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 2011  gennaio 27 Giovedì calendario

ERNEST

& YOUNG REVISORE E CONSULENTE DI ENAV - Può darsi che sia solo una coincidenza, ma il fatto merita una segnalazione. Cos’hanno in comune le società Telecom Italia Sparkle, Enav, Techno Sky e Selex Sistemi integrati? Appartengono a gruppi diversi, tranne Techno Sky che è una controllata Enav, sono tutte coinvolte in indagini giudiziarie della Procura di Roma coordinate dal pm Giancarlo Capaldo.

Dalla truffa carosello dell’Iva da due miliardi di euro contestata a Ti Sparkle e Fastweb, sulla quale è già cominciato il processo, alle indagini sugli appalti Enav che coinvolgono Techno Sky e la Selex Si, del gruppo Finmeccanica.

Queste società hanno, o avevano ai tempi dei fatti, lo stesso revisore esterno di bilancio, la Reconta Ernst & Young, appartenente alla rete multinazionale Ernst & Young (E&Y). Fin qui non ci sarebbe nulla di anomalo. Del resto, le grandi firme mondiali della certificazione si sono ridotte a quattro: le altre sono Deloitte, PricewaterhouseCoopers (Pwc), Kpmg.

Singolare è piuttosto che nessuno dei revisori abbia mai segnalato gli episodi all’attenzione della magistratura. Questo vale innanzitutto per Telecom Sparkle, per i due miliardi di false fatture dal 2003 al 2007, in cui è coinvolta anche Fastweb (di cui era revisore Kpmg, dal 2008 Pwc). Secondo fonti del Sole-24 Ore, nel gruppo di lavoro sul bilancio Sparkle qualcuno avrebbe sollevato interrogativi in E&Y. Sta di fatto però che nelle relazioni ufficiali nulla è stato segnalato dal certificatore.

Per Enav-Techno Sky e Selex Si (che dal 2008 ha un nuovo revisore, Pwc) il discorso è diverso. Le indagini – l’accusa per i vertici è di corruzione ed evasione fiscale – non sono ancora giunte alle conclusioni. Ulteriori interrogativi sorgono se si ricorda che una figura chiave nelle indagini è Lorenzo Cola, 45 anni, il personaggio legato ai servizi segreti che nei primi mesi del 2007 è entrato in E&Y come consulente per procacciare affari, vantando entrature all’Enav con l’a.d. Guido Pugliesi e stretti rapporti con il presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini e con la moglie, Marina Grossi, a.d. di Selex Si.

Cola ha fatto affari con Gennaro Mokbel, coinvolto nella truffa Telecom Sparkle e Fastweb. Cola ha appena patteggiato una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per riciclaggio, per aver pilotato a fine 2007 l’ingresso di Mokbel in una società lussemburghese che aveva il 51% della Digint, la società di cui Finmeccanica aveva poco prima acquisito il 49% (con la consulenza di E&Y).

Da documenti di cui Il Sole-24 Ore ha preso visione, risulta che nel dicembre 2009 la Ernst & Young Financial Business advisors Spa (Eyfba), società di consulenza di E&Y, si è aggiudicata insieme a Bain & C. Italy e Business Integration Partners Spa un appalto triennale dell’Enav per servizi di «analisi dei processi e delle procedure (...) a supporto alle funzioni e direzioni aziendali di Enav Spa». La base di gara era di 7 milioni. L’Enav ha dichiarato al Sole-24 Ore che il valore di aggiudicazione è di 4.994.500 euro per tre anni per il raggruppamento di tre società.

Insomma il gruppo, di cui è country manager Donato Iacovone, mentre attraverso la Reconta E&Y era certificatore del bilancio Enav (e lo è ancora, l’incarico è stato rinnovato per tre anni nel 2010 a 360.336 euro annui), con la Eyfba è diventato consulente della stessa società. Sono compatibili queste attività o c’è un conflitto d’interessi?

Ma non è tutto. La E&Y, per gratificare Cola per gli incarichi ottenuti «a seguito di possibili sinergie commerciali», cioè grazie alle sue entrature, gli ha assicurato un contratto di consulenza con il quale gli verranno girati fino al 20% dei corrispettivi fatturati e incassati: sulla quota dell’appalto Enav, pari a 1,7 milioni, a Cola andrebbero così 340mila euro.

Il contratto non è stato firmato con lui, ma con la Consulenza & Finanza Srl di Roma, che ha fra i soci Marco Iannilli (con il 35%), il commercialista di Cola, anche lui indagato.

Fonti Enav hanno detto al Sole-24 Ore che è un «appalto quadro», sulla base del quale «sono stati affidati incarichi per circa 3,3 milioni di euro». «Ad Ernst & Young – sostiene ora l’Enav – non è stato affidato alcun incarico, pertanto non ha ricevuto alcun pagamento». Ma questo non basta a fugare gli interrogativi.