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 2011  gennaio 27 Giovedì calendario

SAVIANO: CON FELTRINELLI IL NUOVO LIBRO

La notizia era nell’aria. Roberto Saviano cambia casacca. E va con Feltrinelli. Almeno per il prossimo libro, in uscita il 2 marzo: raccoglierà i monologhi - rivisti e arricchiti - di «Vieni via con me», il fulcro del programma cult allestito con Fabio Fazio. Il feroce battibecco con Marina Berlusconi, presidente della Mondadori, per la dedica ai pm di Milano della laurea honoris causa dell’ateneo di Genova nel vortice del caso Ruby, ha dunque un primo, concreto sbocco. Un piccolo terremoto editoriale. Segrate, però, non ci sta a perdere l’autore di Gomorra e annuncia la pubblicazione per Einaudi delle lezioni alla Normale di Pisa. Ma il divorzio, per ora, si consuma. E Carlo Feltrinelli non sta nella pelle per il colpo messo a segno. Saviano, con la Feltrinelli è una operazione una tantum o l’inizio di un nuovo rapporto editoriale? «Con questo libro per Feltrinelli ho voglia di divertirmi e cercare ossigeno. Io vivo di parole, scritti, incontri: a questo mi piace tornare. Oltre le polemiche. Sono felice che Feltrinelli mi abbia proposto di pubblicare i monologhi di ”Vieni via con me”. Sono testi sofferti, che hanno avuto vita difficile sin dall’inizio. Mentre li preparavo, mentre raccoglievo il materiale, io e la redazione di ”Vieni via con me” vivevamo nell’incertezza. Hanno cercato in ogni modo di fermare questi monologhi. Da quando ho proposto i temi di cui avrei voluto parlare, li hanno contrastati con ogni polemica e poi hanno tentato di farli dimenticare il più in fretta possibile. Ora sono felice di trovarmeli in libreria». Ma come è rimasto con il gruppo Mondadori? A Segrate dicono che lei continua ad essere un loro autore. È così o sarà divorzio definitivo? «Mondadori e Einaudi sono case editrici libere. Nel mio caso sento, però, che la proprietà non sopporta più la mia presenza. Si sta vivendo una contraddizione tra la proprietà che alza la voce e assume toni autoritari, e gli uomini che lavorano nella casa editrice, liberi e autonomi. Una cosa è la proprietà, un’altra è l’editore. Ma nel mio caso questo equilibrio sembra rompersi». Chi le è stato vicino in questi giorni difficili? «Sono felice di aver avuto, dopo l’attacco di Marina Berlusconi, la solidarietà non solo di molti autori - da Ammaniti a Lucarelli, da Manfredi a De Silva - ma anche di dirigenti ed editor mondadoriani, da Cavallero a Turchetta, Cesari, Brugnatelli, Repetti, Franchini». Ha avuto un chiarimento diretto o indiretto con Marina Berlusconi? «Non ho avuto la possibilità di farlo, né dopo il primo contrasto ci fu modo di incontrarci. In genere tende a non incontrare gli autori». Erri De Luca ha giustificato la figlia del premier, dicendo: «Legittima difesa di un parente stretto». Perché lei, Saviano, non ha vissuto così le parole della Berlusconi? «De Luca penso intendesse dire che lei non poteva fare altro che difendere il padre. Lo credo, ma il cortocircuito con Mondadori nasce dalla constatazione che Marina Berlusconi non è intervenuta contro le molteplici dichiarazioni che in questi giorni sono state fatte su suo padre, se non in maniera generica. Eppure ha sentito la necessità di intervenire sulle mie parole, in quanto mio editore, e su una questione non di natura editoriale ma politica. Insomma, trovo particolare che Marina difenda suo padre soprattutto quando intervengo io. Tra l’altro, generalmente rompo gli indugi in situazioni dove io vengo accusato. Fu Berlusconi a dire che Gomorra, insieme con la Piovra, fiancheggiava le mafie e diffamava il Paese». Ma quella dedica ai pm di Milano era proprio necessaria? «Credo che dedicare una laurea, un premio, un libro sia un modo per sentirsi in continuità con delle azioni o delle persone. Ecco perché dà così tanto fastidio. È come dire: io sono il risultato dell’impegno, delle speranze e delle sofferenze di queste persone».