Simonetta Scarane, ItaliaOggi 28/1/2011, 28 gennaio 2011
REDDITI DELLE FAMIGLIE PIÙ RIDOTTI
L’economia italiana è uscita dalla recessione con una velocità modesta, ma la crescita economica del pil dell’Italia nei prossimi tre anni sarà pari a circa l’1% e non consentirà di ritornare ai livelli del 2007 nemmeno nel 2013. Non solo, ma le famiglie vedranno ridursi il reddito disponibile per il quarto anno consecutivo secondo le conclusioni del rapporto di previsione sulle prospettive di breve-medio termine dell’economia internazionale e italiana elaborato da Prometeia e presentato ieri a Bologna. Al termine del 2013 il Pil sarà ancora del 2,3% inferiore a quello pre-crisi. In Italia, il rallentamento della crescita è cominciato già dalla scorsa estate: dopo un primo semestre di crescita in progressiva accelerazione nel 2010, la seconda parte dell’anno ha cominciato a risentire degli effetti della fine della Tremonti-ter sugli investimenti, di un forte afflusso di importazioni e della riduzione della domanda pubblica. Di conseguenza, il 2011, in cui sarà più evidente il rallentamento della crescita della domanda estera, si prospetta, nella media, in leggero rallentamento rispetto al 2010. Le previsioni sull’andamento dell’economia italiana di Prometeia puntano per l’Italia ad un rallentamento del Pil nel 2011 allo 0,9%, rispetto all’1% dello scorso anno. Sempre per l’anno in corso, per l’eurozona è prevista una crescita dell’1,4%, per gli Stati Uniti del 3,2%.
Una buona notizia, secondo l’associazione, arriva dal fatto che dovrebbe essere scongiurato il rischio di passare attraverso una seconda fase di recessione mondiale. «Le misure di stimolo introdotte a novembre dovrebbero consentire di evitare che il rallentamento della crescita statunitense visto lo scorso anno si aggravi nel 2011. E per l’Europa la ripresa tedesca è una sicurezza» si legge nel rapporto, «anche se il rallentamento della crescita media annua della Germania tra il 2010 e il 2011 sarà inevitabile e avrà riflessi sull’intera area euro».
L’umore delle famiglie dei paesi avanzati è migliorato ma non in maniera significativa, secondo Prometeia, con l’occupazione che continua a ristagnare il loro livello di indebitamento, nei paesi più colpiti dallo scoppio della bolla immobiliare, stenta a ridursi rispetto al reddito disponibile mentre l’incremento dei prezzi dei beni alimentari e dell’energia sollecita aspettative di riduzione del potere d’acquisto nell’immediato futuro. Nel rapporto si analizzano anche i «dilemmi» della Banca centrale europea. Gli insegnamenti del passato e i rischi tra loro conflittuali delle prospettive future - osservano a Prometeia - complicano le scelte strategiche della Bce. L’esperienza della crisi suggerisce anche quanta attenzione deve essere prestata alla tempistica dei movimenti nei tassi di interesse e nelle misure non convenzionali. Prometeia rimane ferma nella sua previsione da tempo formulata di una svolta delle politiche monetarie non prima dell’autunno del 2011 mentre sul mercato dei cambi, dopo un primo semestre ancora turbolento e senza una direzione decodificabile, prevarrà l’effetto di una maggiore debolezza della valuta americana nei confronti dell’euro.