Maurizio Stefanini, Libero 26/1/2011, 26 gennaio 2011
AEROPORTI COLABRODO. LA FORTUNA DEI TERRORISTI
Allarme mondiale aereoporti. In Israele no: il Paese più colpito dal terrorismo questa misura di massima sicurezza l’ha presa. Ma nel resto del pianeta, è normale che si possa entrare in un scalo senza essere sottoposti a controlli, per vedere se si hanno addosso armi ed esplosivi. Quello si fa al check-in, che significa appunto “controllo”, prima di salire a bordo. Ma come insegna l’ultima tragedia di Mosca, anche facendosi esplodere tra la gente fuori dal check-in si può fare una strage. Oltretutto, non c’è neanche bisogno di acquistare un biglietto. Un uovo di Colombo micidiale.
In più, parliamo della Russia, paese atteso da qui ai prossimi 7 anni da importanti e affollatissimi eventi planetari. Il 24 novembre del 2012, ad esempio, si terrà a Vladivostock (costa russa del Pacifico) il 24esimo vertice dell’Apec, il Forum di Cooperazione Economica Asia-Pacifico. Dal 7 al 23 febbraio 2014 si terranno a Soci (costa russa del Mar Nero) i 22esimi Giochi Olimpici invernali. Nel 2014 si terrà poi l’annuale vertice del G8, in luogo e data ancora da stabilirsi. E dall’8 giugno all’8 luglio del 2018 si terranno i Mondiali di calcio.
Su questo stesso giornale, ieri era stata riportata una lista degli attentati terroristi compiuti in Russia a partire dal ’96, e da cui risultava un totale di 1.918 morti. L’agenda degli eventi di là da venire, quella delle stragi già consumatasi, potrebbe da sola bastare a costruire uno scenario del tipo “cronaca di un macello annunciato”.
È vero: solo gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno fatto più morti. E in una sola giornata. E il terrorismo ha pure colpito con esiti di massa a Madrid, a Londra, a Bali e in ambasciate Usa in Africa: per restare nel solo ambito dell’Occidente o dei luoghi frequentati da occidentali; e lasciando perdere quell’ambito dei continui massacri in Afghanistan, Pakistan o Iraq, dove la quasi totalità parte delle vittime dei fanatici islamisti sono a loro volta musulmani, anche se “eretici” o presunti tali. In comune, nei contesti occidentali e russi, c’è anche il particolare accanimento verso i luoghi considerati icone della globalizzazione. In particolare i mezzi di trasporto di massa, come aerei, treni e metropolitane. Negli Usa, però, dopo la mattanza delle Torri Gemelle Al-Qaida non è riuscita più a colpire. E anche i fatti di Madrid, Londra e Bali non sono stati più ripetuti. Ovviamente, non bisogna sottovalutare la capacità dei jihadisti d’inventare sempre nuove tecniche di attentato. Nel ’93, ad esempio, il primo attacco alle Torri Gemelle era stato fatto col semplice utilizzo di un furgone carico di esplosivo, ed ebbe effetti minimi. Già nel ’98 gli attentati alle ambasciate in Tanzania e Kenya videro le autobombe guidate da kamikaze. La trovata del 2001 fu di trasformare in bombe gli aerei, e di prendere gli stessi aerei usando la bizzarra falla nella sicurezza che chissà quanti passeggeri perquisiti al metal detector avevano in precedenza ipotizzato quasi come scherzo. Dopo ancora ci sono stati i kamikaze con l’esplosivo addosso; e i tentativi d’assemblare ordigni in volo portando a bordo gli ingredienti separati, da cui il divieto di portare bottiglie
e contenitori che ancora affligge i viaggiatori. Ma neanche le fantasie più perverse sono riuscire a bucare i dispositivi di sicurezza occidentali.
In Russia, invece, l’evoluzione degli apparati di sicurezza resta sempre un passo indietro. All’inizio, i terroristi andavano direttamente a prendere ostaggi in massa: sembra contando sulla corruttibilità dei poliziotti russi. Ma Putin ha iniziato a scatenargli addosso gli Spetsanaz, che hanno fatto pulizia a Beslan e al teatro Dubrobvka massacrando terroristi e ostaggi assieme. E allora i terroristi hanno messo in campo le bombe. A Kaspiysk il 9 maggio 2002 si è ricorso addirittura alle mine: 44 morti e 133 feriti. Evidentemente, anche bombe e mine sono state messe sotto controllo. E allora sono entrati in campi i kamikaze. Poi i kamikaze donne, in aerei e stazioni della metro. E adesso il passo ulteriore è un kamikaze donna in un aeroporto: nella zona in cui può entrare chiunque prima di essere controllata.