Andrea Malan, Il Sole 24 Ore 28/1/2011, 28 gennaio 2011
FIAT TORNA AL PROFITTO E TAGLIA I DEBITI
Il gruppo Fiat torna in utile nell’ultimo dei suoi 111 anni di storia: dopo il rosso del 2009, la Fiat pre-scissione ha registrato l’anno scorso un fatturato di 56,2 miliardi di euro (+12,3%), un utile di gestione più che raddoppiato a 2,2 miliardi, un utile operativo di 2 miliardi (da 359 milioni) e un profitto netto di 600 milioni rispetto alla perdita di 848 del 2009. Questi i conti approvati ieri dal consiglio d’amministrazione di Fiat Spa presieduto da John Elkann, conti che vedono anche un calo dei debiti molto superiore al previsto: 2,4 miliardi di euro dai 4,4 del 2009.
I risultati hanno superato i target già rivisti al rialzo nel corso del 2010, anche se l’auto nel 4° trimestre è rimasta al di sotto del risultato 2009 (139 milioni di utile contro 190); gli ultimi 3 mesi dell’anno hanno visto ricavi per 15 miliardi, utile di gestione di 615 milioni e un netto di 318. Il consiglio di Fiat Spa proporrà agli azionisti la distribuzione di un dividendo complessivo di 152 milioni, con 0,09 euro per azione ordinaria Fiat Spa e 0,31 euro per privilegiate e risparmio. La cedola rimarrà a questi livelli (25% dell’utile) anche nel 2011, con un esborso minimo di 50 milioni per Spa e 100 per Industrial.
I dati dei 12 mesi appena trascorsi confermano che la neonata Industrial ha una redditività superiore: 378 milioni di utile netto sui 600 complessivi e un utile operativo equivalente a Fiat Spa con un fatturato di 21,3 miliardi contro 35,8. Il 2010 si è chiuso nel segno della ripresa per Cnh e Iveco, le sue divisioni principali. Fiat Auto ha consegnato 2,081 milioni di veicoli compresi i commerciali (-3,2% sul 2009), pagando – già si sapeva – il calo delle vendite in Europa e la frenata del mercato italiano (dove la quota è scesa al 30,1%). Benissimo Ferrari (più di 300 milioni di utili) e Maserati; migliorano i conti di Marelli, Comau e Powertrain.
Confermati gli obiettivi per l’anno appena iniziato: per Fiat Spa 37 miliardi di ricavi, utile di gestione a 0,9-1,2 miliardi, netto di 300 milioni contro 222 del 2010; per Industrial 22 miliardi di fatturato, 1,2-1,4 di risultato di gestione, 600 milioni di netto. «Le indicazioni sono per un 2011 superiore al 2010 – ha detto Sergio Marchionne – ma vogliamo vedere come va il primo trimestre prima di cambiare le stime».
L’obiettivo per il 2011 è di recuperare quote (31% in Italia e 8-8,5% in Europa) in un mercato che però Fiat stima in calo quest’anno del 3-5%. Con quali modelli? A Ginevra, tra poco più di un mese, arriveranno la nuova Lancia Ypsilon e i nuovi modelli Fiat di derivazione Chrysler; soprattutto, il 2011 dovrà vedere una decisa accelerazione degli investimenti. La sola Spa dovrebbe investire quest’anno tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro, con l’entrata in produzione della nuova Panda a Pomigliano e l’avvio dei lavori a Mirafiori per i Suv Alfa Romeo e Jeep che arriveranno a fine 2012. Sempre l’anno prossimo arriverà l’Alfa Romeo Giulia, che verrà però probabilmente prodotta Oltreoceano (la decisione definitiva non è ancora stata presa). Tra Pomigliano e Mirafiori l’investimento sarà di quasi 2 miliardi, di cui oltre 800 milioni nella fabbrica in Campania. Ci sono poi i programmi di espansione in Serbia, con i monovolume in arrivo l’anno prossimo, e Brasile, con la costruzione della nuova fabbrica a Pernambuco. L’accelerazione degli investimenti porterà Fiat Spa a consumare almeno un miliardo di liquidità nel 2011; la frenata dell’anno scorso – 1 miliardo di euro speso in meno rispetto al target comunicato il 21 aprile – ha contribuito al forte calo dei debiti, ma il ritardo rischia di indebolire la posizione competitiva.
«Dobbiamo recuperare il tempo perso», ha detto agli analisti il numero uno del Lingotto, che spera – ha detto ai suoi – «di aver messo un punto fermo» sulla vertenza sindacale. Quando toccherà a Melfi e Cassino? Marchionne ha detto agli analisti che è presto per parlarne e se ne discuterà al momento di avviare i nuovi modelli; in ogni caso saranno trattative «meno difficili» di quelle appena concluse. L’obiettivo dell’intero piano di riassetto degli stabilimenti italiani è di riportare le attività europee di Fiat Auto al pareggio «entro il 2013».
Nel 2011 ci sono piani ambiziosi anche per Chrysler, che «entro il 2014 venderà 500mila auto in Asia» e che svelerà i conti 2010 lunedì. Entro l’anno Fiat Spa potrebbe anche acquistare il 16% dell’azienda americana e salire al 51 per cento. La complessa operazione dipende da molti fattori e il prezzo di acquisto uscirà dal negoziato in corso con il Governo americano; usando i multipli Fiat (come previsto dal contratto) gli analisti stimano tra 1 e 2 miliardi di dollari (al massimo 1,5 miliardi di euro al cambio attuale). Una cosa è certa: a finanziare l’acquisto basterebbero gli oltre 13 miliardi di liquidità che Fiat ha in cassa (dopo la restituzione dei prestiti intercompany da parte di Industrial); nessuna cessione di attività sarà dunque necessaria, e nessuna è sul tavolo. Sergio Marchionne ha ribadito agli analisti che «bisogna essere pronti a cogliere le occasioni». Sottinteso, sia in vendita che in acquisto.