Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 28/01/2011, 28 gennaio 2011
LE CARTE: «INDAGINI CHIUSE, LE SOCIETA’ SONO DI TULLIANI» —
Due lettere con traduzione allegata, una ricevuta postale: eccolo il plico spedito dal governo di Santa Lucia e consegnato alla magistratura di Roma dal ministro Franco Frattini. Ecco la dichiarazione del primo ministro dell’isola caraibica che conferma come Giancarlo Tulliani, cognato del presidente della Camera Gianfranco Fini, è «Beneficial Owner» di tre società off shore la Jaman Directors, la Timara e la Printemps, titolare dell’appartamento di Montecarlo. Sarà il giudice a dover stabilire se l’indagine sull’acquisto della casa di Rue Princesse Charlotte vada archiviata come chiede il pubblico ministero o se invece siano necessari ulteriori approfondimenti come sollecitano gli esponenti de La Destra che con la loro denuncia per truffa diedero il via all’inchiesta. Il documento nuovo è una missiva che porta la data del 10 dicembre. Il primo ministro Stephenson King spiega con chiarezza che risponde a una sollecitazione giunta dalla Farnesina e infatti scrive: «Caro ministro Frattini, facendo seguito alla sua richiesta riguardante la questione delle indagini relative alle compagnie Printemps ltd, Timara ltd, e Jaman Directors ltd» . La lettera del ministro Poi il premier di St. Lucia entra nel merito e fa riferimento a quella lettera pubblicata nel settembre scorso da numerosi quotidiani sudamericani che già parlava di Tulliani come il «Beneficial Owner» : «Abbiamo accluso una copia del memorandum ufficiale rilasciato dal procuratore generale ed a me indirizzato che è stato pubblicato su diversi giornali internazionali e che ha concluso che il signor Giancarlo Tulliani era l’utilizzatore beneficiario di dette compagnie. Il nostro primario interesse era di assicurare che le predette compagnie ed i predetti agenti fossero in regola con le leggi esistenti e le regole disciplinanti la materia delle compagnie off shore a Santa Lucia» . Il primo ministro comunica poi l’esito degli accertamenti: «È stata sempre nostra intenzione che l’unico scopo delle indagini fosse di accertare che le compagnie ed i loro rispettivi agenti fossero in regola con le nostre leggi e che si proteggesse la reputazione della nostra giurisdizione in materia di società off shore. Le indagini e tutte le informazioni ottenute erano autentiche. Gli attuali agenti e i fruitori beneficiari delle Compagnie esistevano in conformità con le nostre leggi ed i regolamenti; di conseguenza il Governo di Santa Lucia ha ufficialmente chiuso le indagini riguardanti le società Printemps, Timara e Jaman Directors e quindi non c’è più alcun ulteriore interesse da parte della nostra giurisdizione su tale materia» . I dubbi dei magistrati La trasmissione non ha seguito i canali diplomatici. È arrivata con corriere espresso internazionale, l’americana Fedex, che ha recapitato il plico a piazza della Farnesina, 00100 Roma, numero di serie: 86 76 4921 8430 0402. La data di spedizione è quella del 20 dicembre 2010. Vale a dire oltre un mese fa. Non c’è invece alcuna traccia della richiesta presentata dal ministro Frattini alle autorità di Santa Lucia. E dunque non si capisce quando sia stata inviata e, soprattutto, come sia stata motivata. Se si tratta di uno scambio ufficiale tra governi, perché non ha seguito le vie ufficiali? «Per noi non cambia nulla— ribadiscono in Procura— perché riteniamo non sussista il reato di truffa, quindi ai fini dell’indagine non è importante stabilire chi sia l’effettivo proprietario. E infatti non abbiamo presentato alcuna richiesta di rogatoria al governo di Santa Lucia» . Il plico trasmesso da Frattini sarà consegnato al giudice ma, si fa notare, «si tratta di una lettera firmata dal primo ministro mentre la prova definitiva potrebbe arrivare soltanto con l’esame della documentazione originale di costituzione delle società off shore» . Il rilancio de La Destra In vista dell’udienza del 2 febbraio i consiglieri de La Destra che hanno presentato la denuncia per truffa contro Fini e contro il tesoriere di Alleanza Nazionale Francesco Pontone già chiedono un rinvio «per esaminare il carteggio» e poi aggiungono: «Se fosse definitivamente provato che il signor Tulliani, anziché essere il mediatore della compravendita dell’immobile monegasco, ne fosse l’effettivo proprietario, per essere esclusivo titolare delle due società off shore che, costituite con sorprendente tempismo, hanno compravenduto l’immobile a distanza di poco tempo, si imporrebbe un’indagine a suo carico per il reato di truffa ai danni dell’onorevole Fini nella sua qualità di rappresentante del partito» . Secondo gli avvocati «in questa ipotesi ricorrerebbero comunque tutti gli elementi costitutivi del reato di truffa aggravata; muterebbero soltanto il reo e l’indotto in errore. Del resto, si evidenzia che anche la sottoscrizione del contratto di locazione (rispetto al quale lo stesso pubblico ministero nella richiesta di archiviazione evidenziava la identità delle firme del locatore e del locatar i o su di e s s o apposte e l a l o r o riconducibilità al Tulliani), rappresenterebbe, unitamente alla preordinata costituzione delle società off shore, l’ulteriore messa in scena, trasfigurazione della realtà e dunque, artifizio volto a celare la identità del Tulliani, presunto autore/coautore del reato e profittatore del beneficio economico da esso derivante, consistente nella acquisizione patrimoniale a buon mercato. In altre parole, l’artifizio della costituzione delle off shore sarebbe servito per indurre in errore Fini e Pontone e creare una deficienza di attenzione degli stessi sulla bontà della compravendita» .
Fiorenza Sarzanini