Daniele Manca, Corriere della Sera 26/01/2011, 26 gennaio 2011
SE INTERNET VELOCE IN ITALIA ARRIVERÀ GRAZIE AI CINESI
Sarebbe un autentico paradosso. A dare la spinta a Internet veloce in Italia, alla costruzione di una rete di nuova generazione a banda larga, potrebbe essere la Cina. Pechino da tempo ha avviato una politica che tende a far percepire il Paese come un partner ricco, sicuro, affidabile. In Africa si è fatta promotrice di una strategia che vede Pechino acquirente di materie prime in cambio della costruzione di infrastrutture. In Europa si è detta pronta a sostenere il debito pubblico greco e degli altri Paesi in difficoltà. Ora con l’avvio dell’anno della Cina in Italia e con lo sbarco nel nostro Paese settimana prossima del fondo sovrano Cic, Pechino potrebbe tentare di far valere anche la sua potenza finanziaria e tecnologica. Da anni i protagonisti delle telecomunicazioni italiane, dalla Telecom a Vodafone, Wind, 3, Fastweb e via dicendo, stanno cercando di trovare accordi che possano permettere l’avvio di un serio piano affinché Internet veloce diventi realtà. Ma tra accuse incrociate, veti, timori delle società protagoniste, sinora si è arrivati solo a una lettera di intenti per costruire (tutti) una rete di nuova generazione. In questo scenario, l’arrivo in Italia del fondo sovrano Cic (vale a dire del polmone finanziario) potrebbe preludere allo sbarco massiccio di un protagonista e leader delle telecomunicazioni mondiali come il cinese Huawey. Il fondo sovrano sarebbe pronto a finanziare l’eventuale società da formare per costruire l’infrastruttura. E a farlo garantendo condizioni particolarmente favorevoli. Questo in cambio ovviamente di una presenza cinese tra chi dovrà costruire la rete. E si tratterebbe ovviamente di società del calibro della Huawey che proprio ieri ha denunciato l’americana Motorola per una vicenda di uso illegittimo dei brevetti. Addirittura nei progetti e nei colloqui informali che si stanno avviando in queste ore si sarebbe già parlato della misura di intervento. Trovando interlocutori attenti nel governo. Per i consumatori e le aziende si tratterebbe di disporre finalmente di una rete a banda larga. E allora possiamo permetterci di ignorare la sfida dei cinesi? Solo se saremmo in grado di fare quello che non è stato fatto in questi mesi. Altrimenti ci avvieremmo verso una sconfitta italiana in termini di visione e capacità di immaginare e preparare il futuro. Non più tardi di una quindicina di anni fa eravamo uno degli attori principali delle telecomunicazioni mondiali. Oggi ci avviamo a essere (soltanto) un mercato.
Daniele Manca