Pierre de Nolac, ItaliaOggi del 28/1/2011, 28 gennaio 2011
VELTRONI SCRIVE COME UN PRETE, LODA BAGNASCO MA RESTA UN FIGGICCIOTTO
Straordinario Walter Veltroni: quando prende carta e penna per offrire un testo al quotidiano Avvenire scrive come un prete. Ieri ha offerto ai lettori del giornale dei vescovi italiani, grazie al posizionamento in una visibilissima terza pagina e una presentazione che lo indicava come «il primo segretario del Partito democratico», un saggio delle sue capacità letterarie, come testimoniato da questo sobrio incipit: «Quando prende la parola un’autorità morale, come quella rappresentata dalla Conferenza dei vescovi italiani, è bene che la politica ascolti».
Ampie citazioni del testo del cardinale Angelo Bagnasco, ovviamente, corroborate da frasi quali «bene ha fatto il presidente della Cei a pronunciare parole chiare», appropriandosi delle dichiarazioni dedicate al «senso». Ovvero, «quale senso della vita, personale e comunitaria, quale gerarchia di valori le generazioni adulte, attraverso la politica, ma ancora di più attraverso l’intreccio, spesso perverso, tra la politica, il mercato e i mass-media, propongono alle giovani generazioni». Ma Veltroni sa fare un ottimo uso delle tesi di Bagnasco, piegandole alle sue esigenze politiche. Scrive che «è chiaro che solo riforme coraggiose e lungimiranti, condotte all’insegna di un nuovo interclassismo dinamico, consentiranno all’Italia di uscire dalla crisi». Che poi quel cosiddetto «interclassismo dinamico» sia stato usato in passato da Dario Franceschini e Giorgio Tonini non lo dice ai lettori, Veltroni: a lui serve per sviare l’attenzione da altre definizioni che erano nate nel loft del Partito democratico e poi sono evaporate in poco tempo. È solo un raffinato «pied de biche» per scardinare la porta del mondo cattolico, senza usare termini che invece erano cari al vecchio Pci. Però la lezione da esporre, alla fine, è sempre quella cara a Walter: «Bisogna infrangere l’involucro individualista e tornare a pensare con la categoria comunitaria del noi». Gratta gratta, è sempre il vecchio Veltroni della Fgci che torna a galla.