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 2011  gennaio 26 Mercoledì calendario

DEBUTTO RECORD PER IL SUPERFONDO. A RUBA IL BOND PER SALVARE DUBLINO —

C’era grande attesa per il primo bond emesso dal fondo salva Stati Efsf, un «eurobond» storico, garantito per la prima volta dai paesi di Eurolandia. E il suo successo ha oltrepassato ogni aspettativa. Perché il primo collocamento da 5 miliardi di euro per la prima tranche di aiuti all’Irlanda è andato a ruba nel giro di quindici minuti. La richiesta, proveniente da 500 investitori di tutto il mondo, è stata pari a 44,5 miliardi, nove volte l’offerta. «È il record maggiore di tutti i tempi» , ha detto a Francoforte il capo dell’Efsf Klaus Regling con una punta d’orgoglio, dicendosi «molto contento del grande successo» dei titoli garantiti da 16 Paesi dell’euro (cui si aggiungerà l’Estonia). La prima emissione di «eurobond» , come li ha chiamati Regling (diversi però da quelli proposti dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e Jean Claude Juncker) è di buon auspicio per le altre tranche che seguiranno nel 2011 e 2012, per complessivi 17,6 miliardi. Mentre 22,5 miliardi saranno emessi dall’Efsm della Commissione, che in gennaio ha lanciato il primo bond da 5 miliardi. L’Fmi e crediti bilaterali copriranno la differenza del pacchetto da 67,5 miliardi per salvare l’Irlanda. In dettaglio, il bond dall’Efsf a 5 anni ha ottenuto il rating di tripla A e ha un rendimento pari a circa il 2,89%, superiore perfino ai Bund tedeschi. Da qui la grande richiesta soprattutto dai paesi asiatici, e in particolare dal Giappone, che ha acquistato il 20%di eurobond. Il primo febbraio, però, l’Irlanda riceverà solo 3,3 miliardi, perché il rimanente rappresenta il cuscinetto di contanti dell’Efsf, dovuto all’esigenza di assicurarsi il rating tripla A. Da qui le tensioni in Europa sull’esigenza di aumentare la disponibilità effettiva del fondo, per stabilizzare l’area dell’euro, ancora osteggiata dalla cancelliera Angela Merkel. Era materia di discussione ieri sera nel castello di Meseberg, presso Berlino, durante una cena con il presidente della Commissione José Manuel Barroso.
Marika de Feo