al candidato vendoliano. Virginio Merola, scelto dal Pd, assessore con Cofferati e uomo dal solido curriculum di amministratore, riesce a farcela, secondo gli exit poll, con un vantaggio di quasi nove punti su Amelia Frascaroli. Ora dovrà avere il coraggio, come ha promesso di fare, di andare alle elezioni coinvolgendo gli altri due candidati. A Napoli, invece, un voto frammentato tra tre candidati del Pd alla fine costringe a un testa a testa tra Umberto Ranieri e Andrea Cozzolino che però distanziano Libero Mancuso, il candidato sponsorizzato da Vendola. È un buon motivo, questo, per evitare in futuro divisioni così assurde dentro un partito e difficilmente comprensibili per l’elettore». [3]

Due consiglieri regionali dicono di avere visto in alcuni quartieri cittadini che «personaggi estranei al Pd hanno condizionato il risultato portando a votare persone in cambio di soldi». È rissa sulle primarie di Napoli. Denise Pardo: «Colf pagate per un voto, rappresentanti del Pdl avvistati nei seggi, preferenze gonfiate: per il segretario cittadino del Pd, Nicola Tremante, ci sono le prove che il voto alle primarie di Napoli è stato falsato. Per lui, come era stato per il grande sconfitto Umberto Ranieri (platealmente sostenuto dallo stesso segretario, ndr.), non ci sono dubbi: quelle preferenze sono state determinanti per l’affermazione dell’eurodeputato Andrea Cozzolino. Accuse respinte e, in alcuni casi, rispedite al mittente: "Parole irresponsabili, affermazioni deliranti. Spetterà agli organismi di garanzia fare tutte le verifiche del caso e io darò il mio contribuito", tuona Cozzolino. Dopo le primarie, il centrosinistra napoletano del dopo-Bassolino è ancora più frammentato di prima. C’è un vincitore e molti perdenti. Con il paradosso che, alla fine, lo stesso Cozzolino potrebbe decidere di correre da solo e senza simboli. Di sicuro però anche quello che per una sera era apparso come un segnale di speranza per la sinistra campana è invece diventato un altro pasticcio deprimente, con i video di cinesi in coda per votare e una serie di accuse laceranti». [4]

Adolfo Pappalardo: «Non s’era mai vista una simile guerra nel centrosinistra. Tra veleni, accuse di brogli, tensioni e un Pd che si spacca poche ore dopo la chiusura dei seggi. Perché contro il vincitore delle primarie, il Pd Andrea Cozzolino, si scatenano i due sfidanti e compagni di partito Umberto Ranieri e Nicola Oddati e presentano un ricorso comune per invalidare il voto. Un altro ricorso invece lo presenterà il vendoliano Libero Mancuso ma solo per chiedere l’annullamento delle preferenze in quattro seggi. Non c’è che dire: un bel clima infuocato per il segretario Pier Luigi Bersani a Napoli venerdì e sabato per l’assemblea nazionale». L’assemblea è stata rinviata. [5]

Ma Cozzolino ha veramente vinto le primarie indette dal Pd e dal centro-sinistra napoletano senza imbrogli? Emanuele Macaluco: «Tutti i giornali ci dicono che Cozzolino non esprimeva una corrente politica distinta da altre, ma una cordata: quella di Bassolino. Si parla anceh d’imbrogli come in Albania, in Bielorussia e come in alcuni paesi africani. In questo clima Cozzolinop non sarà il candidato del centro-sinistra ma solo di una cordata. Insomma, le primarie senza regole sono un’assurdità e per il Pd un boomerang. Ma insistono: la stupidità verniciata di modernità». [6]

Walter Veltroni: «Sulle primarie a Napoli si vada fino in fondo se c’è anche una piccola ombra bisogna che si traggano le conseguenze necessarie» [7]. Nichi Vendola: «Sono felice che tanta gente sia andata a votare. Non ho la presunzione che debbano vincere ovunque quelli che io vorrei» [8]. Sergio Cofferati: «A Napoli l’afflusso è una buona risposta, si è scelto un candidato d’alto livello ora tutti insieme bisogna lavorare per vincere» [9]. Giuseppe Fioroni: «Quando il partito è coeso vince. E quando si partecipa, il Pd non può aver paura delle primarie ma deve vincerle» [10]. Rosa Russo Iervolino: «Mi auguro che si ritrovi serenità e si chiariscano le cose, perché non stiamo dando un bello spettacolo» [11].

Un passo in avanti e due indietro: Bersani ha scelto questa strada per cercare di salvare il salvabile dopo l’esplosione del caso Napoli. Cioè, disinnescare la ventilata scissione da parte dei bassoliniani. Il commissario di Napoli sarà Andrea Orland, il responsabile della giustizia del Pd. Daniela Dalerci: «Un passo indietro chiesto a tutti i candidati e un gesto di buona volontà verso il vincitore Andrea Cozzolino: il licenziamento del segretario provinciale Tremante, e cioè di quello che, consegnando le prove di brogli e di voto inquinato, aveva fatto saltare i nervi al bassoliniano doc fino fargli dichiarare di essere pronto a correre anche fuori dal Pd». [12]

Esattamente un anno fa il Pd rinunciava alle primarie per scegliere il candidato alla regione Campania. Tutti i candidati papabili si ritirarono a causa delle spaccature interne, rimase solo il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Francesca Pilla: Il suo nome pur appoggiato da tutta la coalizione, idv compreso, era stato imposto contro il parere dei bassoliniani, e lo scorzo marzo De Luca ha perso la partita contro Stefano Caldoro. All’assemblea regionale antecedente alla nomina di De Luca, proprio Andrea Cozzolino aveva chiesto al partito di fare un passo indietro e trovare un candidato unitario, i democratici avevano preferito la resa dei conti. Lo stesso destino toccò a Luigi Nicolais nel 2009, in corsa alle provinciali in netta polemica con l’allora governatore Bassolino: venne battuto e surclassato di 24 punti dalla destra di Cosentino e Luigi Cesaro, attuale presidente». [13]

Roberto Saviano contro i brogli e il Pd sospende l’assemblea. L’autore di Gomorra spariglia le ombre del centrosinistra. Conchita Sannino: «Con determinazione e parole dure, Saviano entra nello scontro che si consuma ormai da quattro giorni tra le squadre nemiche dei due democratici, Andrea Cozzolino (il vincitore bassoliniano, sotto accusa per brogli) e Umberto Ranieri (lo sconfitto vicino al capo dello Stato, Giorgio Napolitano)». Saviano: «Queste primarie sono state un´occasione sprecata, una pessima figura» e rilancia il nome del magistrato Raffaele Cantone, ex pubblico ministero dell´antimafia a Napoli, come possibile candidato unitario. Bersani: «Cantone è proprio uno dei nomi che avevamo già interpellato per la stima che abbiamo per la persona». [14]

Stefano Cappellini: «Non abbiamo idea se le primarie del Pd a Napoli si siano verificati brogli o irregolarità. Certo non sarebbe un colpo di scena. La storia recente del partito a quelle latitudini autorizza cattivi pensieri. Ma è incredibile, e anche un po’ scandaloso, che sia di fatto toccato a Roberto Saviano - con un intervento pubblico più o meno imbeccato - decidere se la consultazione è stata regolare o no. E per lo scrittore di Gomorra non lo è stata». [15]

Visto il caos napoletano in casa Pd, Silvio Berlusconi, alla Camera per partecipare al voto sulle mozioni si sfiducia a Sandro Bondi, ha parlato con i suoi anche delle elezioni amministrative. Ha chiesto al presidente della Campania Stefano Caldoro di trovare un buon candidato per Napoli. Ai dirigenti della regione incontrati nella sala del governo di Montecitorio ha detto: «Che ne pensate di De Laurentis sindaco?». Quello del presidente del Napoli sarebbe il nome più forte all’interno di una lista di possibili candidati suggerita dal premier, che ovviamente, vista la posizione in classifica, nei vari incontri si è mostrato anche interessato ai successi della squadra partenopea. Gli altri nomi che circolano: Marcello Taglialatela e Paolo Russo. [16]

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[1] Fabio Martini, la Stampa 24/1; [2] G.C., la Repubblica 24/1; [3] Pietro Spataro, l’Unità 24/1; 4] Denise Pardo, l’Espresso 3/2; [5] Adolfo Pappalardo, Il Mattino 25/1; [6] Emanuele Macaluso, il Mattino 25/1; [7] Simona Bandolini, Corriere del Mezzogiorno 25/1; [8] Giovanna Casadio, la Repubblica (ed. Napoli) 24/1; [9] Ottavio Lucarelli e Conchita Sannino, la Repubblica 24/1; [10] Affaritaliani.it 7/1; [11] Corriere del Mezzogiorno 24/1; [12] Daniela Dalerci, il Manifesto 28/1; [13] Francesca Pilla, il Manifesto 28/1; [14] Conchita Sannino, la Repubblica 27/1; [15] Stefano Cappellini, Il Riformista 27/1; [16] il Manifesto 27/1.