Alberto Piccinini, il manifesto 27/1/2011, 27 gennaio 2011
«Compagni, dirigenti e militanti della Federazione Comunista di Napoli, operai, amici. Voi comprenderete facilmente come e perchè il calore della vostra accoglienza, il calore del vostro saluto, l’omaggio che voi mi avete reso mi commuovano profondamente
«Compagni, dirigenti e militanti della Federazione Comunista di Napoli, operai, amici. Voi comprenderete facilmente come e perchè il calore della vostra accoglienza, il calore del vostro saluto, l’omaggio che voi mi avete reso mi commuovano profondamente. (...) Napoli, compagni, è stata spesse volte, nella letteratura politica del nostro paese, una città calunniata. Si è detto fosse un centro di disfacimento politico e persino un centro di corruzione. Ma coloro i quali lanciavano questa calunnia erano spesso gli autori stessi dei mali di cui Napoli ha sofferto nel passato e di cui soffre tuttora. I mali di cui ha sofferto la città di Napoli sono stati la conseguenza di tutte le debolezze, di tutta la struttura dello Stato italia- no. Noi lotteremo contro di essi e li guariremo in pieno, quando riusciremo a costruire una Italia nuova nella quale non vi sia più bisogno dell’esistenza di un mezzogiorno particolarmente oppresso e sfruttato, e artificialmente mantenuto in uno stato di decomposizione sociale, che debba servire come punto di appoggio ai gruppi dirigenti reazionari, per potere tranquillamente governare il paese ai danni del popolo e facendo l’esclusivo loro interesse egoistico». (Palmiro Togliatti, primo discorso alla Federa- zione Comunista di Napoli; 11 aprile 1944)