Roberto Sommella , MF 25/1/2011, 25 gennaio 2011
DRAGHI AL PM, LE BANCHE SONO SOLIDE
Il sistema bancario italiano è solido e ogni speculazione in merito alla tenuta dei conti pubblici derivante da una sottocapitalizzazione degli istituti di credito è solo frutto di illazioni. Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, ieri ha confermato davanti al magistrato della Procura di Trani, Michele Ruggiero, titolare dell’inchiesta nei confronti di Moody’s, quanto scritto in una nota di Via Nazionale diramata nel tardo pomeriggio del 6 maggio 2010, giorno in cui un report dell’agenzia di rating molto critico nei confronti del sistema creditizio italiano e sulla tenuta della finanza pubblica fece crollare Piazza Affari.
Per via di quel report, Moody’s è indagata per manipolazione e turbativa dei mercati. Draghi, ascoltato ieri dal pm nella sede di Palazzo Koch, si è messo a disposizione della magistratura pugliese, struttura che ben conosce essendo Ruggiero il magistrato che ha condotto un’inchiesta sui tassi usurai, preludio a una sospensione proprio da parte della Banca d’Italia dell’emissione delle carte di credito revolving American Express. La collaborazione di Bankitalia sarà quindi massima e già nei primi giorni di febbraio il pm (che domani ascolterà anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti) avrà tutti gli elementi per decidere su un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio di Moody’s. Draghi non è stato peraltro l’unico a essere ascoltato dal magistrato. Sempre ieri il pm, che sta facendo tremare Moody’s, ha avuto modo di raccogliere la testimonianza di altri due big del credito, Corrado Passera e Corrado Faissola. Il numero uno di Intesa Sanpaolo, anch’egli subito sceso in campo a difesa della solidità del sistema bancario italiano nella giornata del 6 maggio ha ribadito la linea del governatore, confermando la soddisfacente patrimonializzazione dei big bancari italiani, posizione analoga a quella di Faissola, ex presidente dell’Abi ora passato alla federazione Abi-Ania.
L’attenzione di Ruggiero, che ha in mano il dossier predisposto dalla Consob dal quale emerge come siano state tre grandi banche internazionali (si veda MF-Milano Finanza del 30 dicembre 2010) ad approfittare dei crolli delle quotazioni derivanti dal panico propagatosi in borsa dopo la diffusione del report di Moody’s, è concentrata sul mondo delle agenzie di rating. Tanto che il magistrato ha sentito anche i manager di Fitch, i quali hanno sottolineato che non condividevano i timori di Moody’s sulla tenuta del sistema dei conti pubblici italiani. Giova infatti mettere a confronto il giudizio dato dell’Italia nella scorsa primavera dalla triade del rating mondiale. Moody’s sottolineò (almeno nel primo dossier poi parzialmente modificato il 7 maggio) che l’Italia era «a rischio contagio» dopo la crisi greca; Fitch sostenne invece «la buona reazione» alla crisi delle banche italiane; Standard&Poor’s preferì non commentare. Tali posizioni verranno tenute in grande considerazione nell’ambito della stesura delle risultanze istruttorie. (riproduzione riservata