Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 28/1/2011, 28 gennaio 2011
L’APOLIDE GIALAPPA’S
Nel giugno del 2010 Marco Santin, del trio della Gialappa’s, ha messo a segno un record storico: essere in onda tutti i giorni, a orari diversi, con programmi su Rai Radio Due (da solo), su Radio Deejay e su Rtl 102,5 (con tutto il gruppo). Un po’ come dire che un attaccante gioca, contemporaneamente, per il Milan, l’Inter e la Juventus.
Questo è, però, un chiaro sintomo del Dna multicanale e fondamentalmente senza bandiera della Gialappa’s.
Un gruppo che nei prossimi mesi, con la rivoluzione digitale, dovrebbe trarre nuova linfa (spazio per programmi sul dtt, operazioni congiunte su smartphone e tablet) dopo qualche anno di leggero appannamento. Già è protagonista, comunque, di una operazione multimediale da manuale in queste settimane con Il Grande Fratello. A breve potrebbe bissare l’iniziativa con Mai dire Amici, proponendo il controcanto della trasmissione di Maria De Filippi. E di sicuro farà il commento del prossimo Festival di Sanremo su Rtl 102,5.
I tre autori e conduttori, d’altronde, hanno una storia abbastanza unica: sono, televisivamente parlando, targati Mediaset, gruppo per il quale lavorano da quasi 25 anni. Ciò, tuttavia, non ha loro impedito di collaborare per 16 anni (fino al 2010) con Rai Radio Due, ovvero un’emittente della concorrenza di Mediaset. Nel 2006 i Gialappi sono andati ancora oltre: hanno commentato i Mondiali di calcio su Rai Radio Due e, in contemporanea, su Sky.
Ovvero, hanno offerto la loro collaborazione ai due nemici giurati di Mediaset.
Quanto alla radio, l’apice della «prestazione d’opera senza bandiera» è stato toccato, come detto, nel 2010: programmi per Rai Radio Due (il solo Santin), Deejay (Mai Deejaygol) e Rtl 102,5 (Noi dire gol), fino al commento del Grande Fratello su R 101, tutto nello stesso anno, alla faccia delle linee editoriali e della riconoscibilità di un brand radiofonico.
Va sottolineato, tuttavia, che i tre hanno verve comica in quantità, sono bravissimi nel loro lavoro di controcanto, e lo sanno declinare ottimamente su più piattaforme grazie proprio alla lunga esperienza in fm, alla capacità di maneggiare la diretta e di interagire col pubblico a casa.
Il GF11, in questo senso, è un caso di studio: la Gialappa’s (il cui nome deriva da un potente lassativo per cavalli), su Mediaset Extra 1, canale dell’offerta a pagamento del digitale terrestre di Mediaset, commenta per la prima volta in diretta il programma che Alessia Marcuzzi conduce su Canale 5. Quando l’ammiraglia del Biscione va in pubblicità, il Trio resta on air e integra le immagini del GF pure con filmati propri. Il tutto interagendo con gli sms e le mail del pubblico di Extra 1 e di R 101, la radio del gruppo Mondadori su cui, in contemporanea, va in onda la trasmissione della Gialappa’s. Successivamente, il Trio si trasferisce, sempre in diretta, su Canale 5 per proporre Mai dire Grande Fratello alle più vaste audience free, concludendo la maratona oltre l’una di notte. Nei giorni seguenti, infine, tutta la diretta della Gialappa’s viene replicata su La 5.
Per non parlare degli streaming in diretta o della web tv del giorno dopo, e dei videotormentoni su internet (per esempio, le selezioni dei candidati al GF). Un’operazione multimediale e d’orchestra che fila via liscia nonostante le molte piattaforme in gioco. E in totale libertà editoriale: tanto che, per esempio, nel commento alla puntata dello scorso 24 gennaio, i Gialappi hanno più volte ricordato quanto fossero noiosi sia la trasmissione sia gli argomenti discussi in studio dalla Marcuzzi.
Il gruppo, d’altrocanto, è affiatato e indissolubile. Dopo aver perso il «quarto Gialappo» Sergio Ferrentino quasi subito, all’inizio della carriera in Mediaset, i tre storici Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci hanno sempre lavorato insieme, solo in voce e dietro le quinte. In verità Santin ha fatto un paio d’incursioni come solista: a Radio Due, appunto, con Grazie per averci scelto, che però è stato chiuso nel giugno 2010 (con strascichi molto polemici con Flavio Mucciante, direttore di Radio Due), e, in tv, a Controcampo, come opinionista-interista, in verità senza incidere molto.
Santin, Taranto, Gherarducci, ora, sono di fronte a un momento di svolta televisiva e radiofonica: i programmi comici, dei quali sono stati autori e conduttori maestri (Mai dire gol, Mai dire domenica, Mai dire lunedì, Mai dire martedì, ecc), faticano a restare nelle loro corde, poiché la risata di Mediaset è ormai territorio monopolizzato da Zelig e Colorado Cafè; Mucciante, col dente più che avvelenato, ha definito la formula Gialappa’s «logora, ripetitiva, ancorata a un passato non in grado di rinnovarsi». Lo stesso critico televisivo Aldo Grasso, nel 2009, si è interrogato su «cosa vogliano fare da grandi quelli della Gialappa’s? Non passeranno la vita a fare il verso al Grande Fratello o a La pupa e il secchione?». C’è, probabilmente, una impasse creativa da pancia piena, da 25 anni di tv che rischiano di farli passare di moda. E va riconosciuto che la Gialappa’s dà il suo meglio proprio come controcanto a messe cantate come Sanremo o i Mondiali di calcio. Tuttavia, proprio la conoscenza di linguaggi e mezzi differenti, e la forte indipendenza dagli editori di turno, mettono il trio al centro di molte attenzioni. Mediaset li sta usando poco. E la corte, da parte di gruppi editoriali concorrenti, è già cominciata.