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 2011  gennaio 27 Giovedì calendario

SANREMO

Non c’è Belén Rodriguez, e prima ancora che si alzi il sipariopiovonoi fischisul61° Festival della canzone italiana: i fischidei fans,che ieri mattina si sono assiepati invano sotto le torri liberty del Casino, e quelli dei fotografi che hanno dovuto rinunciare ai tradizionali scatti commissionati dai rotocalchi.L’assenza di Belén,perché della covalletta Elisabetta Canalis non sembra importare nulla a nessuno, è stata giustificata con l’esigenza di provare un balletto a Saxa Rubra. Fonti attendibili hanno invece confidato al Secolo XIX che: 1) gli organizzatori non intendono sovraesporre l’aspirante signora Corona, anzi stanno cercando di ritagliarle un ruolo più marginale, dopo che un sondaggio segreto l’ha data in caduta libera nel gradimento del pubblico_ 2) Belén è in effetti terrorizzata dall’appuntamento festivaliero e sta provando a imparare a qualcosa, per esempio la danza, non potendo limitarsi a mostrare per cinque serate di fila le pur pregevoli terga come fa al cinema o negli spot_3) il coordinamento logistico, che in una mattinata avrebbe potuto tranquillamente farla andare (in Liguria) e tornare (a Roma), non si è rivelato all’altezza della situazione. Comunque, ieri Belén è andata alla trasmissione “Kalispera” assieme al suo Fabrizio: vuol dire che tempo ne aveva.
Il sindaco di Sanremo,Maurizio Zoccarato, ci è rimasto male: «Uno sgarbo per la stampa, anche se l’importante è che tutto vada bene a febbraio». Pure laRai, al di là della comprensione di circostanza, non ha apprezzato il forfait: questo sarà il festival del 150° anniversario dell’Unità, avrà puntati addosso occhi istituzionali e va da sé che sarebbe stato meglio cominciarlo senza gaffes. Comunque. Lo scarso gradimento di Belén Rodriguez sarebbe imputabile alle sue frequentazioni, a cominciare da quella del fidanzato Fabrizio Corona: lui, Lele Mora e soc inon ispirano certo simpatia, e difficilmente potrebbero, allo zoccolo duro degli affezionati del Festival. Mamme, coppie di mezza età e romanticoni senza tempo apprezzano invece tantissimo Gianni Morandi, l’eterno ragazzo che stavolta sarà dall’altra parte: sul palco dell’Ariston,ma in veste di presentatore. Morandi è arrivato a Sanremo circondato da un’aureola di santità. Applaudito a scena aperta nell’autogrill di Varazze, l’altro ieri mattina, è andato a fare footing sulla pista ciclabile dove ha raccolto ovazioni e suppliche: «Gianni pensaci tu», «Gianni menomale che ci sei»., «Gianni sei il migliore di tutti». Lui non ha tradito le aspettative, stringendo la mano a chiunque la tendesse e ostentando umiltà: «Noi possiamo provare a fare bene, anzi benissimo, ma se poi la gente cambierà canale a guarderà altri programmi vorrà dire che avremo fallito». Niente a che vedere con la spocchia di Pippo Baudo, che di fronte al disastro auditel bollò il pubblico festivaliero di tre anni fa come«volgare ». Morandi ha ricordato che la prima volta venne a Sanremo nel 1963, da semplice spettatore, nell’occasione giocò al Casinò e per se tredicimila lire, una fortuna, e conoscendo mille artisti ha dovuto distribuire una serie di antipatici no ad amici e conoscenti: «Ma non potevo mica chiamarli tutti, vi pare?». Il direttore di Raiuno Mauro Mazza ha confessato che le richieste di biglietti omaggio, termometro molto attendibile del gradimento sanremese, sono schizzate alle stelle: «Non ne abbiamo più». Sulle vallette Mazza si è augurato, con vaga perfidia, che possano dimostrare di essere «brave oltre che belle: tra le due ci sarà competizione, vorranno dimostrare ognuna di essere migliore dell’altra… ». Morandi ha imboccato la strada del politically correct: «Non chiamiamole vallette! », ma richiesto di una più professionale definizione non è andato oltre «leragazze ». In effetti: che sanno fare? Ex velina l’una, bellona in servizio permanente effettivo l’altra, sarebbe stato interessante sapere quali performance proporranno tra il 15 e il 19 febbraio. E come riusciranno a integrarsi con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, «non chiamateci Iene», che promettono qualche sberleffo al potere. Il duo genovese ha però voluto specificare che «non faremo il nome di Berlusconi», non amando i due la satira personalizzata. Più probabile, e anche onesto, che non vogliano infierire sul datore di lavoro. Il sindaco Maurizio Zoccarato ha tenuto infine a ricordare che ha riaperto i battenti l’hotel Parigi, ha magnificato la pista ciclabile «finalmente ultimata» e ha annunciato che molti negozi, stavolta, terranno aperto di sera. Non solo: «Mi impegno a garantire qualche sorriso in più>» ha detto, affermazione che può sembrare un esercizio di retorica e invece non lo è. Il tessuto socioeconomico sanremese si sarebbe in effetti ripromesso di essere meno scostante «di fronte ai principali clienti di Sanremo», e cioè i protagonisti del Festival e il loro seguito. Meglio tardi chemai.