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 2011  gennaio 26 Mercoledì calendario

IL NUOVO TREND: INVESTIRE IN YUAN. MA QUANTO CONVIENE? - E

se fosse arrivata l’ora di aprire il conto in una banca cinese? Il renminbi non è convertibile, ma il Wall Street Journal ha individuato cinque ragioni per sdoganare una mossa di investimento molto ad effetto, che ora è alla portata dei risparmiatori americani. I newyorchesi hanno ben due filiali della Bank of China sotto casa e una terza è a Los Angeles. La novità è che, a Manhattan e nella seconda città americana, si può entrare, firmare, aprire un conto e investire nella valuta di Pechino da un minimo di 500 fino a un massimo di 20 mila dollari l’anno. Speculazione da folli? O lungimirante strategia di attacco e difesa? I cinque motivi per sposare la seconda tesi, secondo il WSJ, sono questi. Primo: è molto improbabile che la valuta cinese crolli. Anzi. Pechino ha speso in questi anni una vera fortuna per tenerlo artificialmente depresso. Secondo: è molto probabile che si apprezzi perché la Cina cresce rapidamente. Terzo: il rischio di perdere altri rendimenti è minimo, perché nessun conto al momento paga alti interessi. Quarto: è un modo per diversificare il portafoglio. Quinto: è una tecnica per costruire un piccolo scudo contro il declino dell’economia americana. A Milano Piazza Affari ha appena ospitato il debutto della Icbc, la più grande banca del mondo. Cinese, of course. Per ora farà solo attività di merchant. Ma se il buongiorno si vede da Manhattan, chissà. Forse anche noi valuteremo la tentazione di un conto in renminbi.
g. mar.