Giovanna Grassi, Corriere della Sera 28/01/2011, 28 gennaio 2011
«RACCONTO L’ITALIA DELLA LAMBRETTA» — E
adesso, dopo la storia di I baci mai dati, la nostra Roberta Torre, unica regista italiana invitata con un suo lungometraggio dal Sundance, pensa a un film dal titolo poetico e ambivalente: Rose e matematica. Dove l’Italia degli anni Cinquanta e Settanta rivivrà attraverso la storia della Lambretta e della Vespa, e non solo perché fu proprio il nonno della regista, Pierluigi Torre, a disegnare per l’Innocenti la mitica Lambretta mentre il suo grande amico ed ex socio, Corradino D’Ascanio, diventò il progettista della Vespa dopo un litigio con la Innocenti. Al Sundance per la seconda volta — la prima fu nel 2003 con Angela — Roberta Torre, tra le proiezioni del suo molto apprezzato I baci mai dati (qui Lost Kisses) e gli incontri con il pubblico, i cineasti e i produttori non ha avuto un attimo libero. «Ma sono felice— dice la registamilanese— perché davvero al Sundance hai la sensazione che il cinema sia un momento artistico, sociale, creativo quanto mai fertile e aggregativo. Le domande dei colleghi, della platea di tutte le età erano significative, importanti e spesso molto perplesse sull’Italia di oggi. Conserverò il ricordo del punto interrogativo postomi da uno studente del laboratorio del Sundance Institute: "Quali sono i baci mai dati che hanno segnato la sua vita?"» . Applaudito all’ultima Mostra del cinema di Venezia, il film della Torre, ambientato a Librino di Catania, affronta temi con forti venature e interrogativi religiosi, come diverse altre pellicole del Sundance di quest’anno, tra sette, fondamentalismi, culti oppressivi, fughe spiritualiste, che hanno visto il debutto nella regia anche dell’attrice Vera Farmiga (Up in the air) con Higher Ground, e dovrà vedersela nella sezione World Dramatic Competition con titoli molto forti, come il per ora favorito The Guard di John Michael Douglas. «Però non è la competizione che conta al Sundance — dice Roberta, che sta progettando anche di portare lo spettacolo teatrale La ciociara in Usa —, ma sono la partecipazione e gli scambi. Sì, avevo con me la sinossi di Rose e matematica e ho avuto incontri per questo film che mi sta particolarmente a cuore perché, sulla traccia del lavoro di due uomini— insieme avevano costruito i motori degli aerei e degli elicotteri della Seconda guerra mondiale e nel film ci saranno flashback — molto si parla del nostro Paese con uno spaccato sociale che è poi quello che interessa ieri come oggi anche agli stranieri, in ricordo del nostro miglior cinema realista, al quale si riallaccia pure I baci mai dati» . «Per il nuovo impegno — sottolinea— sono in corso importanti trattative: la storia, che arriva fino agli Anni 70, è ambientata in gran parte nell’Italia del dopoguerra, proprio quella che gli americani continuano a vedere e rivedere nei nostri film da loro più apprezzati. Protagonisti, mio nonno Pierluigi e il suo grande amico Corradino D’Ascanio: due ingegneri che lavoravano per un Paese migliore, che non volevano vedere in ginocchio. Credo a questa sceneggiatura, ho avuto riscontri entusiasti qui al Sundance» . E aggiunge con un filo d’ironia: «Mi ha fatto piacere che con i grandi o più giovani autori americani, e non solo, si sia parlato di motociclette, Lambrette e Vespe, piuttosto che di altre cose che tendono a offuscare l’idea dell’Italia nel mondo» .
Giovanna Grassi