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 2011  gennaio 27 Giovedì calendario

Calabresi Guido

• Milano 18 ottobre 1932. Giurista. Dal ’48 naturalizzato americano. Per anni preside e ora professore emerito alla Yale Law School • «[...] uno dei fondatori dell’analisi economica del diritto, 40 lauree honoris causa da università di tutto il mondo, nominato nel 1994 dal presidente Clinton giudice alla U.S. Court of Appeals for the Second Circuit [...] con suo padre Massimo, cardiologo, e sua mamma Bianca Finzi-Contini, ebrei antifascisti vicini a “Giustizia e Libertà”, dovette lasciare quando non aveva ancora 7 anni. “Partimmo sul Rex, a New York sbarcammo il 16 settembre 1939. Non avevamo un centesimo, finimmo in uno squallido albergo nel West Side. In Italia avevamo lasciato tutto; in valigia io e mio fratello Paul avevamo solo qualche libro e una scatola di Monopoli. Non conoscevamo una sola parola d’inglese; gli altri bambini ci trattavano malissimo. A quei tempi gli emigrati italiani venivano considerati il peggio del peggio [...] Quando sono stato nominato giudice da Clinton ho voluto giurare il giorno del 55° anniversario del nostro arrivo a New York. Un modo per ringraziare gli Stati Uniti ma anche per dedicare la mia nomina a tutti quelli - profughi, emigranti, gente di colore - vittime di razzismo e pregiudizi [...] Abitavamo in via Canova; nella nostra casa ora c’è una compagnia d’assicurazioni!” [...] Narra dei felici anni della sua infanzia a Ferrara, della splendida casa Minerbi di sua nonna paterna frequentata anche dal giovane Giorgio Bassani e di un’altra villa vicino a Bologna, l’Uccelletto, dove ogni settembre i Finzi-Contini si ritrovavano dopo la villeggiatura estiva. “Tutto questo ormai non esiste più. Ma Il giardino dei Finzi-Contini di Bassani non è la vera storia della nostra famiglia [...] Mia madre Bianca, che in America si laureò in letteratura comparata, non amava quel romanzo. Non era contenta che Bassani avesse usato il suo cognome. La cosa che più la disturbava è che i Finzi-Contini, malgrado tutto, non si arresero mai. Sono tutti sopravvissuti [...] Papà decise di andarsene già nel 1937, dopo l’assassinio dei Rosselli, suoi grandi amici. Per me e mio fratello Paul (in Usa diventerà un noto oncologo) non è stato un grande trauma; i nostri genitori hanno sofferto molto di più. Anche dopo la guerra mamma tendeva a non tornare più in Italia [...] Un giorno, a Firenze, risposi al telefono: era Bassani. Disse d’aver saputo che mio padre era in Italia e se poteva, sulla strada da Roma a Ferrara, passare a salutarlo. Arrivò, la vide. ‘Sono Bianca Finzi-Contini’, si presentò mia madre. Per un attimo, Bassani, tacque imbarazzato. Poi, si ricordò dei suoi studi: “Signora, quel che conta in un libro è solo la qualità letteraria’. Mamma sorrise. Si chiuse con Bassani in una stanza e si parlarono per 2 ore”» (Chiara Beria d’Argentine, “La Stampa” 30/10/2010).